BARI. Si svolgerà dal 1° al 27 aprile la rassegna “Si sente ancora l’odore degli acidi“, terza rassegna sulla fotografia contemporanea curata da Massimo Barberio, Roberta Fiorito, Michela Frontino e Maria Teresa Salvati, che si terrà negli spazi dell’ex laboratorio Fotocine Meridionale.
Esperienze e ricerche artistiche presentate attraverso una mostra e un programma di incontri e talk che, seppur fortemente diverse per background e approccio allo strumento fotografico, trovano un territorio comune nel punto di vista privilegiato con cui producono le loro opere.
Uno sguardo che parte, comprende e irrompe dall’interno delle realtà esplorate e che di esse diviene parte imprescindibile.
Sabato 1° aprile a mezzogiorno si darà il via alla rassegna con l’inaugurazione della mostra INSIDE_dentro le storie, collettiva che mette in dialogo i lavori di sette autori italiani ed internazionali – Alexander Aksakov, CESURA, Sean Lee, Amak Mahmoodian, Carlo Rainone, Camilla Riccò e Juan Diego Valera – e una conversazione a più voci che metterà a confronto le esperienze e le ricerche di Stefano Carini (fotografo freelance e picture editor), Giovanni Cocco (autore) e Carlo Rainone (autore), moderati da Lina Pallotta (fotografa e insegnante).
Cosa vuol dire essere vicini o interpretare i propri soggetti dall’interno? Qual è la distanza dalla storia che permette di comprenderla e interpretarla intimamente? Quanto un autore si può spingere per avvicinarsi alla realtà che fotografa? Quali sono le componenti fisiche ed emotive che entrano in gioco nel racconto fotografico?
A partire da queste domande, la riflessione sul tema inside genera una fitta trama di analogie visive, punti di vista e visioni personali che uniscono e legano tra loro le opere degli artisti esposte in mostra. Al centro del percorso espositivo è il trasporto viscerale che conduce al cuore degli eventi, genera e produce immagini. Il linguaggio è parte di un metodo di condivisione empatica e di partecipazione visiva che distingue ciascun autore.
Si parte da uno sguardo sulla storia recentissima con il collettivo Cesura. Il loro lavoro Ado racconta i venti di rivoluzione che hanno scosso il mondo arabo fra il 2010 e il 2011. Il risultato è un ampio lavoro a più mani composto da immagini e video prodotti dal collettivo e dai protagonisti stessi degli eventi. Ado introduce una feconda riflessione sul “citizen photojournalism”, fotogiornalismo partecipato, che coinvolge la testimonianze dei cittadini come punto di partenza nel racconto della notizia.
Spostandoci più a est il fotografo russo Alexander Aksakov con il lavoro 365 Dreams, a metà fra un diario personale e un reportage, ci svela un anno di vita di giovani militari russi che, come lui, devono “pagare il loro debito con la madre patria” in una base militare segreta. Aksakov è riuscito a raccontare, di nascosto e con una macchina fotografica Smena-8M (una macchina fotografica 35mm a basso costo), un’esperienza che solitamente è nascosta agli occhi dei più, mostrandoci momenti di intimità, alienazione, nostalgia, paura, solitudine e volontà di fuggire.
Di alienazione e disorientamento racconta anche il progetto Diente de chucho del fotografo argentino Juan Diego Valera, ma il risultato stilistico, oltre che i contenuti, sono molto diversi. Per Valera si tratta di trasmettere lo stato di confusione e di allarme permanente di un fotografo in un luogo sconosciuto, attraverso l’evocazione di paesaggi e spazi apparentemente comuni. Qui il fattore umano viene usato come ingrediente reiterativo di immagini semplici di un autore incapace di separare l’emotivo dall’obiettivo.
Camilla Riccò, giovane fotografa fiorentina, attraversando diverse storie legate a diversi disturbi alimentari, svela e ci racconta “dall’interno” la malattia e la maniera in cui, chi ne soffre, percepisce se stesso e il mondo circostante. Il progetto, a lungo termine, nasce da un’esperienza personale e indagata, utilizzando immagini d’archivio, testi, still life e collages, le storie di 11 persone che hanno sofferto di disturbi alimentari e che ha personalmente conosciuto nel corso degli anni.
Inside ha anche a che fare con l’accesso e la comprensione delle storie dalle sue viscere; e così il giovane fotografo partenopeo Carlo Rainone entra nelle case, nelle feste, nei luoghi di ritrovo dei cantanti neo-melodici napoletani e in quelle dei presunti nobili vicini ai movimenti neo-borbonici. Un punto di vista privilegiato, quello di Rainone, che consente di avvicinarci a luoghi altrimenti inaccessibili: una società, quella napoletana, multi-sfaccettata e fatta di tanti micro-cosmi con una loro peculiarissima identità.
Di identità parliamo anche con la fotografa iraniana Amak Mahmoodian. Shenasnameh, è il nome del progetto nonché il nome del certificato di nascita ufficiale iraniano. È valido per tutta la vita ma la foto-tessera che essa contiene deve essere aggiornata secondo gli standard nazionali. Amak si rifiuta di far passare l’idea che le donne siano tutte uguali, e attraverso la raccolta di immagini e impronte digitali di diverse donne sottolinea, con delicata analisi, le differenze che rendono tali donne uniche nel loro essere. Un luccichio degli occhi, le sopracciglia, le labbra, uno sguardo con cui
queste donne riconquistano una loro individualità.
Con Sean Lee, artista cinese, entriamo davvero dentro la storia, attraverso la relazione inscindibile tra fotografo e soggetto. Desideroso di comprendere la vita dei lady-boy in Cambogia, ma non pago della realizzazione di un documentario visto da out-sider, per più di un anno Sean ha dato vita e corpo al suo alter ego femminile: Shauna. Il travestimento, la totale immedesimazione nei panni di Shauna è la strategia adottata dal giovane autore per documentare, con incredibile veridicità ed estrema e delicata intimità, la vita del quartiere a luci rosse di Siem Reap.
La rassegna INSIDE_dentro le storie proseguirà giovedì 7 aprile con la presentazione del libro The Modern Spirit is Vivisective di Francesca Catastini e giovedì 27 aprile con la presentazione del libro Diente de Chucho di Juan Diego Valera.
La rassegna, che scandirà le prossime settimane, intende stabilire un dialogo profondo e duraturo con il territorio in cui opera e con il pubblico, a vario titolo, interessato al ruolo della fotografia nella realtà che viviamo ogni giorno. In continuità con le attività didattiche di richiamo nazionale e internazionale che F. project Scuola di Fotografia e Cinematografia porta avanti da oltre tre anni nella città di Bari, questa rassegna conferma l’impegno di una realtà interessata alla divulgazione e alla valorizzazione della cultura fotografica in Puglia e più in generale nel sud Italia.
La mostra INSIDE_dentro le storie è stata concepita in collaborazione con Slideluck, organizzazione non-profit dedicata alla costruzione e al rafforzamento delle comunità attraverso il cibo e l’arte. Dal 2000, Slideluck porta in oltre 100 città in tutto il mondo, eventi che combinano una presentazione multimediale con una cena a buffet.
PROGRAMMA
1° aprile h 12:00
– Talk_INSIDE con Stefano Carini, Giovanni Cocco, Carlo Rainone modera Lina Pallotta.
– Opening della mostra INSIDE_dentro le storie
Artisti: Alexander Aksakov, CESURA, Sean Lee, Amak Mahmoodian, Carlo Rainone, Camilla Riccò, Juan Diego Valera
– Brunch
giovedì 6 aprile h 17:30
Presentazione del libro «The Modern Spirit is Vivisective» di Francesca Catastini
Primo classificato al ViennaPhotoBookAward 2016, The Modern Spirit is Vivisective di Francesca Catastini (Lucca), co-editing di Federica Chiocchetti (The Photocaptionist), è stato pubblicato dalla casa editrice Anzenberger. Il libro riguarda lo studio dell’anatomia, a partire dal fenomeno delle dissezioni pubbliche che, dal Rinascimento fino al primo Illuminismo, si svolgevano pressoché annualmente presso le principali città universitarie italiane ed europee, all’interno di teatri anatomici, coinvolgendo non solo studenti, professori e dignitari della città, ma anche pubblico pagante. Prendendo spunto da questi temi, The Modern Spirit is Vivisective vuole essere una riflessione più ampia sui metodi di conoscenza, su come quest’ultima, soprattutto per noi occidentali, debba spesso passare attraverso la vista e, infine, sul rapporto tra ciò che è visibile e ciò che comunemente è precluso agli occhi. Il lavoro è composto da materiali eterogenei, quali fotografie d’archivio e ritrovate (vernacolari), citazioni testuali, immagini realizzate dall’autrice e illustrazioni tratte da manuali anatomici di diverse epoche, ed è diviso in cinque sezioni, sovrapponibili tra loro, ciascuna relativa a una specifica attività legata alla dissezione.
giovedì 27 aprile h 18:00
Presentazione del libro «Diente de Chucho» di Juan Diego Valera
“Il mio approccio alla fotografia è istintivo è diretto, tutto nasce dal trasporto emozionale e dagli eventi che non posso controllare” così Juan Diego Valera (Córdoba / Argentina) introduce il suo ultimo libro fotografico Diente de Chucho (Ca l’Isidret, Barcellona, 2014), sullo stato di disorientamento e costante allerta che si prova nel contesto di un luogo sconosciuto. Il progetto è un tutt’uno con il corso del tempo, quando l’autore si immerge in situazioni incontrollabili e impreviste, evocando paesaggi e spazi apparentemente comuni. Il sentimento umano, come elemento reiterativo, è parte integrante di queste immagini in cui l’autore si dimostra incapace di distinguere il dato oggettivo da quello emotivo. Le fotografie che compongono il libro sono state realizzate in 28 giorni, a Città di Guatemala. La sequenza mette insieme immagini molto differenti tra loro, ma che rivelano l’appartenenza a un unico flusso di visioni ed esperienze. Fotografie a colori e in bianco e nero, voyeuristiche, intimiste o al limite di un immaginario punk, sono i tasselli di uno stile con cui Juan Diego Valera “costruisce e decostruisce pezzi di un’esistenza quotidiana”.
Tutte le presentazioni e gli incontri sono gratuiti e aperti al pubblico e si terranno negli spazi dell’Ex Laboratorio Fotocine Meridionale | via Amendola 124 /A1 – Bari.