Duecento foto scattate da Doisneau nella Ville Lumière

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MILANO. Dopo il successo ottenuto al Palazzo delle Esposizioni di Roma, con una media di oltre 1.000 visitatori al giorno fin dalle prime settimane, arriva allo Spazio Oberdan, dal 20 febbraio al 5 maggio 2013, la grande rassegna antologica dedicata a Robert Doisneau.

 

Pont d'Iéna, 1945_copyright © atelier Robert Doisneau
Pont d’Iéna, 1945_copyright © atelier Robert Doisneau

 

Per iniziativa della Provincia di Milano, dell’Atelier Doisneau, della Fratelli Alinari. Fondazione per la Storia della Fotografia e di Civita, con il patrocinio della Ville de Paris, media partner ATM, la mostra, dal titolo Paris en liberté, presenta oltre 200 fotografie originali, scattate da Doisneau nella Ville Lumière tra il 1934 e il 1991.

 

Robert Doisneau
Selezione per il Concert Mayal, 1952_copyright © atelier Robert Doisneau

 

Il percorso espositivo, organizzato per aree tematiche, ripercorre i soggetti a lui più cari, e conduce il visitatore in un’emozionante passeggiata nei giardini di Parigi, lungo la Senna, per le strade del centro e della periferia, e poi nei bistrot, negli atelier di moda e nelle gallerie d’arte della capitale francese.

I soggetti prediletti delle sue fotografie in bianco e nero sono infatti i parigini: le donne, gli uomini, i bambini, gli innamorati, gli animali e il loro modo di vivere questa città senza tempo.

Quella che Doisneau ha tramandato ai posteri è l’immagine della Parigi più vera, ormai scomparsa e fissata solo nell’immaginario collettivo; è quella dei bistrot, dei clochard, delle antiche professioni; quella dei mercati di Les Halles, dei caffè esistenzialisti di Saint Germain des Prés, punto d’incontro per intellettuali, artisti, musicisti, attori.

In mostra, si possono ammirare alcuni dei suoi capolavori più famosi, tra cui il Bacio dell’Hotel de Ville, divenuta l’icona più riconoscibile della sua arte. La foto, scattata nel 1950, ritrae una coppia di ragazzi che si bacia davanti al municipio di Parigi mentre, attorno a loro, la gente cammina veloce e distratta. L’opera, per lungo tempo identificata come un simbolo della capacità della fotografia di fermare l’attimo, non è stata scattata per caso: Doisneau, infatti, stava realizzando un servizio fotografico per la rivista americana Life, e chiese ai due giovani di posare per lui.

 

La ballata di Pierrette d'Orient, 1953 copyright © atelier Robert Doisneau
La ballata di Pierrette d’Orient, 1953 copyright © atelier Robert Doisneau

 

“Doisneau è il fotografo dei piccoli gesti, degli umili, dei baci degli innamorati, dei bambini che giocano, degli artisti di una Parigi d’antan – osserva il Vice Presidente e Assessore alla Cultura della Provincia di Milano. Accostarsi al lavoro di Doisneau significa innanzitutto raccontare la storia di ciascuno di noi, significa ribadire la grande forza evocatrice dell’arte fotografica. La mostra ci offre anche la possibilità di aprire Milano al dialogo internazionale in vista di Expo 2015: un appuntamento in cui la cultura avrà un ruolo fondamentale. L’ambizioso obiettivo che ci siamo posti – conclude il Vice Presidente – è quello di costruire, tutti insieme, l’Expo delle Culture: la mostra di Doisneau, e naturalmente l’attività del Museo di Fotografia di Cinisello, ci aiuteranno senza dubbio a raggiungere questo ambizioso risultato”.

 

 

Autoportrait au Rolleiflex, 1947_copyright © atelier Robert Doisneau
Autoportrait au Rolleiflex, 1947_copyright © atelier Robert Doisneau

 

Robert Doisneau (1912-1994), che amava paragonarsi a Eugène Atget, uno dei maestri della fotografia del Novecento, percorre fotograficamente le periferie di Parigi per “impossessarsi dei tesori che i suoi contemporanei trasmettono inconsciamente”. È una Parigi umanista e generosa ma anche sublime che si rivela nella nudità del quotidiano; nessuno meglio di lui si avvicina e fissa nell’istante della fotografia gli uomini nella loro verità quotidiana, qualche volta reinventata. Il suo lavoro di intimo spettatore appare oggi come un vasto album di famiglia dove ciascuno si riconosce con emozione. Noto oggi al grande pubblico, Doisneau, dopo essersi diplomato alla École Estienne, scopre la fotografia da giovane, mentre lavora in uno studio di pubblicità specializzato in prodotti farmaceutici. Nel 1931 è operatore da Vigneau e nel 1934 è fotografo per le officine Renault da dove viene licenziato cinque anni più tardi per assenteismo. Nel 1939 diviene fotografo-illustratore free-lance e nel 1946 entra definitivamente nell’agenzia Rapho. Nel 1974 la Galleria Chateau d’Eau di Toulouse espone le sue opere e, a partire dagli anni Settanta, ottiene i primi importanti riconoscimenti. Da allora le sue fotografie vengono pubblicate, riprodotte e vendute in tutto il mondo.

Autore di un grande numero di opere (gli archivi di Robert Doisneau comprendono circa 450.000 fotografie), Doisneau è diventato il più illustre rappresentante della fotografia “umanista” in Francia. Le sue immagini sono oggi conservate nelle più grandi collezioni in Francia, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna e sono esposte in tutto il mondo. La mostra giunge allo Spazio Oberdan di Milano, dopo essere stata presentata a Parigi all’Hotel de Ville, in Giappone al Mitsukoshi di Tokyo, all’Isetan Museum di Kyoto e a Roma.

Durante tutto il periodo di apertura, l’esposizione sarà accompagnata da una serie di eventi collaterali dedicati a Parigi e alla fotografia; tra questi, dal 19 al 23 febbraio, la rassegna cinematografica Paris au cinema, a cura della Fondazione Cineteca Italiana, che presenterà alcuni capolavori ambientati nella capitale francese, come Ninotchka, Zazie dans le metrò, À bout de souffle, Les 400 coups, Prix de beauté, e altri.

 

Info: www.provincia.milano.it/cultura

 

 

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