Puntuale anche quest anno, ritorna l’appuntamento con Si Fest 2018 a Savignano sul Rubicone.
Dal 14 al 30 settembre, quindi, via libera a mostre, eventi, letture portfolio e premi fotografici.
Questo con una nuova direzione artistica composta da Roberto Alfano, Laura De Marco e Christian Gattinoni.
Alla sua 27esima edizione il festival – promosso dal Comune di Savignano sul Rubicone, Assessorato alla cultura, e organizzato dall’associazione Savignano Immagini – indagherà su un nuovo tema, On Being Now.
Un tema che, partendo da un punto di vista più intimo e personale, arriverà ad esplorare categorie più complesse e globali che tengono insieme le nostre esistenze svelando le molteplici sfaccettature dello stato dei nostri tempi.
Cosa vedere al Si Fest 2018
Richard Renaldi
Si parte da ‘I Want Your Love’, l’autobiografia visiva di Richard Renaldi, racconto dei momenti più intimi di una vita apparentemente incantata.
All’età di 10 anni Renaldi realizza il suo primo autoritratto, nel bagno della casa di famiglia nella periferia di Chicago, iniziando un lavoro di auto-analisi attraverso la macchina fotografica che è andato avanti per tutta la vita.
Murray Ballard
Ci fa viaggiare tra fantasia e tecnologia Murray Ballard con ‘The Prospect of Immortality’ lavoro che prende il nome dal libro di Robert Ettinger che diede origine all’idea di ‘crionica’.
Ovvero il processo di congelamento di un corpo umano dopo la morte nella speranza che i progressi scientifici possano un giorno ripristinare la vita.
La sua indagine fotografica, dal 2006 e il 2016, è un viaggio attraverso la comunità criogenica internazionale, dalla cittadina inglese di Peacehaven, vicino al mare; attraverso i laboratori high-tech dell’Arizona; alle strutture rudimentali di KrioRus, alla periferia di Mosca.
Carolyn Drake
La serie di immagini che compongono il lavoro ‘Internat’ di Carolyn Drake sono state realizzate tra il 2014 e il 2016 in un orfanotrofio russo, ancora operativo, in cui vengono portati giovani con disabilità.
Si tratta soprattutto di donne che diventano adulte all’interno delle sue mure in completo isolamento.
Un lavoro estremamente toccante che nasce ancor prima dell’inizio degli scatti grazie alla sensibilità della fotografa nell’entrare nelle vite dei soggetti da lei ritratti.
Max Pinckers
L’autore belga Max Pinckers, nella sua opera, esplora le strategie di storytelling visivo nella fotografia documentaria e il rapporto tra estetica, immagini e soggetti.
Come già in lavori precedenti, in ’Margins of Excess’ intreccia realtà e finzione per rivelare allo spettatore una visione più intricata del nostro mondo.
L’autore ci propone sei storie incredibili di persone che hanno fatto scalpore sui media americani, tutte rigorosamente fake.
Questo per sottolineare la natura soggettiva e fittizia delle categorie che usiamo per definire il mondo, mettendo in discussione anche i ‘modelli oggettivi’ dei media giornalistici.
Ina Lounguine
Artista ucraina, nata nel 1993 a Odessa, Ina Lounguine è la figlia più giovane in una famiglia di attivisti e intellettuali.
Il suo lavoro vuole scatenare dibattiti su tematiche politiche e sociali mirando a incoraggiare il dialogo tramite metafore visive.
Con ‘The Price Of A Black Life In America’ si focalizza sul razzismo partendo dagli eventi di Ferguson e Baltimora mentre nel video ‘Chaos Disco’ il ballo diventa esorcismo contro i drammi del mondo.
Lucie Khahoutian
Il corpo di lavoro di Lucie Khahoutian, artista visuale armena di Erevan, aspira a creare un incontro tra la cultura visuale contemporanea occidentale e quella armena tradizionale.
Le sue opere affrontano una vasta gamma di argomenti, pur essendo molto focalizzate su religione, spiritualità e questioni mistiche.
In ‘With all this darkness round me i fell less alone’ il punto di partenza della serie era il rapporto tra isolamento e follia.
Piergiorgio Casotti e Emanuele Brutti
In ‘INDEX G – discontinuità tra sistemi spaziali umani adiacenti’ Piergiorgio Casotti ed Emanuele Brutti partono dall’indice di Gini, una misura statistica di disuguaglianza, per indagare il fenomeno della segregazione residenziale.
Un lavoro, pubblicato nel 2018, svolto nelle periferie degli Stati Uniti in cui il fenomeno è in aumento e si manifesta oggi in macro aree geografiche.
Entrambi gli autori usano la fotografia come mezzo di esplorazione del mondo che li circonda e delle relazioni tra l’ambiente, la società e loro stessi.
Paolo Ciriegia
‘125’ di Paolo Ciriegia nasce dalla rielaborazione dell’autore del conflitto russo-ucraino del 2014, rievocazione del bagno di sangue di Piazza EuroMaidan a Kiev in cui morirono 125 persone.
L’opera ha lo scopo di rielaborare la memoria dell’incidentecreando una sorta di antimonumento, critica implicita alla retorica delle commemorazioni ufficiali.
L’autore, che da cinque anni focalizza la sua ricerca sulle ideologie politiche, l’alienazione e i mezzi di controllo di massa, seziona e rielabora i linguaggi e i loro simboli al fine di svelare le atrocità dietro la guerra e distruggere la falsa e arrogante patina creata dalla propaganda.
Francesco Levy
‘Azimuths of Celestial Bodies’ è un viaggio autobiografico che il giovane fotografo Francesco Levy racconta attraverso la storia della sua famiglia.
Una reinterpretazione di ricordi tramandati che attraversa guerre e migrazioni ed arriva fino a noi sotto forma di diario per immagini.
Filippo Venturi
Vincitore del Premio Portfolio Italia 2017, Filippo Venturi esporrà il pluri-pubblicato progetto ‘Korean Dream’ ultimo capitolo della sua ricerca nella penisola Nord Coreana.
Nelle immagini si percepisce il controllo pervasivo che si respira a Pyongyang: dai parchi giochi agli imponenti teatri, dalle piscine alle sala biliardo, ogni cosa sembra congelata.
Andrea e Magda
Vincitori del Premio Pesaresi 2017, Andrea e Magdasono una coppia di fotografi che lavora nell’area del Medio Oriente.
Il lavoro che hanno svolto, grazie ai contributi del premio e che sarà in mostra a Savignano, è Rawabi: una serie di immagini che racconta l’omonima città palestinese progettata e realizzata in Cisgiordania dal miliardario palestinese-americano Bashar Masri.
Špela Volčič
Vincitore del Premio SI FEST / Portfolio 17 ‘Lanfranco Colombo’ con il lavoro ‘Et Fiat Lux’, Špela Volčičespone le sue tavole traendo ispirazione dallo stile pittorico della natura morta olandese, realizzando ritratti di una natura di plastica illuminata con una luce altrettanto artificiale ed elettrica.
L’autore suggerisce una risposta possibile alle forme di consumo delle immagini, le fotografie di Volčič affermano la necessità di osservare con attenzione, di penetrare con sguardo analitico il soggetto della composizione.
I luoghi del Si Fest 2018
La manifestazione coinvolge l’intero centro storico di Savignano sul Rubicone.
A piazza Borghesi, centro e fulcro del festival, si svolgeranno le letture portfolio; a corso Vendemini si affacciano i principali spazi espositivi come Palazzo Martuzzi, Vecchia Pescheria e Monte di Pietà (che diventerà uno spazio dedicati ai più giovani).
Anche la via Emilia è coinvolta nella zona del Consorzio di Bonifica, Montemaggi Desiger ed Euromobili Montemaggi.
Al di là del Rubicone, all’interno dello storico Palazzo Don Baronio, ci sarà il circuito OFF del Festival che, giunto alla sua nona edizione, proporrà una riflessione sul tema dell’identità nel contemporaneo attraverso incontri con autori, eventi musicali, installazioni, performance e proiezioni.
Per la prima volta, oltre alle mostre degli artisti selezionati tramite bando, sarà presente anche una sezione OFF PAPER dedicata al mondo delle fanzine.
Per tutte le info: www.sifest.it