ROMA. Lunedì 8 luglio John G. Morris sarà a Roma per tenere una lezione di fotografia presso l’Auditorium Parco della Musica. L’appuntamento è alle 19 in Sala Ospiti (biglietti 5 Euro) e l’incontro, organizzato dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Contrasto, avviene nell’ambito della mostra Life. I grandi fotografi in corso presso l’AuditoriumExpo fino al 4 agosto 2013.
John Morris è stato responsabile dell’ufficio londinese di Life durante la Seconda Guerra Mondiale. Oggi, all’età di novantasette anni, è considerato una delle figure più interessanti del fotogiornalismo del Ventesimo secolo. È lui il photo editor che ha documentato i momenti più significativi della storia moderna e che ha stretto un rapporto privilegiato con il mondo della fotografia e con i grandi fotografi del secolo scorso. Morris ha commissionato, redatto e pubblicato le foto che hanno contribuito definire la storia recente, ha lavorato a stretto contatto con alcuni dei più grandi fotografi del secolo scorso come Robert Capa, Henri Cartier-Bresson e W. Eugene Smith. Responsabile dell’ufficio londinese di Life durante la Seconda guerra mondiale, ha coordinato la copertura giornalistica dello sbarco in Normandia e ha editato le storiche foto di Capa del D-Day. Dopo la guerra è stato photo editor del mensile Ladies’ Home Journal, poi direttore esecutivo di Magnum Photos, redattore grafico per il Washington Post, e photo editor per il New York Times. Nel 1983 si è trasferito a Parigi come corrispondente del National Geographic. Vive tuttora a Parigi dove lavora come scrittore ed editor freelance.
L’incontro all’Auditorium sarà quindi per Morris l’occasione per raccontare le storie che stanno dietro a dozzine di immagini famose che proietterà durante la sua lezione, offrendo un ritratto intimo degli uomini e delle donne che le hanno scattate. La testimonianza di Morris, raccolta nella sua autobiografia Get the Picture. Una storia personale di fotogiornalismo recentemente pubblicata da Contrasto, è un resoconto appassionato e unico di oltre mezzo secolo di fotografia.
Sono un giornalista, ma non un reporter né un fotografo. Sono un photo editor. Ho lavorato con i fotografi, alcuni famosi e altri sconosciuti, per oltre cinquant’anni. Ho assegnato loro degli incarichi, a volte solo con pochi suggerimenti occasionali, altre con istruzioni dettagliate, ma la sfida è ogni volta la stessa: get the picture, procurati la foto. I fotografi sono i più avventurosi tra i giornalisti. Devono esserlo. A differenza di un reporter, che può mettere insieme una storia mantenendo una certa distanza, il fotografo deve essere sul luogo dove si svolge l’azione, qualsiasi pericolo o disagio comporti. Con un teleobiettivo può avvicinare il soggetto, ma niente deve frapporsi tra lui e la realtà. Deve essere nel posto giusto al momento giusto. Nessuna postproduzione può salvarlo. Deve mostrare quello che è. Il suo editor sceglie tra le sue foto per raccontare i fatti com’erano – ma erano proprio così? Giusto o sbagliato che sia, è la foto ad avere l’ultima parola.
Questo libro parla di professionisti dell’immagine, ma riguarda anche tutti noi che le immagini le consumiamo. È un libro che racconta una vita trascorsa in mezzo alle fotografie, con gli uomini e le donne che le hanno scattate. Inevitabilmente, è anche la mia visione del tutto personale dei nostri tempi.
John G. Morris