MODENA. In attesa dei lavori di ristrutturzione e ampliamento che coinvolgeranno l’area ex-ospedale Sant’Agostino per i prossimi tre anni, Fondazione Fotografia non rimane certo a guardare e, rinnovato e messo a nuovo il Foro Boario (Via Nonantola, 2), qui si trasferisce per le prossime mostre in programma, iniziando subito con una bella doppietta.
Venerdì 11 aprile si è svolta la conferenza d’inaugurazione destinata alla stampa per le mostre che occuperanno gli ampi spazi del Foro Boario le prossime settimane. Le mostre, perché saranno infatti due gli allestimenti curati da Fondazione Fotografia: Axel Hutte – Fantasmi e Realtà (12 aprile-29 giugno 2014) e Modena e i suoi fotografi. Dal dopoguerra agli anni novanta ( 12 aprile-25 maggio 2014).
L’ampio palazzo che ospita le installazioni ha forma rettangolare, ai cui lati sono stati ricavati bookshop, sala conferenze e usa pareti in cartongesso che spezzano la linearità della struttura. Entrando si notano subito le foto di Axel Hütte, la cui mostra presenta una selezione di 20 opere di grande formato del fotografo tedesco, ed è impossibile non rimanere affascinati da queste grandi immagini che ritraggono la natura, dalle Hawaii all’Alaska, appoggiate sulle luminose pareti della nuova sede.
Gli ampi spazi a disposizione di questa struttura (una intera ala di un edificio lungo 250 metri da 12 mila metri quadri, ci dicono) calzano a pennello per far respirare queste fotografie fatte di ghiaccio, montagne incantate e scorci lacustri in cui si specchiano ninfee. Il fotografo, tra i maestri della Scuola di Dusseldorf, ci mette davanti un percorso (a cura di Filippo Maggia) che affianca opere già esposte in ambito internazionale (Glacier, Water Reflections, Caves) a nuovi lavori del ciclo New Mountains, alcuni dei quali inediti. Certe immagini di Hutte sono scatti presi durante i suoi soggiorni in Italia (2011/2013) in cui il tedesco ha catturato suggestivi passi alpini e buttato lo sguardo sull’Appennino tosco-emiliano, assorbendone la loro nebbia, la neve, il silenzio.Una lucida visione contemplativa.
Proseguendo il percorso, un’ideale seconda parte dello spazio espositivo, vede l’allestimento delle numerose fotografie degli esponenti modenesi, artisti che, dal secondo Dopoguerra in poi, hanno portato Modena ad essere un punto di riferimento per la fotografia d’autore in Italia. In questa mostra, i curatori Stefano Bulgarelli e Chiara Dall’Olio hanno scelto 80 scatti per 22 fotografi cercando di evidenziare il rapporto che questi hanno avuto con la figura umana.
Alcune nicchie, ricavate con pareti mobili, sono state riservate ad alcuni esponenti di cui sono presenti più scatti come quelli di Franco Fontana, Cesare Leonardi, Luigi Ghirri (che, nonostante non sia modenese ma reggiano ha avuto un’influenza molto importante all’interno del Circolo Fotografico Modenese). Il resto della mostra si divide tra le opere degli iniziali punti di riferimento della fotografia modenese come Tosi, Cambi, Lancellotti, Davolio Marani passando per i lavori di Zagaglia, Vaccari e gli scatti “musicali” di Savigni. Altri spazi vengono poi dedicati al “Viaggio in Italia” di Olivo Barbieri e Ernesto Tuliozi, gli ambienti e le opposizioni di William Guerrieri, proseguendo con le immagini surrealistiche di Omar Lorenzini ed i paesaggi di Valerio Rebecchi.
Una sezione finale è stata riservata ad immagini di Brancolini, Cocco, Marchetti, Monzoni, Ottani, Roli, Volpi che esplorano la fotografia di reportage e di documentazione.
In attesa di gustarci le prossime mostre in programma (Us The Summer Show 2014, 12/29 giugno e Mimmo Jodice, 12 settembre 2014/11 gennaio 2015) non possiamo che invitare i nostri lettori a fare un giro presso il nuovo spazio espositivo di Fondazione Fotografia.