PRATO. Il Wabi-Sabi è “la bellezza delle cose imperfette, temporanee e incompiute” (Leonard Koren), un concetto che è parte integrante della cultura giapponese e che Martina della Valle celebra in una serie composta da dittici in bianco e nero e fotografie a colori di grande formato in mostra a Dryphoto arte contemporanea (in collaborazione con inter code) a cura di Chiara Ruberti e Luca Carradori.

 

Martina della Valle, Wabi-Sabi, 2015
© Martina della Valle, Wabi-Sabi, 2015, courtesy Metronom

 

La ricerca dell’artista nasce nel corso di un viaggio in Giappone, dal ritrovamento di alcuni negativi non datati che ritraggono, quasi esclusivamente, composizioni di ikebana.

Appartenuti probabilmente a un artista o a uno studio fotografico, i materiali trovati – scatti di vari formati, lastre di vetro e contenitori di carta pergamena scritti a mano – sono stampati a contatto in scala 1:1 con la loro polvere e i graffi inalterati.

Da questo primo nucleo di immagini scaturisce un’ulteriore riflessione sul paesaggio, che indaga le tracce e le possibilità dell’intervento umano sulla natura, i tentativi di piegare le forme naturali, di ridurle da complesse a schematiche, cercando di regolare l’imprevedibile.

 

Martina della Valle, Wabi-Sabi, 2015
© Martina della Valle, Wabi-Sabi, 2015, courtesy Metronom

 

Riflessione che l’artista ha approfondito con il workshop “One Flower, One Leaf. Ikebana applicata al territorio” condotto insieme all’artista e docente di ikebana Rie Ono. Nel corso del laboratorio i partecipanti, seguendo i principi basilari dell’arte dell’ikebana e utilizzando i materiali vegetali spontanei (rami, fiori, legni, ecc.) raccolti ai margini della zona urbana di Prato, hanno sperimentato un nuovo approccio alla rappresentazione del paesaggio. Hanno osservato, selezionato e realizzato composizioni vegetali che, attraverso pochi elementi, costituiscono una sorta di inedita mappatura del paesaggio urbano di Prato.

 

 

In Wabi-Sabi, Martina della Valle si concentra sulla traccia, si confronta con la memoria, sviluppa un’estetica e uno sguardo fortemente personali. E unisce alla “osservazione” dei luoghi l’indagine della relazione tra l’uomo e il territorio che abita, in un approccio concettuale che rimanda a quell’importante stagione della fotografia italiana oggi conosciuta come “scuola italiana di paesaggio” e all’interno della quale è nata l’esperienza di Dryphoto arte contemporanea. La contaminazione della fotografia con l’arte dell’ikebana e l’inclusione del pubblico attraverso lo strumento del workshop hanno permesso un’indagine del paesaggio multidisciplinare, condivisa e in grado di aprire inattesi percorsi di pensiero.

 

 

Wabi-Sabi 

Dove: Dryphoto arte contemporanea, via delle Segherie 33a, Prato

Quando: fino al 15 novembre 2016

Orari: da mercoledì a venerdì dalle ore 17:00 alle ore 20:00; altri orari su appuntamento.