PhEST 2023 trasforma Monopoli in un museo a cielo aperto

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Saranno due mesi all’insegna della fotografia quelli proposti da PhEST 2023. Il festival internazionale di fotografia e arte tornerà a Monopoli, in Puglia, 1° settembre al 1° novembre.

Ancora una volta la città di Monopoli si trasformerà in un museo a cielo aperto, aprendo al pubblico e agli artisti palazzi storici e antiche chiese.

Dalla serie Another Online Pervert ©Brea Souders
Dalla serie Another Online Pervert ©Brea Souders

Essere umani: il tema di PhEST 2023

L’ottava edizione del festival fotografico di Monopoli è dedicata al tema Essere umani. L’intento è interrogarsi sull’uomo e sul cosa voglia effettivamente dire oggi essere umani.

Esplorando tappe, stili di vita, emozioni, credenze e passioni, il festival vuole interrogare lo spettatore proponendo una varietà di rappresentazioni dell’essere umani con uno sguardo interdisciplinare su cultura, natura, relazioni, attraverso la psicologia, la filosofia e l’antropologia.

Tratterà i grandi temi del pensiero contemporaneo; la trasformazione dei valori e delle loro pratiche e la complessità delle attività e delle interrelazioni tra gli esseri senzienti in tutto il pianeta. Comunità, famiglia e consapevolezza globale insieme a tecnologia, migrazione sono alcuni dei punti chiave del nostro essere animali sociali in questo mondo.

Dalla serie Corazonada
© Giulia Gatti
Dalla serie Corazonada © Giulia Gatti

Le moste fotografiche di PhEST 2023

Artisti da tutto il mondo – selezionati dal direttore artistico Giovanni Troilo con la curatela fotografica di Arianna Rinaldo – verranno coinvolti in mostre, portfolio review, masterclass, installazioni, nutrendo una comunità vibrante e diversificata di creativi e appassionati.

Lisa Sorgini – Mother

Artista australiana di fama internazionale, Lisa Sorgini è profondamente interessata al modo in cui le nostre relazioni familiari appaiono e cambiano nel tempo, con una predilezione per la rappresentazione del ruolo della madre.

Mother è una panoramica di immagini scattate in varie località dell’Australia a madri e figli negli ultimi 7 anni di attività dell’artista. Un lavoro che racconta uno dei topoi della produzione di Lisa Sorgini, quale la figura materna e l’evoluzione del ruolo della stessa sia in relazione alla crescita e alla maturazione dei figli sia in relazione alle aspettative della società.

Elinor Carucci – Midlife

Elinor Carucci, artista israelo-americana, combina l’estetica dell’istantanea fotografica da album di famiglia – poco costruita ma estremamente evocativa e comunicativa – all’estetica della messa in scena teatrale.

Midlife è un viaggio attraverso la maternità, il matrimonio, la malattia, l’amore e l’invecchiamento. Seguendo le dinamiche quotidiane della vita familiare e gli alti e bassi delle relazioni, cifra stilistica dell’arte fotografica di Elinor Carucci, Midlife è un documento viscerale, emotivamente carico ed onesto dell’esperienza di una donna che vive il cambiamento.

Koos Breukel – Me We

Koos Breukel è uno dei più prolifici e apprezzati fotografi ritrattisti dei Paesi Bassi. Nel corso della sua carriera ha realizzato ritratti di decine di suoi colleghi fotografi. Me We è, finora, l’opera magna di Koos Breukel, che riunisce le immagini dei primi 30 anni della sua carriera.

L’opera racconta una storia di vita universale, ma molto personale: le fotografie raffigurano e attraversano ogni fase della vita, dalla nascita alla morte. Ne risulta un album di famiglia alternativo e universalistico e un’agenda personale sullo sviluppo artistico di Koos Breukel. Una dichiarazione sulla vita e una retrospettiva della carriera di uno dei più grandi ritrattisti dei nostri tempi.

Dalla serie Midlife
© Elinor Carucci
Dalla serie Midlife © Elinor Carucci

Zed Nelson – The Family

Noto per progetti fotografici personali e a lungo termine che indagano intorno alla società contemporanea, Zed Nelson ha rivolto sempre più la sua attenzione alla società occidentale, adottando un approccio maggiormente concettuale per riflettere sulle questioni sociali attuali.

The Family vede la luce 25 anni fa, quando una coppia di amici chiede all’artista di posare per lui con il proprio bambino neonato. Nelson ha l’idea scattare loro delle foto in time-lapse, dal momento della nascita del bambino e negli anni futuri, fino al compimento del progetto, e di pianificare gli scatti: la famiglia è stata fotografata sempre nella stessa data, sullo stesso sfondo, sotto la stessa luce. Ne risulta la descrizione visiva del miracolo della vita e della crescita.

Giulia Gatti – Corazonada

Nato da viaggi, ritorni e lunghe soste nell’istmo di Tehuantepec (Oaxaca) in Messico e reso possibile solo grazie alla collaborazione intimista tra la fotografa e le donne ritratte, Corazonada di Giulia Gatti racconta i corpi femminili accomunati da un desiderio di indipendenza, libertà e potenza, mossi dal desiderio di sovvertire gli scenari normativi disegnati dall’esterno.

I corpi catturati dalla macchina fotografica di Giulia Gatti sono liberi nella realtà: si appropriano di elementi legati al potere, di simboli dell’erotismo, della caccia, del mistero. Corazonada gioca provocatoriamente con le tappe —naturali, culturali e normative — del corpo femminile.

Phil Toledano – Another America

Phillip Toledano ritrova nelle tematiche socio-politiche la principale fonte di ispirazione per i suoi progetti. Another America è un riflesso di questo mondo incerto, ambientato alla fine degli anni ’40, durante l’età d’oro del fotogiornalismo, quando una fotografia corrispondeva alla verità.

Un lavoro che ci mostra ciò che sembra familiare, ma non lo è realmente. Si sviluppa a partire da una riflessione che Phil Toledano pone contemporaneamente a se stesso e al pubblico: l’incertezza che ammanta il nostro passato e il nostro presente si dirada grazie all’utilizzo della tecnologia ma non è forse vero che gli avanzamenti della tecnologia – come l’AI – rendono incerto il futuro?

Cristina De Middel – Gentleman’s Club

Dopo 10 anni di lavoro come fotoreporter, Cristina De Middel ha iniziato ad indagare l’ambiguo rapporto della fotografia con la verità.

Gentleman’s Club è un viaggio attraverso il fenomeno della prostituzione, tradizionalmente narrata come mercificazione del corpo. L’artista, per 7 anni, ha visitato le città che hanno un legame col sex-work, arrivando a raccogliere un totale di 100 immagini e interviste in cui gli uomini condividono le loro motivazioni e opinioni sul sesso a pagamento.

Cristina De Middel è riuscita col suo progetto a ribaltare completamente i ruoli: la fotografa ha pagato questi uomini per il tempo trascorso a chiacchierare e a posare per lei, una persona sconosciuta, e per aver accettato di rinunciare alla privacy per il suo interesse.

From the series 'Nzìm © Caimi & Piccinni
From the series ‘Nzìm © Caimi & Piccinni

Caimi & Piccinni – ‘Nzìm e RhOME

Caimi & Piccinni collaborano dal 2013 come duo fotografico, dedicandosi a progetti di fotografia documentaria e personale. Sono stati scelti da PhEST per realizzare il progetto commissionato sul territorio per l’edizione 2023.

Il duo in ‘Nzìm ha ritratto la variopinta e sfaccettata humanitas pugliese, restituendo un punto di vista capace di intrecciare emotività e territorio. RhOME, invece, è uno dei capitoli del progetto fotografico a lungo termine portato avanti dai due fotografi e ancora in fase di realizzazione. Un lavoro incentrato sull’indagine visiva di città che stanno vivendo una dinamica o controversa metamorfosi.

Alessandro Cinque – Alpaqueros

Fotogiornalista con base tra Stati Uniti e Perù, il lavoro di Alessandro Cinque esplora i problemi ambientali e socio politici dell’America Latina, legati soprattutto all’impatto devastante dell’estrazione mineraria sulle comunità indigene quechua e sulle loro terre.

Alpaqueros indaga gli effetti del cambiamento climatico in Perù sugli allevatori di alpaca, “migranti climatici” costretti a traslocare verso altitudini sempre più alte o ad abbandonare il loro stile di vita e trasferirsi in città a valle. Il progetto aspira anche a mostrare gli sforzi scientifici mirati al contrasto degli effetti del cambiamento climatico sugli alpaca e al miglioramento della resilienza nei geni degli animali.

Giuseppe Gallo – Di mare in mare

Di mare in mare di Giuseppe Gallo è il viaggio del singolo individuo alle prese con l’esistenza, così come la collettività in perpetua migrazione. La sequenza di figure che avanzano, ergendosi sull’orizzonte del Mare Adriatico, è una processione di forme stilizzate e bidimensionali. 

Robin Schwartz – Amelia & The Animals

Le fotografie di Amelia & The Animals sono il risultato di avventure intraprese da Robin Schwartz insieme alla figlia Amelia in un vero e proprio viaggio nel mondo animale. Il lavoro copre un arco di circa vent’anni, a partire dal 2002, quando Amelia aveva 3 anni.

Dalla serie Alpaqueros ©Alessandro Cinque
Dalla serie Alpaqueros ©Alessandro Cinque

Marieke van der Velden – Children of the Labyrinth

Marieke van der Velden è una fotografa di Amsterdam mentre Philip Brink è un art director, regista e cineasta.

Children of the Labyrinth è un progetto multimediale nel quale alcuni genitori, costretti a fuggire dal loro Paese, scrivono una lettera ai propri figli. Nella lettera, i genitori raccontano la vita della loro famiglia, la loro terra natia, la ragione della loro fuga e come ci si sente ad essere intrappolati in un labirinto di porte invisibili, in una vita nel limbo. Le madri e i padri vengono da Afghanistan, Camerun, Iran, Siria, Iraq e Congo.

Ingmar Bjorn Nolting – Eviction

Ingmar Bjorn Nolting è uno dei membri fondatori del collettivo DOCKS. Eviction documenta la lotta degli attivisti ambientalisti contro lo sgombero del villaggio di Lützerath, una frazione vicino alla città di Erkelenz, nella Renania settentrionale-Vestfalia.

Uno sgombero imposto dalla compagnia energetica RWE, che vuole estrarre i milioni di tonnellate di lignite che giacciono sotto il loess (ndr. tipo di roccia sedimentaria) di Lützerath. 

Siân Davey – Alice and Martha

Siân Davey è una fotografa che ha lavorato per 15 anni come psicoterapeuta buddista umanista prima di iniziare la sua pratica creativa. I suoi figli e la sua comunità sono al centro della ricerca artistica.

Alice and Martha unisce due progetti, ciascuno dedicato ad ognuna delle figlie dell’artista: Looking for Alice è la storia Alice, nata con la sindrome di Down; la serie Martha ritrae la figlia maggiore nei momenti di passaggio dall’infanzia all’adolescenza.

Dalla serie Mother © Lisa Sorgini
Dalla serie Mother © Lisa Sorgini

Hanne van der Woude – Emmy’s World

Hanne van der Woude ha studiato fotografia a ArtEZ, la scuola d’arte di Arnhem, dove vive e lavora come fotografa. Emmy’s World è un progetto fotografico sui temi sociali contemporanei, quali le amicizie intergenerazionali, la creatività, l’indipendenza e la cura degli esseri amati. 

Brea Sounders – Another Online Pervert

Brea Sounders lavora con la fotografia, il testo, la pittura e il collage, spesso mischiando fenomeni digitali e oggetti fisici. Another Online Pervert parte da diverse conversazioni tra l’artista e un chatbot online femminile. Queste conversazioni in tempo reale, alternate a voci, si svolgono in maniera inaspettata e improvvisata in combinazione con le fotografie dall’archivio di Brea Souders.

Luisa Dörr – Imilla

Luisa Dörr si focalizza principalmente sul paesaggio umano femminile; usa il ritratto per raccontare storie ed esplorare la complessità della natura umana e della femminilità.

Imilla racconta della nuova generazione di donne skater di Cochabamba, in Bolivia, che indossa le tradizionali gonne “polleras” per andare in skate, rendendole simbolo di resistenza, un veicolo per emancipare le donne e diffondere il loro messaggio d’integrazione e di accettazione della diversità.

Noemi Comi – Lupus Hominarius

Con Lupus Hominarius, Noemi Comi si dedica alle leggende e ai racconti popolari della Calabria sui lupi mannari. Grazie alla creazione di immagini distopiche e a tratti inquietanti, la fotografa mette in luce le ripercussioni che tali credenze stanno avendo nella società contemporanea.

Dalla serie Me We 
Lucian Freud, Londra 2008 © Koos Breukel
Dalla serie Me We Lucian Freud, Londra 2008 © Koos Breukel

Tanya Tkachova – Motherland

Tanya Tkachova esplora questioni sociali contemporanee, soprattutto dell’Europa dell’Est, con un approccio fotografico intimo.

Nella serie Motherland, si immerge nel microcosmo della sua casa di famiglia in Bielorussia. In questo lavoro molto personale, documenta la vita di sua madre nella casa familiare. I temi che la affascinano sono i rapporti tra le generazioni, cosa significa essere madre, e perché i ricordi dell’infanzia influiscono sul resto della nostra vita.

Glauco Canalis – The Darker the Night, the Brighter the Stars

Il lavoro di Glauco Canalis riflette sulle nozioni di identità e luogo, con un focus specifico su un’idea di Mediterraneo. Il paesaggio e le città del Meridione d’Italia, i contesti giovanili, le comunità urbane, i rapporti fra culture e popoli, sono elementi costanti della sua ricerca.

The Darker the Night, the Brighter the Stars è un progetto a lungo termine che esplora la cultura giovanile nel quartiere Torretta di Napoli, che ogni gennaio partecipa al falò rituale noto come il “Cippo di Sant’Antonio”.

Anouk Kruithof – Universal Tongue

Anouk Kruithof, è un artista visiva con un approccio transdisciplinare, che abbraccia la fotografia, la scultura, il collage, il video, i siti web e le intervenzioni nel dominio pubblico. L’artista raffigura la transitorietà e il caos di questo mondo.

Il montaggio video Universal Tongue è estratto da filmati trovati che presentano migliaia di stili di danza diversi, selezionati da un gruppo di ricercatori in tutto il mondo. Il loop continuo di immagini in movimento cancella le categorie tradizionali dell’ordine mondiale, come Paese, continente, o cultura, celebrando la fluidità e l’interconnessione.

Tomas Van Houtryve – Lines e Lineage

Tomas Van Houtryve ha usato una tecnica di scatto dei primi tempi del mezzo fotografico – con lastre di vetro e una macchina fotografica del diciannovesimo secolo – per produrre la serie Lines e Lineage.

Un lavoro che porta alla luce un capitolo dimenticato della storia americana ma che punta anche alla questione socio-politica attuale della frontiera sud degli Stati Uniti.

Per info: www.phest.info

The Mammoth's Reflex
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