Echi argentini nel fotoprogetto di Marrozzini

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ROMA. Echi è il progetto di Giovanni Marrozzini che nel marzo del 2007 lo riporta in Argentina, questa volta alla ricerca di quanti nel corso del tempo avevano lasciato Fermo, nelle Marche, per costruirsi una nuova vita al di là dell’Atlantico. Un viaggio, il suo, di trentamila chilometri in tre mesi e mezzo, in aereo, in autobus, in auto; ritmato dagli incontri, dalle storie personali, con l’intento di mettere in relazione il vissuto dei suoi interlocutori con il fenomeno migratorio. E ora gli scatti di questo viaggio saranno in mostra, dal 3 maggio al 12 giugno, alla Wsp Photography.

 

 

Nel suo viaggio, Giovanni incontra una trentina di persone e le immagini vengono costruite a partire dai loro racconti. Il progetto non prevede più una testimonianza visiva diretta dei loro volti, delle loro case, ma la ricostruzione di situazioni incise nella loro memoria. Il reportage qui lascia il posto al romanzo, a una storia ogni volta imprevedibile, scritta a più mani che nasce dai ricordi di persone sospese tra i ricordi e la vita di ogni giorno fra il passato e il presente, fra la realtà del Paese che li ospita e l’irrealtà del loro Paese d’origine, che raccontano a Marrozzini storie che non vogliono verificare ma solo rivivere, e per lui e la sua sensibilissima fotografia mettono in scena momenti della loro vita ma anche sogni.

 

la locandina di Echi
la locandina di Echi

 

Giovanni Marrozzini Nasce a Fermo nel 1971, la prima volta. Rinasce a Malta nel 2001 per merito dell’amico Andrea, che gli regala una poesia. Infine nasce in Zambia, dopo un attacco di malaria cerebrale, nel 2003. All’inizio fotografa per caso; da dilettante fotografa per professione. Da professionista fotografa per passione e per necessità espressiva. Aiuta le storie che incontra a evadere dai labirinti, assecondando le loro richieste. In Argentina conosce la Fata Turchina, in Camerun incontra Mosé. Vive in camper per un anno, senza dar segni rilevanti di instabilità mentale (o almeno così gli pare). È caparbio, istintuale, entusiasta. E possiede tre tesori: Mary, Leone e Francesco, in rigoroso ma provvisorio ordine di altezza. Ulisse, l’amato cane, se ne è andato per sempre quando il suo padrone è tornato da ITAca.

 

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