VERONA. Dal 9 al 13 ottobre al Teatro Nuovo di Verona l’anteprima di Zenit. La mostra, a cura della galleria Artistocratic, è realizzata in occasione della rassegna THEATREARTVERONA 2014 del Teatro Stabile e della decima edizione di ArtVerona – Art Project Fair.
«Dall’alto la visione delle cose è completa e si vede un’altra realtà che non è percepibile dal basso».
Massimo Sestini ha cambiato la prospettiva della ripresa, ha ribaltato il punto di vista per catturare momenti significativi della storia e della cronaca italiana degli ultimi anni. Zenit è una selezione delle fotografie più rappresentative del lavoro del noto fotoreporter che ritrae il mondo, e ciò che accade, attraverso una nuova e originale chiave di lettura: un solo punto di vista, lo zenit. La visione zenitale, crea una sovversione, lo sguardo dall’alto trasforma la realtà: la Concordia galleggia su un muro di acqua capovolto, la finale di Calcio Storico Fiorentino in Piazza Santa Croce è giocata dalle ombre, i natanti sono girandole colorate.
Massimo Sestini – per il giornalista Michele Neri – «È il fotografo e l’uomo dell’exploit. […] Se guardo le sue foto mi vengono in mente queste parole: giornalismo, prima mano, tecnologia, numeri, coraggio, tempo. Timidezza». Le sue sono, infatti, immagini indelebili, quasi sempre esclusive, diventate le copertine delle più importanti riviste al mondo. Momenti di grande impatto che l’artista ha scattato da elicotteri privati o delle forze dell’ordine andando quasi oltre i limiti perché, come egli stesso ha affermato, «Nel lavoro non sarei mai arrivato da nessuna parte proprio perché sono timido. Per questo mi costringo a fare cose impossibili e non avere limiti».
La fotografia aerea di Sestini a prima vista sembra essere una creazione pittorica di linee geometriche, equilibri strutturali, campiture di colori a volte quasi pop, che attraggono l’attenzione e ti fanno entrare dall’alto nella storia che l’artista racconta: dagli avvenimenti storci alla politica spettacolo, dalla storia del costume italiano alla crudeltà della cronaca.
Le opere in mostra sono la testimonianza del contrasto che segna la vita del nostro mondo in cui convivono eventi sconvolgenti e momenti sereni. Da un lato la realtà drammatica della ripresa di un barcone con 227 migranti con lo sguardo all’insù e l’horror vacui nel Cimitero di barche di Lampedusa. Dall’altro, le composizioni artistiche che ritraggono il veleggiare della Barcolana e i momenti spensierati sulle spiagge della Toscana o in piscina. Fotografie che si trasformano in mosaici e che sfidano l’occhio a giocare con l’astrattismo.