È ormai tutto pronto per la nuova edizione di Fotografia Europea 2024 a Reggio Emilia. Il festival fotografico, ormai giunto alla sua diciannovesima edizione, si conferma come uno dei più importanti a livello internazionale. Ma quali sono le date di quest’anno? E quali gli autori scelti per questa edizione 2024?
Le giornate inaugurali da segnare sull’agenda sono:il 26, 27, 28 aprile (con mostre che proseguiranno poi fino al 9 giugno). E i protagonisti? Vediamoli insieme.
La natura ama nascondersi: ecco il tema di Fotografia Europea 2024
Il tema dell’edizione 2024 del festival fotografico di Reggio Emilia è “la natura ama nascondersi” che recupera un celebre frammento di Eraclito. L’intento è quello di scavare tra i legami esistenti tra uomo e natura, il loro delicato equilibrio, le trasformazioni immaginate dagli esseri umani, le dinamiche per superare l’atteggiamento di predominio.
I lavori sono stati scelti dalla direzione artistica che ha visto il lavoro congiunto di Tim Clark (1000 Words), Walter Guadagnini (storico della fotografia e Direttore di Camera – Centro
Italiano per la Fotografia) e Luce Lebart (ricercatrice e curatrice, Archive of Modern
Conflict).
Fotografia Europea 2024: tutte le mostre da vedere
Ma quali sono le mostre da vedere in questa edizione 2024 del festival fotografico di Reggio Emilia. Vediamole subito, suddivise per sede.
FE2024: dieci esposizioni ai Chiostri di San Pietro
I Chiostri di San Pietro (via Emilia San Pietro, 44/c), da sempre cuore del festival, saranno la sede di ben dieci esposizioni – nonché della biglietteria e centro nevralgico della manifestazione per eventi, workshop e bookshop.
Si parte dal piano terra con una collettiva intitolata Sky Album. 150 years of capturing
cloud, a cura di Luce Lebart e Michelle Wilson. La mostra celebra la bellezza delle nuvole
e del cielo, con scatti che dal passato arrivano al presente. Presenti opere di: Gustave Le Gray, Mario Giacomelli, Edward Steichen, Anna Ninskanen, Kalev Erickson, Helen Sear.
Sea of Cortez è invece il titolo di un’indagine che copre più generazioni, in cui Yvonne
Venegas inizia dal lavoro della sua famiglia nelle miniere di rame nella bassa California di
inizio ‘900 per esaminare poi lo sfruttamento minerario, anche attraverso le testimonianze
di persone incontrate durante la sua ricerca.
Il percorso prosegue ponendo l’attenzione sulla crisi climatica e sui rifugiati generati dal
cambiamento del paesaggio, dall’erosione e dall’innalzamento dei mari. Il fotografo indiano
Arko Datto ha esplorato questi elementi nel Delta del Bengala, tra India e il Bangladesh,
attraverso il suo lavoro intitolato The Shunyo Raja Monographies.
Il tema ambientale e il suo fragile equilibrio è quello che Matteo de Mayda indaga
attraverso il suo progetto There’s no calm after the storm. Le foto, di reportage, satellitari e
al microscopio, evidenziano i cambiamenti e le conseguenze che la prodotto la tempesta
Vaia, avvenuta nel nord-est dell’Italia alla fine del 2018.
Ancora paesaggi, questa volta sudafricani, nel progetto di Jo Ractliffe, intitolato Landscaping. La fotografa ha immortalato in bianco e nero i panorami attraverso i suoi viaggi in auto lungo la costa sud-occidentale e invita a riflettere in modo da non giudicare uno scenario in termini estetici ma di esperienza. Seguendo il percorso espositivo attraverso i corridoi dei chiostri si arriva al progetto Permafrost, della fotografa russo-francese Natalya Saprunova. L’esposizione presenta
popolazioni indigene, allevatori e pastori che convivono in simbiosi con un territorio duro e
una natura in difficile equilibrio nell’estremo nord asiatico, sempre più minacciato dalle
conseguenze dell’industrializzazione.
Terri Weifenbach, fotografa americana, in Cloud Physics esplora la connessione tra le nuvole – la loro origine, struttura, composizione – e le forme di vita biologiche, in un modo di vedere le
cose quasi misterioso. Lisa Barnard nella mostra An Act of Faith: Bitcoin and the Speculative Bubble indaga poi lo sfruttamento ambientale per la creazione di beni immateriali, digitali, come le criptovalute, tra le gelide temperature islandesi. L’ultima tappa dei chiostri vede in mostra il progetto Community Gardens of Vertus, Aubervilliers di Bruno Serralongue. L’attenzione della mostra verte sulla continua riduzione di spazi verdi e vivibili per far spazio a costruzioni, nello specifico per i Giochi Olimpici di Parigi 2024, a cui giardinieri parigini si sono opposti.
A Palazzo Magnani una retrospettiva dedicata a Susan Meiselas
Palazzo Magnani (corso Garibaldi, 29) ospita una mostra dedicata alla fotografa americana, in prima linea nella documentazione dei conflitti nell’America Centrale (1978-1983), con particolare enfasi sulla rivoluzione in Nicaragua. L’esposizione, intitolata Mediations, è una raccolta di scatti che Susan ha realizzato dagli anni Settanta a oggi. Tutte opere che la fotografa ama spesso estrarre dal contesto in cui sono state realizzate e analizzarle con un occhio differente. Lo spettro dei temi trattati è ampio e passa dai diritti umani, all’identità culturale, all’industria del sesso.
Libri fotografici e un progetto sull’Appennino emiliano a Palazzo da Mosto
A Palazzo da Mosto (via Mari 7) si trova una produzione realizzata per l’edizione 2024 di Fotografia Europea. Day by Day è il titolo del progetto di Karim El Maktafi. Il fotografo ha affrontato il legame tra uomo e natura, focalizzandosi sulle aree interne dell’Appennino emiliano, quelle distanti dai centri principali, molto estese ma scarsamente abitate.
Il palazzo quattrocentesco vedrà anche una selezione di 116 libri fotografici curata da
Massimo Sordi e Stefania Rössl (OMNE – Osservatorio Mobile Nord Est) chiamata Index
Narure. Una raccolta di volumi che vuole far riflettere sul rapporto tra uomo e natura e, allo
stesso tempo, offrire uno spaccato sullo stato attuale della fotografia e dell’editoria.
Shifter e Nsenene sono invece i titoli dei due lavori selezionati dalla giuria della Open Call promossa da Fotografia Europea 2024 che verranno esposti a Palazzo Mosto. Shifters è il progetto di Marta Bogdańska che scava negli archivi e tra gli articoli alla ricerca delle spie animali in guerra. L’agire animale di delfini, cani, scoiattoli, cicogne in relazione ai loro diritti. Nsenene è invece il lavoro di Michele Sibiloni che documenta la raccolta di cavallette in Uganda, con le
relative incertezze, problemi e cambiamenti dovuti al clima.
Polaroid, foto e disegni a Villa Zironi
Nella dimora in stile liberty di Villa Zironi (via della Racchetta, 20) c’è l’installazione di un progetto di Silvia Infranco. Un progetto in cui l’artista analizza la fitoterapia in un rapporto stretto tra uomo e natura. Radici, curato da Marina Dacci, è un lavoro che si divide tra polaroid, opere su carta, sculture e fotografie estratte dall’Erborario Naturale del Santo Spirito del XVII secolo e tratta 5 erbe fondamentali, la ritualità, il legame con la psiche e con la salute.
Luigi Ghirri e la Giovane Fotografia Italiana a Palazzo di Musei
I Musei cittadini (via Spallanzani, 1) ospitano la mostra Zone Di Passaggio di Luigi Ghirri. Curata da Ilaria Campioli, l’esposizione analizza opere notturne di Ghirri in
antitesi con provvisori bagliori di luce. Questo racconto prosegue con l’affiancamento di
svariate fotografie di autori internazionali per creare un dialogo costante che esplora il buio
come possibilità di narrazione.
I Musei ospitano anche i sette artisti selezionati nel corso dell’undicesima edizione di Giovane Fotografia Italiana. Si tratta di: Claudia Amatruda (Good Use Of My Bad Health), Benedetta Casagrande (All ThingsLaid Dormant), Noemi Comi (Proxidium), Massimiliano Corteselli
(Contrapasso), Camilla Marrese (Field Notes for Climate Observers), Cinzia Romanin
(Transcendence), Alessandro Truffa (Nioko Bokk).
Focus sull’AI allo Spazio Gerra
L’intelligenza artificiale è protagonista allo Spazio Gerra (piazza XXV Aprile, 2).
La mostra New Theaters Of the Real. Collaborating with AI presenta i lavoro di cinque artisti – Xavi Bou, Antti Karppinen, Markos Kay, Katie Morris, Pierre Zandrowicz – che propongono creazioni di fotografia contemporanea nate sfruttando questa tecnologia. Un modo per riflettere sul rapporto tra AI come mezzo creativo e strumento di conoscenza in relazione alla natura.
Alla biblioteca Panizzi si va alla scoperta del territorio reggiano
La biblioteca Panizzi (via Farini, 3) ospita la collezione di Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea. L’esposizione, dedicata alle casse d’espansione del fiume Secchia, presenta le fotografie di Paola De Pietri e Walter Niedermayr. Attraverso scatti dall’alto e
dittici, ragionano sul destino del parco fluviale e le aree sportive e didattiche sfruttate a livello
economico.
La personale di Silvia Rosi alla Collezione Maramotti
Alla Collezione Maramotti (via Fratelli Cervi, 66) ospita la prima personale di Silvia Rosi. In mostra 20 nuovi scatti che affiancano e una miriade di foto provenienti da album famigliari e momenti quotidiani che raccontano le giornate e le esperienze di chi è giunto in Italia dall’Africa prima del Duemila. Supportata dal lavoro di Mistura Allison, Theophilus Imani Imani e Ifeoma N.
Emelurumonye, la fotografa attraverso questo lavoro vuole attivare una community di
afrodiscendenti e trasmettere e condividere esperienze comuni.
Cosa fare nei giorni inaugurali di Fotografia Europea 2024 (e altre domande)
Come sempre le esposizioni avranno a corredo una serie di eventi, approfondimenti e
incontri, oltre allo spazio Bookfair dedicato all’editoria indipendente, oltre a mostre del circuito off (ospitate nelle sedi cittadine).
Il festival di fotografia di Reggio Emilia si svolge dal 26 aprile al 9 giugno. I giorni inaugurali sono tre: 26, 27 e 28 aprile.
Il prezzo del biglietto per accedere a tutte le mostre di FE24 è di 18 euro (costo intero). Sono previste riduzioni (anche per famiglie e studenti).
Palazzo Magnani, Chiostri di San Pietro, Palazzo da Mosto, Villa Zironi e lo Spazio Gerra nelle giornate inaugurali saranno aperti: il 26 aprile dalle 19 alle 23, il 27 aprile dalle 10 alle 23 e il 28 aprile dalle 10 alle 20. Dal 1° maggio al 9 giugno le mostre saranno aperte: il mercoledì e il giovedì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 20.
La mostra di Ghirri a Palazzo dei Musei, invece, rimarrà aperta dal 30 aprile al 9 giugno il martedì, il mercoledì e il giovedì dalle 10 alle 13. Venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 20.
I biglietti del festival di Fotografia Europea 2024 si acquistano alla biglietteria dei Chiostri di San Pietro (via Emilia San Pietro 44/c), a Palazzo Magnani (corso Garibaldi 29) oppure online
da qui.