Paesaggi della memoria alla galleria Antropomorpha

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ROMA. Dal 31 maggio al 18 giugno l’Antropomorpha Fotografia ospiterà la mostra “Paesaggi della memoria” con scatti di Rino Bianchi e testi di Igiaba Scego.

 

Rome October 31, 2013. Amin Nour, Somali-Italian actor, photographed at the Termini station in Rome/Amin Nour, attore somalo-italiano, fotografato alla Stazione Termini a Roma.  Photo: RINO BIANCHI
Rome October 31, 2013.
Amin Nour, Somali-Italian actor, photographed at the Termini station in Rome/Amin Nour, attore somalo-italiano, fotografato alla Stazione Termini a Roma.
Photo: RINO BIANCHI

 

Parole e immagini accompagneranno il visitatore nei percorsi dimenticati di un passato di cui non parliamo più, per dar voce a quella parte di Africa che l’Italia ha prima invaso e poi dimenticato. Libia, Somalia, Eritrea, Etiopia: quali sono le tracce dell’avventura coloniale italiana a Roma? Igiaba Scego racconta i luoghi simbolo di quel passato coloniale; Rino Bianchi li fotografa, assieme agli eredi di quella storia. Nella riflessione, poi, si “intrometteranno” anche Attilio Scarpellini e Tano D’Amico.

 

Rome November 14, 2013. Ruth Gebresus, photographed in Rome, before the Empire Cinema, operator of art teaching, education and reading, designs and conducts laboratory courses on the teaching of languages Visual experiments of B. Munari and Linguistics by G. Rodari/Ruth Gebresus, fotografata a Roma davanti al Cinema Impero, operatrice di didattica dell’arte, educazione all’immagine e alla lettura, progetta e conduce percorsi di laboratorio sulla didattica dei linguaggi sulla sperimentazione visiva di B.Munari e linguistica di G.Rodari.  Photo: RINO BIANCHI
Rome November 14, 2013.
Ruth Gebresus, photographed in Rome, before the Empire Cinema, operator of art teaching, education and reading, designs and conducts laboratory courses on the teaching of languages Visual experiments of B. Munari and Linguistics by G. Rodari/Ruth Gebresus, fotografata a Roma davanti al Cinema Impero, operatrice di didattica dell’arte, educazione all’immagine e alla lettura, progetta e conduce percorsi di laboratorio sulla didattica dei linguaggi sulla sperimentazione visiva di B.Munari e linguistica di G.Rodari.
Photo: RINO BIANCHI

 

Edifici, monumenti, vie e piazze. I “percorsi postcoloniali” sono tanti e le fotografie di Rino Bianchi li mostra assieme ai volti dei figli di quell’ “Africa derubata”, nei fatti come nella memoria. Rifugiati politici, italiani di seconda generazione nati o cresciuti qui, che con sguardo fiero offrono una prospettiva inedita ed emozionante su una Roma sconosciuta ai più ma ancora viva e con molto da raccontare. Il risultato è una costruzione narrativa e visiva di un’Italia decolonizzata, multiculturale, inclusiva, dove ogni cittadino possa essere finalmente sé stesso. Negli anni trenta del secolo scorso Asmara, Mogadiscio, Macallè, Tripoli, Adua erano nomi familiari agli italiani. La propaganda per l‟impero voluta da Benito Mussolini era stata battente e ossessiva. Dai giochi dell’oca ai quaderni scolastici, per non parlare delle parate, tutto profumava di colonie. Di quella storia ora si sa poco o niente, anche se in Italia è forte la presenza di chi proviene da quelle terre d’Africa colonizzate: ci sono eritrei, libici, somali, etiopi. Il libro riprende la materia dell’oblio coloniale e la tematizza attraverso alcuni luoghi di Roma che portano le tracce di quel passato dimenticato.

 

Rome November 28, 2013. Tezeta Abraham, Ethiopian model, finalist at Miss Italy 2010./Tezeta Abraham, modella etiope, finalista al concorso Miss Italia 2010. Photo: RINO BIANCHI
Rome November 28, 2013.
Tezeta Abraham, Ethiopian model, finalist at Miss Italy 2010./Tezeta Abraham, modella etiope, finalista al concorso Miss Italia 2010.
Photo: RINO BIANCHI

 

I monumenti, più di altre cose, ci parlano di questa storia, dove le ombre sono più delle luci. Prende vita così un’analisi emozionale dei luoghi voluti a celebrazione del colonialismo italiano, attraverso un testo narrativo e le fotografie che compongono la Mostra “Paesaggi della Memoria”. In ogni fotografia insieme al monumento viene ritratta anche una persona appartenente a quell’Africa che fu colonia dell’Italia. Scego e Bianchi costruiscono così un percorso di riappropriazione della storia da parte di chi è stato subalterno.

 

Info: www.antropomorpha.it  

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