BOLOGNA. Gesti, ambienti, persone e consuetudini dei luoghi della tradizione. E’ “Di bottega in bottega, viaggio nel cuore storico di Bologna” la mostra a cura di Giulio Di Meo, realizzata in collaborazione con IT.A.CÀ Migranti e Viaggiatori – Festival del Turismo Responsabile, che dal 1° novembre al 31 dicembre sarà visibile alla sede Carisbo di Piazza Maggiore.
Negli scatti si ritrovano le antiche botteghe, i laboratori artigiani e i nuovi negozi del biologico e del design, oggetto di un’indagine condotta dalla Provincia di Bologna, insieme al Comune di Bologna, nelle aree del Quadrilatero e del Ghetto ebraico e dintorni. Il Quadrilatero è l’area d’antica tradizione artigianale, mercantile e commerciale, che ha avuto il massimo sviluppo nel Medioevo e ha mantenuto invariata nel tempo la sua vocazione. Qui avevano sede le principali corporazioni di mestiere della città e ancora oggi vi è un’altissima densità commerciale. Il Ghetto ebraico di Bologna conserva intatta la sua struttura urbanistica originaria e rappresenta la parte nascosta e misteriosa della città, dove hanno trovato la loro sede eccellenti botteghe artigianali, che coniugano tradizione e innovazione, e nuove attività legate al design.
La mostra “Di bottega in bottega”, quindi, si può dire che è una rappresentazione visiva del censimento delle botteghe di tradizione e pregio del centro storico cittadino. Artigiani, designer, salumieri, vinai, osti e commercianti raccontano la loro vita di bottega.
Giulio Di Meo, nato a Capua (Ce) nel 1976, è un fotografo indipendente impegnato nel reportage sociale. Crede nella fotografia come strumento per informare e denunciare e come mezzo di cambiamento personale, sociale e politico e promuove, attraverso incontri e workshop in Italia e all’estero, un modo di intendere la fotografia di reportage che non si limiti a informare ma che agisca concretamente e attivamente nelle realtà che documenta. A partire dal 2003 lavora a numerosi progetti fotografici; nel 2007 realizza il libro Cinquant’anni di sguardi, in occasione del cinquantesimo dell’Arci, nel gennaio 2013 pubblica il libro Pig Iron, le cui immagini raccontano le gravi ingiustizie sociali e ambientali commesse dalla multinazionale Vale in Brasile.