MILANO. I Tokyoites – come gli stranieri chiamano gli abitanti di Tokyo – danno l’impressione di andare sempre di fretta. Veloci come chi sa sempre dove andare, vivono le soste imposte da un semaforo o da uno spostamento in metro con gli occhi puntati sul loro smartphone.
A Tokyo convivono persone, stili di vita, quartieri così diversi e in contrasto tra loro che diventa subito chiaro che non si tratta di una sola città ma di tante piccole città diverse, in continuo movimento, in continua mutazione.
L’occhio del Gaijin – parola giapponese che significa “persona esterna al Giappone” – aiuta però a riconoscere dei tratti talmente comuni a gran parte dei Tokyoites che il loro manifestarsi nei luoghi pubblici sono diventati lo spunto intorno al quale il fotografo ha costruito il suo lavoro di fotografia di strada. Un lavoro che Eolo Perfido presenterà a settembre, con una mostra, alla Leica Galerie di Milano.
I Tokyoites sono capaci di isolarsi contro una parete per rispondere ad un messaggio o consultare una mappa, riescono a definire una convezione quasi materica di spazio personale. Il contrasto tra un’altissima densità di popolazione e l’isolamento di ogni singolo individuo è palpabile. In una città come Tokyo quello che potrebbe sembrare un limite, diventa spesso una virtù, necessaria alla civile sopravvivenza. Non solo imposizione culturale ma adattamento che permette la convivenza armonica di oltre 16 milioni di persone.
Senza sosta i cittadini si spostano per le strade e le stazioni, ordinati e silenziosi, sincronizzati come in una danza, evitando di scontrarsi e di darsi disturbo nel contatto.
Come racconta Eolo Perfido “La mia prima volta a Tokyo, da ragazzo, fu un viaggio senza macchina fotografica. Me ne innamorai. In bilico tra passato e futuro, tradizione e innovazione, Tokyo, da quella prima volta è sempre stata al centro delle mie curiosità intellettuali.
Credo che la mia attrazione per il Giappone sottenda in parte alle classiche leggi degli opposti che si attraggono, ed in parte alle meravigliose contaminazioni mediatiche che hanno caratterizzato la mia vita, ed in seguito la mia professione, a partire dagli anni 80 in poi.
La vita nelle grandi metropoli mi ha insegnato che il senso di isolamento ha poco a che vedere con quante persone incrociamo nel nostro cammino o con cui dobbiamo per forza di cose relazionarci.
Eppure nei miei ripetuti viaggi a Tokyo mi sono accorto di aver osservato una solitudine diversa, mai urlata, ma nascosta con pudore e che sembra assumere la connotazione di un delicato sentimento.Ogni mia fotografia di strada nasce con l’ambizione di vivere di vita propria. Le storie o le astrazioni suggerite da quello che rimane intrappolato nell’inquadratura non aspirano ad influenzare il fotogramma successivo.
Ma quando ho riguardato le fotografie realizzate in questi anni non mi sono più sembrate tante piccole storie ma un racconto che non avevo cercato e che ora si manifestava accompagnato da moltissimi ricordi.
Di giorni passati con la mia fotocamera al collo tra migliaia di persone che, come in uno dei grandi attraversamenti pedonali di Tokyo, si sfioravano immerse nella solitudine dei loro confini personali.
Eolo Perfido
Tokyoites – Eolo Perfido
Dove: Leica Store Milano, via Mengoni 4, Milano
Quando: dal 20 settembre al 5 novembre 2016
Orari: dal lunedì al sabato 10.30-19.30. Domenica chiuso.
Ingresso: libero
Il portfolio di street photography di Eolo è online su http://www.walkingphotograp
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