In occasione del 75° anniversario della nascita di Michael Schmidt, il Jeu de Paume di Parigi sta ospitando un’importante retrospettiva dedicata all’artista.
La mostra, omaggio a un grande fotografo considerato uno dei maggiori pilastri della storia dell’arte tedesca del XX secolo, presenta foto originali, stampe di opere inedite, progetti di libri e altri archivi che illustrano l’evoluzione del suo lavoro artistico.
Come Bernd e Hilla Becher, Michael Schmidt è uno dei fotografi più influenti del dopoguerra. Ha sviluppato instancabilmente il suo lavoro per cinque decenni. Attraverso la pubblicazione delle sue opere sotto forma di libri e installazioni, sempre in dialogo con il loro luogo di esposizione, ha sviluppato diverse tipologie di presentazione innovative.
Rinnovando costantemente il suo linguaggio formale e scegliendo i suoi temi, Michael Schmidt ha scritto una parte della storia della fotografia ed è oggi un modello per un’intera generazione di giovani fotografi.
Michael Schmidt, innovatore e pilastro della fotografia
Nato a Berlino il 6 ottobre 1945, fu in questa città che ha vissuto e lavorato fino alla sua morte nel 2014. Come autodidatta ha lavorato come fotografo dalla metà degli anni ’70, inizialmente fuori dalla sua città natale. È così che sono nate la serie dedicate a Kreuzberg
e Wedding – due quartieri di Berlino Ovest – che già vanno oltre la semplice descrizione di un quartiere, assumendo un significato più ampio.
È, però, con il libro e la mostra realizzati in collaborazione con il regista e drammaturgo Einar Schleef, che Michael Schmidt si fa conoscere al grande pubblico. Le sue immagini tracciano un ritratto molto personale della città alla fine della Guerra Fredda. Una città ancora tagliata in due, poco prima del cambio d’epoca.
Abbandona poi questo approccio e con la serie Ein-heit (Uni-té) esplora i linguaggi visivi di diverse forme di società e diversi sistemi politici. Utilizza in questa occasione immagini già mediatizzate che mescola a fotografie da lui stesso scattate, pubblicando il tutto in un libro senza testo. In questo modo si guadagna, nel 1996, la prima mostra al Museum of Modern Art di New York. Schmidt è stato quindi il primo fotografo tedesco da decenni a beneficiare di una mostra personale in questo luogo. La sua storia lo porta a sperimentare, nei ritratti e negli scatti quotidiani: il suo è un lavoro unico, che lo vede confrontarsi di volta in volta con la realtà in modo personale ed originale.
Michael Schmidt: la mostra al Jeu de Paume
Per ciascuno dei suoi temi, Schmidt ha sviluppato il proprio approccio alla realtà e la retrospettiva al Jeu de Paume, la più completa fino ad oggi, offre una panoramica completa della sua opera dal 1965 al 2014.
Il suo lavoro, principalmente in bianco e nero, ripercorre la storia della città di Berlino dagli anni ’70 fino a ben dopo la caduta del muro. Lì incontriamo i suoi abitanti, grazie a ritratti spesso realizzati sul posto, per strada o in privato.
Il colore arriva negli ultimi anni della sua vita, con la serie “Foodstuffs” (2006-2010) che viene presentata come un mosaico con grandi immagini disparate che talvolta si duplicano.
Per info: jeudepaume.org