ROMA. “Encerrados non è un libro sulle carceri; è un libro sulla libertà perduta, sulla libertà mai avuta. Bispuri ha mostrato l’orma umana in quelle persone.” Così scrive Roberto Saviano nell’introduzione a Encerrados di Valerio Bispuri, libro fotografico pubblicato da Contrasto, destinato al mercato italiano e internazionale, che sarà presentato per la prima volta mercoledì 18 febbraio al Fandango Incontro. L’appuntamento è alle 19 e Bispuri, fotoreporter professionista romano che ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, parlerà del suo reportage durato dieci anni in 74 carceri del Sudamerica, in dialogo con Omero Ciai, giornalista di Repubblica mentre l’attore Giorgio Colangeli leggerà alcuni brani dal testo introduttivo di Saviano.
L’incontro sarà l’occasione per scoprire il percorso di ricerca intrapreso dal fotografo nel 2002 con l’intenzione e il desiderio di raccontare un continente attraverso il mondo dei detenuti. Dall’Ecuador al Perù, della Bolivia all’Argentina, dal Cile all’Uruguay passando per il Brasile, la Colombia e il Venezuela, la macchina fotografica di Bispuri ha immortalato la vita nelle carceri più pericolose del Sudamerica, come se fossero il riflesso della società, lo specchio di quello che succede nel continente: dai piccoli drammi alle grandi crisi economiche e sociali. Nel raccontare la sua esperienza e le storie che l’hanno caratterizzata, l’autore sarà guidato da Omero Ciai, esperto della realtà sudamericana essendone testimone e interprete da anni con i suoi articoli sulle pagine di Repubblica.
Durante la serata il racconto procederà per parole e immagini che daranno conto di quanto ha scritto Saviano: “quelle di Bispuri sono fotografie di città, carceri formicai, carceri dove chiunque è condannato, poliziotti e detenuti”. Racconto dopo racconto, immagine dopo immagine, sarà evidente che Encerrados mostra una realtà in cui la prigione è una comunità, un non-luogo in cui si vive ogni giorno con ritmi e spazi precisi, in condizioni spesso al limite dell’umano, come quando si dorme in 18 in una cella per 4 persone e il bagno è solo un buco in un corridoio.
Nel corso degli anni il reportage di Valerio Bispuri ha avuto un forte impatto sociale e anche di questo si parlerà al Fandango Incontro il 18 febbraio. Dopo la pubblicazione delle foto e la sensibilizzazione ottenuta attraverso varie mostre internazionali, il padiglione 5 del carcere di Mendoza dove erano reclusi i detenuti argentini più pericolosi è stato chiuso anche grazie all’interessamento di Amnesty International (che ha dato il suo sostegno alla realizzazione del volume). Ogni carcere visitato dall’autore rappresenta l’immagine di un mondo visto da dentro e da fuori, e Bispuri ha trovato le luci anche lì dove tutto sembrava spento e dove il riflesso della violenza e dalla vitalità si contrappongono in un unico segmento che è poi la storia del Sudamerica.
Forse è proprio per questo che anche un autore del calibro di Eduardo Galeano ha riconosciuto l’importanza del lavoro di Bispuri con questo suo contributo al libro: “questa opera illumina con luce dolente la realtà delle carceri nella nostra terra latinoamericana, ed è a sua volta una metafora della vita di milioni di persone colpevoli di povertà e abbandono. Le fotografie penetrano tanto profondamente da sembrare radiografie. Grazie, Valerio, per aiutarci a vedere la nostra realtà più nascosta.”