TREVISO. Nella cornice di Villa Brandolini a Pieve di Soligo vanno di scena una serie di esposizioni del festival F4 / un’idea di Fotografia, che si muovono attorno al tema della persona declinato sotto vari punti di vista indagando un uomo contemporaneo sospeso tra speranze, crisi, apparenze e inquietudini.
Ad aprire il percorso espositivo è la mostra A Moment. Master Photographers: Portraits dell’americano Michael Somoroff, in anteprima per l’Italia, che presenta i ritratti dei più importanti fotografi del ventesimo secolo. L’autore nella sua lunga carriera ha lavorato per alcune tra le principali riviste a New York e in Europa, come Vogue e Life, affinando anche una grande tecnica nel ritratto. La mostra, curata da Diana Edkins, presenta un corpus di oltre trenta immagini scattate da Somoroff quando, ancora trentenne, ritrasse i suoi idoli, mentori e maestri dandone una lettura di carattere introspettivo e psicologico tramite intense immagini in bianco e nero. Protagonisti delle sue foto sono alcuni dei più grandi autori del Novecento, tra cui Brassaï, Robert Doisneau, Ralph Gibson, André Kertész, Jacques- Henri Lartigue, Arnold Newman e Helmut Newton. Entrando in contatto con loro coglie l’essenza più autentica di questi personaggi che ci testimoniano un periodo inimitabile della storia della fotografia, il culmine dell’esperienza analogica. La mostra è realizzata in collaborazione con Admira e Feroz gallery, Bonn; catalogo Damiani Editore.
Segue la serie Ecce Fauni di Flavio Favero che indaga l’uomo e le sue apparenze mettendo al centro della rappresentazione il corpo umano. Questo ci appare nudo, a uno stadio primigenio, contraddistinto da maschere con fattezze animali che coprono i volti dei personaggi. L’autore riflette su come l’uomo sia l’unico essere vivente che tende a celare la propria essenza, sfociando in una società dell’apparenza dalle scale valoriali mutevoli. Paradossalmente gli uomini e donne soggetti dei ritratti proprio tramite le sembianze animali si riappropriano del loro essere. Immagini in bianco e nero in cui a insediarsi nelle fattezze formali dei corpi appaiono teatralmente dei volti in un gufo, un cinghiale, un lupo e un cervo. L’autore non vuole certo richiamare ad una dimensione di regressione sociale, allo “stato di natura” hobbesiano dell’ homo hominis lupus; pone semmai l’attenzione sulla necessità di ritrovare una dimensione serena dell’essere persona che non necessiti di artificio e mistificazione.
La fotografia emergente, invece, trova spazio con la mostra personale di Silvia Mariotti Reazioni perfettamente naturali si compone di immagini paradossali che metaforicamente sanno raccontare la condizione di un uomo odierno in bilico tra fallimenti, paure e inquietudini. I lavori della serie Attempts svelano finte azioni immortalate attraverso uno stile che sembra documentare una realtà comune. Pur non sapendo esattamente cosa stia avvenendo riusciamo a percepire in questi lavori un senso di fallimento restituito da ripetuti gesti interrotti. Luoghi di resistenza prende spunto dai romanzi dello scrittore Don De Lillo, in cui emergono in maniera sottile e al tempo stesso dura la disintegrazione e la paranoia della società americana moderna. Sono ritratti disorientanti, come in un teatro dell’assurdo, capaci talvolta di suscitare il sorriso nonostante il senso tragico del dramma che stanno vivendo i personaggi. A dialogare con le immagini è l’intervento site specific dell’artista Claudio Corfone, attraverso un’installazione che genera una traccia sonora creando dinamiche percettive nel fruitore.
Infine, i lavori di carattere intermediale del collettivo Jennifer rosa spaziano dalla danza contemporanea alla performing art, dalla fotografia alla videoarte. In mostra presenteranno The follower, una serie di scatti in cui il soggetto ritratto asseconda o subisce l’obiettivo con il suo corpo, rendendo impossibile una descrizione lineare. Accanto a queste l’intervento video Gemelli che mette in posa fianco a fianco i soggetti creando una situazione sospesa e innaturale, facendo vivere un’esperienza emotiva intensa ai gemelli coinvolti. In occasione del Festival F4 / un’idea di Fotografia viene presentata in anteprima assoluta durante il vernissage la performance Here you are. Nel buio totale della scena si muoveranno dei performer, eseguendo una propria partitura fisica: più volte a sorpresa interverrà la luce, flash di pochi istanti che li strapperanno dall’azione che il pubblico vorrebbe vedere per costringerli a una consegna immediata: essere ritratti di fronte alla fotocamera senza possibilità di scelta. Un percorso articolato che per raccontare l’uomo odierno adotta vari registri espressivi: dalla grande ritrattistica in bianco e nero alle immagini in bilico tra realtà e finzione fino agli esiti intermediali tra fotografia e video per rendere un’immagine contemporanea della fotografia nella sua pluralità di visioni espressive.
Info: www.fondazionefrancescofabbri.it