Inizia settembre e con settembre torna anche l’appuntamento con Phest 2018See Beyond the Sea, il festival internazionale di fotografia e arte a Monopoli, in Puglia.

E per due mesi, dal 6 settembre al 4 novembre, la cittadina si trasformerà in una galleria d’arte a cielo aperto con 21 mostre che, contemporaneamente, abiteranno spazi e luoghi al chiuso e all’aperto nel cuore di Monopoli.

Phest 2018 quest anno si arricchisce di nuove location e prestigiose collaborazioni. Oltre al Porto Vecchio, alla Muraglia di Porta Vecchia, alle Mura del Castello e il Centro Storico, le mostre saranno di casa a Palazzo Palmieri, Castello Carlo V, Chiesa Santi Pietro e Paolo e Palazzo Martinelli.

Davide Monteleone Phest 2018
NORTHER SEA ROUTE FROM MURMANSK (RUSSIA TO HUANGHUA (CHINA) ON BOARD OF THE VESSEL NORDIC ODYSSEY. 71°18’N 164°13’E – 19/07/2012 – 13:15 UTC. © Davide Monteleone

Le mostre di Phest 2018

Phest 2018
Dalla serie ‘on board’ © Edoardo Delille

Edoardo Delille

Un progetto speciale sul territorio dedicato ai porti sarà esposto sulle mura del Castello. Tredici le fotografie che compongono “On Board” commissionato da Phest al fotografo fiorentino Edoardo Delille.

Gli scatti sono stati realizzati durante la residenza artistica del fotografo a Palazzo Fizzarotti nei porti di Bari e Brindisi con l’obiettivo di restituire con queste foto l’idea di quello che i porti sono stati, sono e saranno sempre: luoghi di transito, luoghi in cui tutto si mescola, luoghi in cui meravigliosamente tutto può accadere.

Phest 2018
© Pino Pascali

Pino Pascali


Da qui si accede all’interno del Castello dove saranno allestite le mostre di Pino PascaliGuardare il mare”, a cura di Antonio Frugis e Roberto Lacarbonara.

In collaborazione con Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a Mare, la mostra presenta una selezione di scatti realizzati da Pino Pascali nel 1965.

Foto che documentano lo studio che Pascali compie tra Napoli, Ischia e Capri Casamicciola, utilizzando per la prima volta il mezzo fotografico al fine di indagare il paesaggio portuale e urbano.

Un’esposizione che anticipa la grande e inedita retrospettiva fotografica dedicata all’artista che la Fondazione ospiterà nei propri spazi tra ottobre e novembre 2018.

Phest 2018
© Kole Idromeno

Kolë Idromeno

Sempre all’interno del Castello sarà allestita la mostra di Kolë IdromenoLe due strade di Idromeno” a cura di Adrian Paci. Le immagini, arrivate dall’archivio del Museo Marubi a Scutari (Albania), creano un dialogo con uno dei suoi dipinti più conosciuti Dy Rrugët (Le due strade).

Phest 2018
Dalla serie ‘Fata Morgana’ © Alessia Rollo

Alessia Rollo

Si passa quindi alla muraglia del porto vecchio per la mostra in esterno della leccese Alessia RolloFata Morgana”.

Un racconto tra realtà e immaginazione che cerca di creare delle visioni alternative alla tematica migratoria e di superare gli stereotipi visivi trasmessi dalle immagini di cronaca, evocando in maniera originale il mito illusorio di un’Europa diventata miraggio e i conseguenti fenomeni di sfruttamento e lavoro nero.

Phest 2018
Archivio Brigida

#WEWEREINPUGLIA

Tra il porto vecchio e il centro storico sono già apparse, incollate con acqua e farina, delle gigantografie di uomini, donne, bambini e intere famiglie.

Si tratta degli scatti raccolti dall’associazione Phest, impegnata nel recupero delle fotografie amatoriali e familiari nella città di Monopoli e della Puglia, per essere condivise come patrimonio collettivo per Album – Archivio di Famiglia, di cui la mostra #WEWEREINPUGLIA rappresenta il primo esito della raccolta.

Un’operazione di street art a cura di Leo & Pipo, duo di artisti francesi che creano una osmosi tra passato e presente, riportando alla memoria ricordi di chi eravamo per capire meglio chi siamo e chi dobbiamo essere.

Album è anche una selezione dall’Archivio Brigida, storico studio artistico fotografico attivo dal 1894 al 1973 a Monopoli.

La mostra, aperta al pubblico gratuitamente, espone riproduzioni di fotografie d’epoca provenienti dall’Archivio Brigida visibili a Palazzo Martinelli.

Inoltre per il periodo del festival la sede della mostra si propone anche come sportello permanente, attrezzato con uno scanner, per continuare la raccolta e la digitalizzazione immediata dei materiali fotografici d’epoca raccolti sul posto.

Phest 2018
Carson city VI / Vargarda, Svezia, 2016 © Gregor Sailer

Gregor Sailer

Nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo poi la mostra Gregor Sailer che, con il suo “The Potemkin Village” rievoca la leggenda del generale russo e mostra intere strade mascherate con la riproduzione grafica di reali architetture.

Lo spettatore ha così accesso a un mondo di falsi e scenografie che chiamano in causa le assurde aberrazioni della nostra società contemporanea.

Qui si trova “Costruire, 2018” installazione ambientale in divenire a tecnica mista di Marco Neri. Il primo dei quattro interventi artistici site specific in mostra a Phest e organizzati in collaborazione con Crac Puglia | Centro Ricerca Arte Contemporanea di Taranto, con la curatela di Roberto Lacarbonara.

Phest 2018
F.project, Approdi, Davide Vacca

Le mostre a Palazzo Palmieri

A Palazzo Palmieri saranno moltre le mostre da vedere. Tra cui le dieci selezionate da Troilo e Rinaldo e tre realizzate in collaborazione con Phest.

Approdi – F.project

Al pianterreno, nella stanza sulla sinistra, si potrà vedere “Approdi” di F.project – centro di formazione e ricerca sulla fotografia e l’immagine contemporanea a cura di Roberta Fiorito e Maria Pansini con l’allestimento video a cura di Nico Murri.

Una ricerca visiva a più mani che ha come focus il Porto di Bari: quattro km di costa che vanno dal vecchio molo San Nicola, all’ingresso del centro storico, al porto nuovo. Una infrastruttura marittima d’eccellenza che ha da sempre fatto della città un ponte fondamentale verso Oriente.

Il proggetto, realizzato da un gruppo di studenti del secondo anno coordinati dalla docente e fotografa Maria Pansini e dal fotografo dell’Agenzia VII Stefano De Luigi, racconta una sfaccettatura di un luogo fatto di grandi spazi, angoli più remoti – come nel caso del vecchio acquario – e poi i pescatori della darsena, i turisti, i pendolari da est a ovest, per restituirne un affresco contemporaneo e sfaccettato di un luogo cardine per la città.

Phest 2018
© Nicolò Tauro

Nicolò Tauro


A destra invece si trovano “Call of Beauty”, un progetto fotografico di Nicolò Tauro per PhEST su idea della urban spa Beautique di Bari e Mila Uffici Stampa in collaborazione con la cooperativa Auxilium che gestisce il Cara di Palese e la rete Sprar di Bitonto.

In mostra ritratti di donne. Madri, mogli, figlie, tutte richiedenti asilo politico, più una mediatrice culturale, che rappresentano la babele della bellezza. Donne che hanno sfidato il mare per raggiungere la nostra terra portando con sé non solo gli orrori che le hanno costrette a scappare, ma anche le proprie tradizioni. Un passato difficile si trasforma in storie di rinascita attraverso la riscoperta della propria femminilità.

E infine “Puglia delle meraviglie”, una mostra di etichette di artisti realizzate con illustrazioni di Chiara Dattola, Valeria Petrone, Giordano Poloni e Lorenzo Tomacelli per il rosé Calafuria di Tormaresca. Un modo creativo per raccontare un vino è raccontare la terra da cui nasce con immagini talvolta divertenti, talvolta poetiche, sicuramente tutte unite dalla voglia di rappresentare la Puglia.

Phest 2018
Dalla serie ‘My story is a story of hope’ © Patrick Willocq

Patrick Willocq

Si sale poi ai due piani superiori di Palazzo Palmieri per le dieci mostre finali.

Passeggiando per le sale del primo piano e del piano nobile dello storico palazzo monopolitano i visitatori incontreranno Patrick Willocq con il suo “My Story is a Story of Hope”: la storia umana di due comunità, una francese e l’altra di richiedenti asilo, costrette, loro malgrado, a convivere.

950 abitanti locali e 50 rifugiati vivono insieme a Saint-Martory in Francia. Questa convivenza imposta dal governo nell’estate del 2016 ha ispirato Willocq a creare questo ambizioso progetto artistico che, con un profondo significato politico, mostra come gli abitanti accolgono o respingono i rifugiati.

Phest 2018
India 1998 © Alex Majoli

Alex Majoli

Alex Majoli con “Hotel Marinumripercorre i porti del mondo. Porto inteso come luogo di transizione, come momento accaduto, come vita che scorre. È lo spazio di chi vive di fronte al mare, sempre pronto a partire, a scappare.

“Hotel Marinum” è uno spazio di passaggio, di incontri, di incroci, è un porto che assomiglia a sé stesso e a tutti gli altri porti del mondo. Non ha un nome, non ha una precisa localizzazione, se non quella di trovarsi di fronte al mare.

Phest 2018
Dalla serie ‘Soup’ © Mandy Barker

Mandy Barker

La pluripremiata artista inglese Mandy Barker da sempre è interessata all’ambiente e alle dinamiche globali che ne causano il deterioramento. Sue  serie fotografiche concentrate sui rifiuti plastici che soffocano gli oceani del mondo e mettono in grave pericolo l’ecosistema marino.

A PhEst porta “Soup” un progetto fotografico che include immagini esteticamente attraenti ma profondamente inquietanti una volta messa a fuoco la tematica. La sua è una denuncia contro l’inquinamento attraverso queste composizioni visive realizzate con detriti di materiale plastico di uso comune disperso negli oceani e raccolto in varie spiagge del mondo.

Phest 2018
Dalla serie ‘X-Ray vision vs Invisibilty’ Noelle Mason

Noelle Mason


Noelle Mason con la serie “X-Ray Vision vs. Invisibility” presenta gli effetti fenomenologici delle tecnologie visive nella percezione dei migranti clandestini.

La serie trasforma in oggetti le immagini fatte a scopo di sorveglianza al confine USA/Messico, le decontestualizza, rendendole opere d’arte.

È un pugno nello stomaco che vuole far riflettere il visitatore sulle dinamiche politiche e sociali di stampo neocoloniale tuttora esistenti.

Phest 2018
Imizu, dalla serie ‘Ultradistancia’ © Federico Winer

Federico Winer

Si prosegue ancora con Federico Winer e la sua “Ultradistancia”. Una ricerca in cui l’artista argentino prende il via dalla fascinazione per le mappe, rivelatrici della curiosità umana verso il mondo.

A partire da immagini satellitari di Google Earth, Winer crea dei tableaux in cui forme geometriche e colori portano l’osservatore fuori dal mondo e poi di nuovo all’interno.

Il mouse è il pennello attraverso il quale l’artista seleziona e crea un paesaggio, una Geografia Estetica che ci affascina per la sua bellezza e immensità, e allo stesso tempo ci riporta a una dimensione umana, riconoscibile, nostra. Che fa vedere il nostro mondo con occhi diversi.

Phest 2018
NORTHER SEA ROUTE FROM MURMANSK (RUSSIA TO HUANGHUA (CHINA) ON BOARD OF THE VESSEL NORDIC ODYSSEY. 70°09’N 173°40’E – 20/07/2012 – 10:15 UTC. © Davide Monteleone

Davide Monteleone

Giro di boa con Davide Monteleone e il suo “A Modern Odyssey”, progetto realizzato durante un viaggio reale sulla nave da trasporto Nordic Odyssey, che trasportava 70.000 tonnellate di ferro grezzo dalla città portuale russa Murmansk.

Un viaggio dentro a sé stessi che ci porta a riflettere, invitati da Monteleone, sul senso del viaggio e del desiderio di viaggiare. Quell’inquietudine così ben descritta da Fernando Pessoa che, dalla sua nativa Lisbona, ha raggiunto tutte le mete possibili senza mai aver fatto un viaggio.

Phest 2018
Untitled © Collettivo Azimut

Collettivo Azimut


Il Collettivo Azimut, costituito da artisti che ormai da tre anni indagano la questione della migrazione dei profughi mediorientali, nato sotto l’egida di Fondazione Fotografia Moderna, presenta a PhEST il suo lavoro di ricerca attraverso l’installazione “Today, tomorrow and the day after tomorrow” (2018) e il video a tre canali “Untitled” (2016).


Il giro a Palazzo Palmieri si chiude con le ultime tre installazioni di arte contemporanea in collaborazione con Crac Puglia. Sono “Dimore 2011 – 2018” del barese Francesco Schiavulli, lavoro che definisce l’unità minima di esistenza e lo spazio di movimento di uomini privati della propria libertà, come i migranti che cercano di ridefinire la propria identità a partire dalla ricerca di un luogo di vita, di una “dimora”; quella di Francesco Strabone “Mai, 2018”. L’opera si compone di una imbarcazione sulla quale l’artista brindisino depone un cumulo di ossa scolpite in gesso e argilla alludendo ai tragici eventi migratori in forma votiva. La sala che ospita il relitto diviene luogo di meditazione e mistero. E “Gradi di vergogna, 2018” di Dario Agrimi: le recenti vicende migratorie nel Mediterraneo sono ricordate dalle otto vasche metalliche piene di olio nero che rimandano alla fredda serialità del conteggio dei corpi ritrovati in mare e dei feretri disposti di fronte allo sguardo impassibile dell’osservatore.

Phest

Quando: dal 6 settembre al 4 novembre 2018

Orari: dal 7 al 30 settembre 10-13 / 16-20 –
dal 1 ottobre al 4 novembre 10-13 / 16-19

Sempre chiuso il lunedì.

Ingresso: 8 euro intero; 5 euro ridotto. 

Per info: www.phest.it