“Me, Myself and Eye” è il fil rouge della nuova edizione del festival internazionale di fotografia Cortona On The Move 2022 che si svolgerà a Cortona, in Toscana, fino al 2 ottobre.
La manifestazione, alla 12esima edizione, vedrà ancora una volta decine di mostre dislocate tra il centro storico della città, la Fortezza medicea del Girifalco e la nuova location “Stazione C” (vicino alla Stazione di Camucia-Cortona).
L’evoluzione del linguaggio visivo al centro di Cortona On The Move 2022
La fotografia è oggi più presente che mai, assurta a linguaggio universale, prodotta, condivisa e consumata in maniera pervasiva. Il festival, attraverso le mostre, riflette su autorialità, punto di vista e legittimità, su come soggetto e oggetto si intersecano, dialogano e finiscono col coesistere.
Osservando queste dinamiche, indaga la fotografia come mezzo di espressione e condivisione, come illustra il nuovo direttore artistico Paolo Woods: “ricercando la sua anima senza sfuggire al dibattito, ma sempre aspirando al poetico. Esplorando i limiti estremi del mezzo come audaci astronauti e le storie sepolte come meticolosi archeologi”.
Nell’edizione 2022, il festival di Cortona On The Move prosegue la sua ricerca nell’ambito della fotografia documentaria con particolare attenzione all’incessante evoluzione del linguaggio visivo.
“Estendendo le collaborazioni internazionali e presentando produzioni originali e inedite, il festival ambisce a diventare un protagonista della produzione fotografica a livello internazionale” dichiara Veronica Nicolardi, direttrice del festival, “e a rendere la sua ricerca sul linguaggio fotografico accessibile e comprensibile al grande pubblico, facendone un fattore di scambio e accrescimento culturale”.
Quali mostre vedere in questa edizione
Cosa succede esattamente quando fotografiamo? La fotografia è un’arma o un faro illuminante? Chi ha il diritto di fotografare cosa? Il consenso di chi è fotografato è d’obbligo? Stiamo ancora fotografando finestre o siamo solo persi in una gigantesca sala degli specchi guardando noi stessi all’infinito?
Sono questioni discusse da decenni e intrinseche nella natura del mezzo, ma che sono recentemente riemerse con nuovo vigore. La presa di coscienza che sia urgente riconsiderare come siano rappresentate etnia, genere e classe sta sconvolgendo vecchie regole non scritte e scrivendone di nuove.
Un’indagine che si ritrova nei lavori di:
- Jacob Holdt – American Pictures – I Just Do Things a cura di Lars Lindemann e Paolo Woods. Una raccolta di oltre 18 mila fotografie che documentano il razzismo, la povertà, l’oppressione, l’amore, l’odio e l’amicizia in America.
- Enoch Boateng (Focus and Blur); Sam & Ekta; Thomas Sauvin; Oreste e Ivana Pipolo; Manal Alhumeed; Valerie Baeriswyl; Lindsay Ladd; Juan de la Cruz Megías Mondéjar; Massimo Stefanutti, mostra collettiva I Do (Sì, lo voglio). Una selezione di alcuni fotografi di matrimonio provenienti da 4 continenti, creatori di una memoria personale e collettiva che rispecchia fedelmente la società in cui operano. Fotografie che sono la cartina tornasole di una determinata cultura.
- Jojakim Cortis e Adrian Sonderegger – Icons. Un progetto a lungo termine dedicato a immagini iconiche della storia della fotografia internazionale.
- Stacy Kranitz – As it was Give(n) to Me. Un racconto sull’esplorazione e l’estrazione del carbone nella regione degli Appalachi, negli Stati Uniti.
- Gregory Halpern – Let the Sun Beheaded Be. Un focus sul paesaggio e le persone che abitano l’arcipelago caraibico della Guadalup e che spesso rivelano le “correnti sotterranee” delle esperienze locali.
- Walter Niedermayr – Transformations / Dialogo tra il self e il luogo in partnership con Intesa Sanpaolo. Le immagini fotografiche e video di Niedermayr mirano sempre a “esporre”, più che a “riprendere” qualcosa che, se si trova incontestabilmente di fronte all’obiettivo, è al tempo stesso il risultato di processi invisibili.
- Martin Parr & The Anonymous Project – Déjà View. A Conversation in Colour. Un dialogo visivo tra due vasti archivi fotografici: quello del fotografo britannico Martin Parr, considerato uno dei più importanti autori viventi, e quello di The Anonymous Project, iniziativa artistica avviata nel 2017 da Lee Shulman, che raccoglie e conserva diapositive a colori scattate da fotografi non professionisti in tutto il mondo. Gli abbinamenti di immagini che ne risultano sono spesso inaspettati, e fanno riflettere su quanto profondamente cambi il significato di un’immagine a seconda dell’osservatore e del contesto.
- Izaak Theo Adu-Watts – No Ordinary Love. Le immagini di questa mostra sono state selezionate tra le migliaia che Izaak Theo Adu-Watts posta sul suo account Instagram @izaaktheo, dove ha condiviso la sua vita quotidiana e la transizione dal sesso femminile a quello maschile.
- Martina Bacigalupo – Gulu Real Art Studio. Una raccolta di resti di fototessere che nasconde una storia interessante tra povertà e cultura.
- Jan Banning – The Sweating Subject. Una serie di ritratti di gruppo di capi tribali e delle loro tribù Gonda o Dagomba, nella quale compare anche il fotografo olandese Jan Banning. Immagini che ricordano la fotografia coloniale.
- Alessandro Cinque – Ser y aparecer. La storia che si nasconde dietro alle fotografie che i campesinos esibiscono sulle pareti delle loro case, che spesso sono solo ingrandimenti delle fototessere.
- Alexander Chekmenev – Passport. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, tutti i cittadini dell’Ucraina hanno avuto un anno di tempo per sostituire i loro vecchi passaporti sovietici con quelli nuovi ucraini. Le foto, spesso realizzate in casa, dietro il fondale bianco delle fototessere, nascondono una particolare realtà.
- Jah-Nita – Ride, Set, Match. Jah-Nita è l’avatar con cui Anita, sul suo account Instagram @jah_nita interpreta un personaggio che corrisponde alla tipologia del veicolo che incontra, indossando l’abito più coerente con lo stile della vettura.
- Carlo Rainone – La foto con Dios. A cavallo tra il 1984 e il 1991, a Napoli nasce una nuova categoria di fotografie: la “foto con Maradona”. Fare una foto insieme a Maradona è un rito personale e collettivo. Nel 2017 Carlo Rainone ha cominciato la caccia alle inestimabili “reliquie”.
- Niccolò Rastrelli – Covid-19 Face Wear. Se è vero che viviamo in un mondo in maschera, la nuova “icona” è la mascherina chirurgica. La quarantena ha acceso l’immaginazione di molti e suggerito alternative al prodotto standard per distinguersi dall’omologazione. Così per strada vediamo un mare di volti coperti da mascherine di ogni genere, persino “fashion”.
- Nicolas Righetti – The Dictatorship of Image. Negli ultimi trent’anni Righetti ha sviluppato un’ossessione visiva per l’immagine dei leader delle “zone grigie” di questo mondo, come i Kim in Corea del Nord, Bashar al-Assad in Siria, Lukashenko in Bielorussia o Erdoğan in Turchia. Il suo lavoro fotografico rivela il decorum del potere e ne riprende la messa in scena, stando al suo stesso gioco.
- Christian Lutz – Citizens. In Svizzera i populisti sono la principale forza politica al governo. Nel 2013, Christian Lutz assiste alla loro ascesa politica e trova nella fotografia una risposta al terrore nei confronti di quello che sentiva essere un tentativo di prendere in ostaggio le persone e le menti del suo Paese. Ha iniziato a viaggiare in tutta l’Europa, facendo tappa nelle roccaforti populiste e partecipando ai raduni nazionalisti in tutto il continente, fino al 2020.
- Lucas Foglia – Constant Bloom (progetto in corso) in partnership con Autolinee Toscane. Le farfalle Painted Lady percorrono la distanza più lunga mai documentata per una migrazione di farfalle. Nelle foto queste farfalle tracciano un collegamento tra persone diverse in luoghi diversi: sono una metafora del mondo interconnesso e della nostra responsabilità di prendercene cura.
Le mostre di Cortona On The Move AlUla
Presente a Cortona anche i lavori di Cortona On The Move AlUla, un’edizione internazionale e site specific che si è svolta ad AlUla, in Arabia Saudita, in collaborazione con Arts AlUla, parte della Royal Commission for AlUla.
In particolare si potranno vedere i lavori di:
- Hussain Alsumayen – Wrinkles
- Huda Beydoun – A Disparate Familiar
- Martin Kollár – Objects in mirror are closer than they appear
- Hayat Osamah – Fast – Paced
- Eleonora Paciullo – المرأة (Almar’a)
- Awoiska van der Molen – Under Land
Altre mostre da non perdere
Presenti anche altre mostre nate dalla collaborazione con altri festival internazionali o realtà attive sul territorio italiano e non. In particolare, parliamo di:
- Jessica Auer – The Falcon’s Garden in collaborazione con Rencontres internationales de la photographie en Gaspésie. Un lavoro che riguarda lo studio dei paesaggi in qualità di siti culturali.
- Storie di Umanità. Fotografi per Medici Senza Frontiere. Un progetto che vuole promuovere una riflessione collettiva sul nesso tra fotografia e solidarietà e umanità. A Cortona si potranno vedere le fotografie di: Yarin Trotta del Vecchio; Filippo Taddei e Giuliano Lo Re.
- Premio Ponchielli, in collaborazione con GRIN. Esposti i lavori di Gabriele Galimberti; Nicolò Filippo Rosso e Tomeu Coll.
Info: www.cortonaonthemove.com