E’ la aA29 Project Room di Milano ad ospitare Sinking Ship la mostra di Kyle Thompson.
Un’esposizione che, in collaborazione con that’s contemporary, porta a Milano fotografie e autoritratti scattati in differenti “città fantasma” americane e canadesi, totalmente disabitate o con una popolazione minima che non raggiunge i cinque abitanti.
L’Oregon, Washington, North e South Dakota, Wyoming e Saskatchewan sono i posti in cui Thompson ha scattato le sue serie. A cui si aggiunge Elsworth, la città fonte d’ispirazione dell’intera serie.
Tra Stati e case abbandonate
Thompson fotografa le case abbandonate da una prospettiva sia interna che esterna, assieme al paesaggio spoglio e desolato che le circonda, costituito perlopiù da ampie distese verdeggianti e senza fine.
Negli autoritratti, invece, è il corpo dell’artista che si adegua e si adatta agli spazi domestici, che li abita e che si avvolge in lenzuoli di plastica trasparente a imitare la forma indefinita di un fantasma.
Talvolta rappresenta, visivamente, il prolungamento lineare degli oggetti ritrovati nelle stanze: è il caso di un vecchio televisore dietro al quale Thompson fa combaciare il proprio volto che viene poi proiettato sullo schermo in bianco e nero in maniera deforme.
L’artista fotografa con cura, minuziosamente, gli oggetti che vede nelle stanze. Ai suoi occhi sono come dei reperti archeologici consumati e corrotti dal tempo e riscoperti solo dopo decine di anni. Calendari aperti e stracciati, lettere sbiadite, videocassette, suole di scarpe e fiori finti costituiscono solo una minuscola parte dell’elenco dei ritrovamenti.
Foto e lettere
Oltre alle fotografie saranno in mostra anche delle lettere manoscritte, delle risposte che Thompson ha ricevuto da parte delle persone che ancora vivono in queste “città fantasma” e che raccontano la loro esperienza personale.
La mostra si concluderà, infine, con un video-montaggio, trasmesso in loop. Si tratta di riprese che l’artista ha ottenuto inserendo delle telecamere all’interno di alcune di queste case, per documentare i movimenti clandestini di animali e di persone.
Dal video emerge che proprio queste presenze passeggere e transitorie, di animali che costruiscono i propri nidi o di ragazzi che imbrattano le pareti con graffiti, rappresentano un forte agente di trasformazione delle abitazioni stesse, che continuano a mutare e modificarsi, nonostante la desolazione e l’abbandono.
Indagine socio-antropologica
Sinking Ship è una metafora del tracollo fisico di queste “città fantasma”, che è anche tracollo psicologico e morale degli abitanti che si sono trovati costretti ad andarsene.
Attraverso questa serie di fotografie Thompson propone e rivela degli Stati Uniti d’America, e specialmente di quegli stati del Midwest, come North e South Dakota. Una versione meno conosciuta ma profondamente autentica e radicata rispetto a quella che viene continuamente ostentata sui social media, in televisione o sui giornali.
Non è più l’America libera e liberale, dove ogni desiderio inespresso può essere realizzato. Nemmeno quella delle metropoli iper-urbanizzate, dei colossal cinematografici, dei brands di fama internazionale come Amazon e Apple e delle grandi lobbies. Non è l’America delle possibilità, ma è anzi quella caratterizzata da chilometri di lunghe strade deserte che danno sul nulla, da distese di praterie e dalle tipiche “farms” di contadini e allevatori.
In questa America l’indagine socio-antropologica di Thompson si fa più interessante e acquisisce
un senso. Il degrado affiora in superficie. Queste cittadine sono allo sfacelo, accartocciate su sé
stesse, dimenticate da dio così come dai moderni strumenti come Google Maps, che talvolta fatica
a geo-localizzarle.
Ragioni socio-economiche o calamità naturali quali tornado, alluvioni e incendi, hanno determinato
il loro spopolamento progressivo.
Con le sue fotografie e autoritratti l’artista rappresenta, perciò, quei tòpoi identificati e conosciuti
con il termine di “paesaggi di scarto”, che sono privi di qualsiasi valore sociale ed economico e nei
quali i processi produttivi si sono esauriti. L’utilità di tali luoghi è quindi nulla: è come se non
esistessero o come se fossero delle interruzioni improvvise sulla cartina geografica.
Kyle Thompson, Sinking Ship | |
Dove | aA29 Project Room, Piazza Caiazzo 3, Milano |
Quando | 20 novembre 2019 – 29 gennaio 2020 |
Ingresso | libero |
Info | www.aa29.it |