AREZZO. “Cortocircuiti cognitivi” è il titolo della personale dell’artista Pierluigi Fresia, a cura di Tiziana Tommei, in mostra dal 2 al 22 marzo alla Galleria 33.
Pierluigi Fresia non è semplicemente un fotografo, forse è un poeta, certamente è un artista. Non parla un linguaggio mutuato dai manifesti pubblicitari e i suoi lavori non sono fotografie su cui ha impresso frasi o parole. Non sono mera somma d’immagine e scrittura. Le sue opere sono concetti intrisi di esistenzialismo. In esse lo spaziotempo non è dimensione fisica e il rapporto tra immagine e scrittura è sovvertito: cos’è immagine nella sua opera? La fotografia o la parola? La seconda. Essa é anche elemento compositivo, al pari della presenza umana – raramente rappresentata, ma sempre avvertita. La fotografia fa da quinta prospettica, da scena, perché la realtà vera non può essere catturata, restituita o rappresentata. La risultante non è all’interno dell’opera, ma nella mente del riguardante. C’è la volontà di coinvolgere attivamente l’interlocutore, che osserva, legge, cerca il nesso tra immagine e testo, non lo trova e fruga nel bagaglio di proprie conoscenze, cercando risposte e certezze. L’artista non possiede alcuna verità, ma invita alla costruzione di storie personali, soggettive: ogni opera è un racconto in potenza, l’incipit è dato e le variazioni sono infinite. Fresia destabilizza, disorienta, costringe a riflettere su se stessi attraverso apparenti rebus, lasciando la libertà di creare e ricreare qualcosa che esiste solo in chi si sofferma di fronte a ciò che è dato. Sul piano formale, la ricerca estetica è fondamentale ed estesa ad ogni dettaglio, non solo all’immagine fotografica, ma, in primis, all’aspetto e alla posizione delle parole. A livello compositivo, le fotografie propongono tagli e inquadrature centrali, apparentemente semplici e d’immediata lettura. L’iter innescato è tutt’altro che lineare: il significato rimbalza dalla rappresentazione al testo e da questo di nuovo all’immagine per arrivare al vero soggetto dell’opera, che coincide con l’ingegno di chi guarda, il quale può far sua l’opera solo nel momento in cui raggiunge la consapevolezza che l’unica verità assoluta è la relatività.
Pierluigi Fresia è nato ad Asti nel 1962, vive e lavora a Pino Torinese – Torino. Attivo in Italia e all’estero dal 1993. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni d’arte private, di fondazioni e musei – tra cui la GAM di Torino. Sono state presentate in numerose fiere d’arte, tra le quali: Arco di Madrid, Artissima a Torino, Artefiera a Bologna, Arteverona a Verona, MIA e Miart a Milano. Nel corso della sua carriera ha esposto in molteplici spazi pubblici e privati. Tra le personali si citano: Galleria Martano, Torino nel 2013, 2010, 2004, 1998; Galleria G7, Bologna, 2008, 2003 e 2000; Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Mombercelli, 2011; Galleria Milano, Milano, 2009; Galleria Leonardi V-idea, Genova, 2000. Si ricorda inoltre la sua presenza alla XXIV Biennale di Scultura di Gubbio, alla rassegna Fotografia Europea 2010 di Reggio Emilia.
L’evento è in collaborazione con Luciferi Visionibus, studio di grafica e fotografia che, per tutta la durata della mostra, sarà spazio collaterale, esponendo nella sua sede in via de Redi 15 opere dell’artista.
Info: www.galleria33.it