Fotografia Etica 2020 torna a Lodi e lo fa dal 26 settembre al 25 ottobre con mostre fotografiche dislocate in diversi luoghi della città, anche all’aperto.
Dopo il successo dell’edizione 2019, quest’anno il tema è “Sguardi sul nuovo mondo”, una lente attraverso la quale pensare ad un’edizione in cui saremo come esploratori appena giunti su terre sconosciute.
Il linguaggio attraverso cui conoscere i fatti e le dinamiche del nuovo mondo sarà, come sempre, quello universale della fotografia. Con l’obiettivo di tendere non tanto a un giudizio definitivo sulle cose del mondo, quanto alla comprensione della sua complessità. Magari ponendo il dubbio su opinioni e certezze che avevamo fino a poco prima.
Fotografia Etica 2020, le mostre
Cuore del Festival, il World Report Award.
Sei le sezioni che lo comporranno, con i relativi vincitori scelti dalla giuria composta da Alberto Prina e Aldo Mendichi (festival della Fotografia Etica), Sarah Leen (ex Photo Editor del National Geographic) e Peter Bitzer (direttore dell’agenzia Laif).
Qui si potranno vedere i lavori del russo Nikita Teryoshin, un viaggio nel dietro le quinte del business mondiale della difesa e il back office della guerra; della britannica Mary Turner col suo racconto dei problemi sociali del nord-est dell’Inghilterra a causa della crisi dell’industria carbone.
In mostra anche lo scatto di Francesca Mangiatordi sull’infermiera di Cremona; il racconto di Rosa Maraniello sul mondo della vitiligine e il progetto del tedesco Ingmar Björn Nolting, un viaggio che racconta la Germania durante il lockdown.
Infine gli scatti di Dario De Dominicis, che ci porta nella baia di Guanabara, il porto naturale di Rio de Janeiro, dove lo sviluppo industriale si sta accaparrando il territorio a discapito della pesca tradizionale.
Fotografia Etica e lo spazio Madre Terra
Madre Terra è il nome del nuovo spazio che racchiude tre reportage sul tema. Tra questi il lavoro di Pablo Ernesto Piovano che racconta la lotta della sopravvivenza della comunità Mapuche in Sudamerica.
Da vedere il lavoro del pluripremiato fotografo canadese Aaron Vincent Elkaim sulle difficoltà delle comunità dei nativi nella provincia di Manitoba, in Canada, a seguito della crisi del settore idroelettrico. Infine, l’olandese Jasper Doest ci racconta la bellissima storia di un fenicottero rosso divenuto testimonial ufficiale FDOC.
La sezione Uno Sguado sul Mondo
Questa sezione propone quattro percorsi. Di questi due sono proposti da AFP e vanno a raccontare il Covid nel mondo e le recentissime proteste ad Hong Kong. A loro si aggiungono i lavori del britannico Andrew Testa, un reportage sull’Inghilterra al tempo della Brexit, e dell’australiano Matthew Abbott sulla stagione degli incendi che ogni anno devasta violentemente l’entroterra della sua isola.
Uno spazio del tutto nuovo sarà Storie di Coraggio, che ospiterà due mostre di grande impatto. Qui il lavoro della fotografa americana Maggie Stebber, che ha documentato il primo trapianto facciale negli Stati Uniti ad una paziente molto giovane e del neozelandese Robin Hammond con un importante lavoro sulle questioni di genere.
Il mondo delle organizzazioni umanitarie sarà piuttosto articolato. Qui si trovia la mostra del fotografo Alessio Romenzi che ha seguito Medici Senza Frontiere in azione proprio nel Lodigiano durante l’emergenza Covid.
Immancabile, poi, l’appuntamento con il Premio Voglino che quest’anno è stato assegnato al torinese Giorgio Negro con un lavoro che racconta la dualità Bene e Male. Un dualismo che è sempre affilato durante il tempo di guerra che il fotografo ha sperimentato in prima persona.
Oltre a Lodi, arriva Codogno
Altra importante novità di quest’anno del Festival di Fotografia Etica il coinvolgimento e il sostegno del Comune di Codogno, prima città della zona rossa durante il Covid. In mostra il racconto dell’impatto del virus che ha cambiato il pianeta attraverso storie che offriranno una visione globale e una locale del periodo storico che stiamo vivendo.