BOLOGNA. Dal 18 settembre al 31 ottobre Ono arte contemporanea ospiterà la mostra Madonna New York 80’s con 40 scatti di Deborah Feingold, un percorso fotografico che attraverso l’icona per eccellenza degli anni Ottanta Madonna Luoise Veronica Ciccone ripercorre il panorama culturale e musicale della New York di quegli anni.
Nel 1982, dopo gli studi di danza e una carriera altalenante tra quella di cameriera, di ballerina di fila e di cantante, all’età di 24 anni Madonna firma il suo primo contratto con la Sire Records che le pubblica il suo primo singolo “Everybody”, che diventa subito un successo della musica club negli Stati Uniti. È in quello stesso anno che Deborah Feingold la immortala per la rivista «Star Hits» fotografandola per quello che era: una giovane ragazza ambiziosa con un forte senso dello stile e una forte presenza scenica. Il giorno dello shooting, Madonna arrivò nel piccolo appartamento della Feingold, utilizzato dalla fotografa anche come studio. Il letto e il tavolo della cucina, una volta ripiegati, lasciavano infatti posto alla macchina fotografica e alle luci. A Deborah bastò mezz’ora per prendere confidenza con la neonata popstar e concludere un servizio fotografico in cui una giovane Madonna gioca sul set con diversi elementi, che hanno dato vita a quella serie di scatti consapevoli, sensuali e determinati che per la prima volta vengono presentati in questa mostra, inedita per l’Italia.
Ma in quegli stessi anni in cui Madonna stava costruendo la sua carriera, New York era una città in pieno fermento che si stava di nuovo imponendo come metropoli della musica internazionale, ed è per questo che sotto l’obiettivo della Feingold sono passati artisti quali Beastie Boys, Brian Eno, Chrissie Hynde, Rem, Keith Richards, James Brown, Joey Ramone, John Lydon, Jim Jarmusch & Tom Waits, Sinead O’Connor, Cindy Lauper, David Byrne, Annie Lennox, Yoko Ono, Mary J Blidge, Bono, Billy Idol, Echo & the Bunnymen, Boy George, Mick Jagger, Elvis Costello, Brian Ferry e molti altri. L’aspetto straordinario delle sue immagini non risiede tanto nella costruzione di un setting particolare che permetta al soggetto di mostrarsi come personaggio, quanto piuttosto quello di cogliere con naturalezza la loro essenza, spesso schiva, perché ad essere immortalati erano cantanti e musicisti all’inizio della loro carriera e dunque, non così abituati all’obiettivo fotografico. In queste immagini si evince la capacità della Feingold, di guardare al soggetto con una sincerità in grado di metterlo quasi a nudo, per permettergli di esprimere se stesso, e non il suo status di celebrità o di artista.
“I learned from a very early age to try to figure out how other people were feeling,” Deborah Feingold