SAVIGNANO SUL RUBICONE. L’immagine fotografica che esplora lo spazio, lo inventa nella disposizione di sequenze calibrate, lo contamina, lo rappresenta, lo trasforma in senso fisico e mentale e ci interagisce, nel tempo dei luoghi, dei siti e dell’anima. Sarà proprio questo stimolante rapporto a connotare, il 13, 14 e 15 settembre, la 22° edizione del SI Fest, il primo festival della fotografia in Italia per nascita, uno dei più accreditati tra i cultori della fotografia in Italia e all’estero e, soprattutto, uno degli appuntamenti più amati dal pubblico giovanile, per il suo sapore informale, l’internazionalità delle presenze, l’altissimo livello delle mostre molte delle quali presentate in anteprima in Italia, ma anche per l’apertura alle nuove proposte con concorsi, premi, workshop, atelier, letture di portfolio e book fotografici in piazza, la “notte bianca della fotografia”.
Riprendendo dunque il titolo “Specie di Spazi” da un caleidoscopico saggio di George Perec e rifacendosi ad alcune delle categorie indagate dal famoso scrittore – spazio vissuto, spazio libero, spazio critico, spazio immaginario, spazio verde, spazio onirico, i grandi spazi, spazio ordinato, ecc. ‐ l’edizione 2013 del Festival, curata da Massimo Sordi e Stefania Rössl, proporrà una successione di aree tematiche, tutte riferibili alla fotografia e che indagano il termine spazio. Valorizzando le relazioni di continuità tra spazio artistico e urbano, spazio transitorio e consolidato, con una serie di percorsi tematici che s’intersecano tra le vie della città, le tre giornate del Festival consacrano Savignano alla fotografia nelle sue differenti manifestazioni artistiche, generando uno speciale “spazio condiviso” in cui riflettere su tale concetto “come termine assoluto, “dimensione percepita d all’individuo attraverso uno sguardo puro diretto al mondo”.
In questo contesto s’inseriscono le grandi anteprime nazionali, gli incontri con alcuni tra i principali protagonisti della fotografia contemporanea internazionale come Max Pam, Roman Bezjak, Machiel Botman e Joachim Schmid, l’omaggio a un memorabile interprete dell’arte fotografica come Elio Luxardo con il suo gusto iconico, la collettiva di grande respiro europeo – produzione del SIFest ‐ che darà modo di confrontare personalità emergenti dei diversi Paesi e i loro sguardi multiculturali nell’unico contenitore del festival.
L’edizione rivolgerà particolare attenzione anche al tema degli “archivi” e dunque allo “spazio” degli archivi fotografici e alle differenti realtà europee, da sempre oggetto d’indagine del Festival, a paesi lontani come il medio e l’estremo oriente, comunicando la vocazione a trasmettere relazioni con il mondo intero. E’ in questo contesto che s’inserisce per esempio il lavoro dell’australiano Max Pam ‐ certamente uno dei fotografi più autenticamente originali e dotati a livello mondiale ‐ presentato a Savignano in anteprima nazionale. Pam ‐ che inizia a fotografare nel 1970 e giunge al successo internazionale grazie al suo libro “Going East: vent’anni di fotografie in Asia” pubblicato dalle edizioni Marval nel 1992 e vincitore del “Prix du livre” in Francia, il più prestigioso premio letterario europeo – propone ora il risultato dei suoi viaggi degli ultimi dieci anni, che hanno toccato i quattro angoli del pianeta. Utilizzando una varietà di mezzi e tecnologie ‐ macchine fotografiche di plastica, colori saturi o sovraesposti, stampe digitali , fotografie a colori e in bianco e nero, fotocopie (o anche xilografie) e incidenti “apparenti”, Max – come scrive il critico fotografico Robert Cook – “incoraggia continuamente lo spettatore a interpretare gli oggetti come frammenti rivelatori. Erotici, maliziosi e ironici”. Un “Supertourist”, che rileggendo la realtà con il proprio occhio interiore, accompagna lo spettatore in un viaggio attraverso gli spazi/luoghi relazionati del viaggio, del sesso, del desiderio e dell’identità”.
Anche Roman Bezjak, sloveno classe 1962, presenterà per la prima volta in Italia al SIFest gli scatti raccolti nel suo libro “Socialist Modernism – Archeology of on Era”: cinque anni di viaggi nei Paesi dell’Est (tra i quali Polonia, Lituania, Serbia, Ungheria, Ucraina e Georgia) fotografando edifici del periodo comunista. Ne emerge un paesaggio fatto di strane architetture in cemento armato che paiono tratte da film di fantascienza: ci sono le costruzioni gigantesche simbolo dell’energia visionaria del comunismo ma anche i prefabbricati in calcestruzzo, le facciate pallide di sale polivalenti e centri commerciali, “il cui cemento è elemento per raccontare storie di povertà e di conformità desolanti”. Bezjak in realtà non vuole giudicare “ideologicamente” queste architetture ma presentarle in chiave contemporanea, vissute nella quotidianità, proponendo la visuale di un qualunque passante che si trovi tutt’al più sul marciapiede nel lato opposto della strada. In tal senso egli ha fissato regole molto rigide per le sue foto: utilizzando una macchina di grande formato, sempre il medesimo obiettivo e fotografando solo ciò che poteva rientrare in questa cornice, sia per dimensioni degli edifici che per possibile distanza da essi. Parti di costruzioni, tronchi di torri mozzate, strane superfici: il risultato è una raccolta d’immagini completamente diversa da qualunque altro reportage.
Il fotografo olandese Machiel Botman sarà presente al SI Fest con “Lo Spazio Che Sento / The Space I Feel”, un racconto per immagini che concentra le esperienze vissute dall’autore. Prendendo costantemente appunti visivi e riscrivendoli finché non ne è soddisfatto, Botman ricompone le immagini della sua esistenza fissando istanti del vivere quotidiano. Attraverso la costruzione di un processo narrativo che si nutre di esperienze intime, Botman raccoglie immagini fotografiche, ma anche scritti, disegni e tutto ciò che egli ritiene importante. In mostra saranno esposte le fotografie, le pubblicazioni, i video prodotti fino ad oggi dal fotografo.
Tra le tante altre mostre ed eventi che animeranno gli spazi del Festival anche una nuova edizione di “Global Photography” che con le immagini di Daniel Augshoell (IT), Laura Pannak (UK), Sandra Vitaljic (HR), Jeoffroy Pleignet (FR), Regine Petersen (DE), Lotte Sprengers (NL), Michal Lukzak (PL), Anne Golaz (CH), propone un focus sulla giovane fotografia europea contemporanea, inaugurando un programma pluriennale consacrato ai cinque continenti; mentre in esclusiva per il SiFest verrà ricostruita a Savignano la fantasmagorica atmosfera creativa del Circolo ARCI BTOMIC di La Spezia e dell’attività editoriale ANTIBTOMIC‐SELF/PUBLIHING. La mostra‐spettacolo di Jacopo Benassi “Btomiczine n°01” mescolerà infatti in modo scoppiettante le fotografie in bianco e nero della fanzine n. 00, la presentazione in anteprima del nuovo numero e le performance di musicisti di primo piano del panorama sperimentale europeo. Con “Archiv” il grande artista tedesco Joachim Schmid, di fronte al proliferare delle immagini nella società odierna, proporrà il suo personale percorso per una rilettura, ricostruzione, riuso, riassemblaggio di immagini già esistenti e scattate da altri, raccolte dal 1989 al 1999 e ordinate e classificate per tipologie. Sospesa l’attività di fotografo, proprio in contrapposizione a una “civiltà dell’immagine” sempre più frenetica, Schmid si pone come collezionista entusiasta del riciclaggio, catalogatore ed ecologista, fondendo due temi fondamentali dell’arte contemporanea: il ready made duchampiano e la “morte dell’autore” formulata da Roland Barthes.
Di “formazione” degli archivi fotografici si discuterà inoltre nel convegno organizzato in collaborazione con l’IBC dell’Emilia Romagna e all’universo del collezionismo va ri condotto “SENSO. Fotografie di Elio Luxardo 1932‐1944”: un omaggio all’arte del fotografo milanese Elio Luxardo (1908 – 1969) antesignano di Robert Mapplethorpe e Annie Leibovitz. La ricerca espressiva di Luxardo, perfetto ritrattista del mondo patinato di Cinecittà celebrato nei divi e nelle divine, “scultore” della luce che privilegiava la metafora piuttosto dell’effetto realistico, non si è mai limitata – soprattutto nel suo lavoro sul corpo svelato, quasi di sapore amatoriale e carico di una sensualità vicina a quella del mitico film di Luchino Visconti ‐ a un’esposizione fredda e banalmente “superomistica” della bellezza. Così, i ritratti in bianco e nero selezionati per la mostra evidenziano proprio l’originalità e la modernità di questo grande maestro della fotografia. Tra le novità al SI Fest di quest’anno da segnalare anche la mostra “L’archivio nel libro”: un viaggio ideale all’interno di più di sessanta volumi che riconfigurano, in forma di libro, immagini e documenti provenienti da archivi istituzionali, archivi privati, album di famiglia e web, attribuendogli significati nuovi e inattesi come quelli rivelati da Franco Vaccari nei due video che esplorano l’universo personale e biografico dell’artista modenese. Si parlerà inoltre di come costruire un archivio del contemporaneo con il progetto fotografico Adriatic Coast to Coast dedicato all’indagine dei territori della costa occidentale e orientale del mare Adriatico: una mostra con le immagini realizzate da quattro scuole italiane e una tavola rotonda faranno il punto sullo stato del paesaggio costiero e sull’importanza di istituire un’archivio del paesaggio Adriatico. Quindi spazio ai giovani autori, alle scuole, ai workshop, agli emergenti vincitori del Premio Portfolio e del Premio Pesaresi dello scorso anno che si rinnovano e si ripropongono in questo SI Fest sempre più ricco e intenso.
More info: http://sifest.net