MODENA. Tano D’Amico sarà ospite della rassegna “Lo sguardo degli altri” al Teatro dei Venti di via San Giovanni Bosco e il 25 e il 26 febbraio terrà un seminario dedicato al rapporto tra immagini e storia, su cosa succede quando si tenta di raccontare una storia attraverso l’immagine, su come invadono la vita concetti come “memoria” e “poesia”, che valore ha la storia, da cosa scaturisce la forza della fotografia in rapporto all’occhio di chi guarda.
Le immagini sono il mezzo con cui i popoli raggiungono la consapevolezza storica e che solo un fatto ben rappresentato può essere ricordato; l’immagine diventa così il primo simbolo del cambiamento:
“[…] da più di mezzo secolo ormai si è affermato questo tipo di immagine, l’immagine che documenta, che registra. È un tipo di immagine che non ha mai cambiato niente, che non fa altro che perpetuare il modo di vedere di chi comanda. Una rappresentazione letterale della realtà non fa altro che spingere a un’ulteriore passività. Si riduce l’immagine a cosa che non ha una vita propria, che vive in funzione della didascalia”.
“[…] Si costruisce una fotografia che ostenta falsi limiti. Il falso mosso, gratuito, senza motivo, senza causa reale. Il falso fuori fuoco. Il falso buio, il falso scuro […]. Si costruisce un falso limite da cui far scaturire una falsa poesia. […]. Spesso i reportage dei nostri giorni non sono altro che raccapriccianti atlanti degli orrori. […] una immagine forse conta più per l’invisibile che c’è in essa che per le cose e le persone che fa vedere […].”
Il seminario è aperto a tutti, non solo ai fotografi ma a chiunque interessi il tema trattato applicato alle arti figurative, e Tano D’Amico sarà disponibile a visionare il lavoro che i partecipanti decideranno di portare per una valutazione.
I posti sono limitati e le iscrizioni saranno valide in ordine di arrivo.
Luogo: Teatro dei Venti, via San Giovanni Bosco, 150 41121 Modena
Quota di iscrizione 190 euro.
Per info: foto@chiaraferrin.com
Info generali: www.chiaraferrin.com
Tano D’Amico
Libri parole fotografie, un solo percorso di ricerca che si snoda dal 1970 a oggi. Dalle manifestazioni studentesche alla emancipazione delle donne, alla lotta per la casa, agli scioperi e alle occupazioni dove furono protagonisti donne, operai, disoccupati, studenti, sottoproletari e i loro antagonisti – quante volte loro malgrado – carabinieri, infiltrati, agenti di PS, esattori e funzionari. Tutto quello che non poteva interessare i mezzi di comunicazione di massa è rimasto nelle foto di Tano. E’ l’altra storia, l’altra faccia. Dalla parte dei senza nome, dei senza voce e senza volto: i produttori e l’esercito industriale di riserva, quelli che fanno la storia e la storia li scarica ai bordi dei suoi libri. Belli, mai miseri e meschini anche quando la miseria li inchioda alle strade e alle case, alla follia e alla violenza. L’urlo, il pugno, il lacrimogeno, la smorfia il sorriso, la dolcezza la rabbia, tutto questo e il resto concorre a ricordare e a restituire all’uomo una parte della sua bellezza. I primi soldi che Tano prese per le sue fotografie gli furono offerti dagli occupanti abusivi di case a Roma, nel mezzo della loro lotta disperata. Glieli portarono in una busta chiusa sotto una tazza di caffè adagiata su un centrino. Non avevano voluto altri fotografi che lui. Perché lui li guardava stupendi com’erano e loro senza quasi conoscerlo gli volevano bene.Paolo Tonini