Sho(o)ts, a Oria i grandi fotografi del Novecento

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ORIA. Ansel Adams, Gian Paolo Barbieri, Gabriele Basilico, Cecil Beaton, Gianni Berengo Gardin, Edouard Boubat, Robert Capa, Ghitta Carell, Henri Cartier Bresson, Giuseppe Cavalli, Mario Cravo Neto, Mario Cresci, Mario De Biasi, Robert Doisneau, Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, William Klein, Helmut Newton, Ugo Mulas, Ralph Oggiano, Franco Pinna, Marc Riboud, Arthur Rothstein, Sebastiao Salgado, Tazio Secchiaroli, Enzo Sellerio, Aaron Siskind, Bert Stern, Weegee, Edward Weston. Sono questi i nomi dei grandi fotografi di SHO(O)TS in mostra a Palazzo Martini fino al 10 settembre.

 

Helmut Newton, At Maxim's, from the series Sleepless Nights, Paris 1978 © Helmut Newton Estate
Helmut Newton, At Maxim’s, from the series Sleepless Nights, Paris 1978
© Helmut Newton Estate

 

La mostra, curata da Angela Madesani e Diego Viapiana, si basa su una scelta di scatti originali, realizzati nel secolo scorso da significativi protagonisti della storia della fotografia italiana e internazionale, e spazia tra diversi temi e diversi autori, nel tentativo di fornire allo spettatore un ampio panorama di cosa è stata la fotografia nel XX Secolo. 
Autori, che con le loro storie e le diverse esperienze, hanno segnato tappe fondamentali non solo nella storia della fotografia ma anche nella storia dell’arte e dell’immaginario visivo.

 

@Capa
@Capa

 

I curatori hanno scelto di esporre una selezione di fotografie in bianco e nero, si tratta di una sorta di percorso attraverso la purezza della fotografia analogica nei suoi momenti fondamentali di ricerca, scelta del soggetto, dell’inquadratura dello sviluppo. 
La tecnica del bianco e nero rimanda ad un’idea nostalgica del passato, che crea un ponte diretto con le nostre emozioni più profonde e naturalmente con la contemporaneità, neutralizzando il filtro del tempo. In tal modo l’immagine è attualizzata e fornisce una corrispondenza immediata con il soggetto, rendendo eterna l’emozione.

 

©Berengo Gardin
©Berengo Gardin

 

Tutti i nomi selezionati hanno lasciato un segno fondamentale nella storia della fotografia, inaugurando con il proprio sguardo nuovi modi di vedere, snodi di passaggio, svolte epocali da cui non è più stato possibile tornare indietro. In questo senso gli scatti, che si tratti della Marilyn di Bert Stern, della natura di Ansel Adams, del mondo dello spettacolo del “paparazzo” Tazio Secchiaroli o di una moderna città di Basilico, sono come colpi al cuore, SHO(O)TS, il cui effetto è indelebile. 
In mostra saranno anche opere di due pugliesi di eccezione, il lucerino Giuseppe Cavalli (1904-1961), fondatore del gruppo della Bussola, presente nella grande mostra sul nostro paese, Italian Metamorphosis 1943-1968, curata da Germano Celant al Guggenheim Museum di New York nel 1994 e dell’oritano di origine Ralph Oggiano.

 

The Mammoth's Reflex
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