MODENA. In occasione della retrospettiva dedicata al fotografo americano Walter Chappell, Eternal Impermanence, che aprirà i battenti venerdì 13 settembre all’ex ospedale Sant’Agostino di Modena, Fondazione Fotografia Modena ospiterà un incontro con Robin e Aryan Chappell, figli dell’artista.
L’incontro è in programma sabato 14 settembre alle ore 18 presso l’ex ospedale Sant’Agostino di Modena, fornirà un’occasione pressoché unica per ricostruire la figura di Walter Chappell, la cui opera è rimasta nascosta a lungo a causa delle sue scelte artistiche e di vita decisamente controcorrente. Consentirà inoltre di chiarirne il ruolo nell’ambito della fotografia americana del XX secolo e di interpretare con maggior consapevolezza le oltre 150 opere in mostra al Sant’Agostino, parte delle quali furono duramente contestate per il loro contenuto esplicito.
“Quella di mio padre è stata una vita piena, ricca di avventura, resa ancora più intensa da una carica che chiunque si trovasse con lui avvertiva. Quando oggi parlo di lui con i miei fratelli, o con i suoi amici, tutti mi ricordano che ci furono momenti della sua vita in cui mise a dura prova chi gli stava vicino. Io ho assistito a questi momenti, ma sono anche arrivato a comprendere che era lui il primo a sentirsi messo a dura prova dalla complessità dell’esistenza in un mondo contraddittorio, in cui si poteva creare la bellezza, come nella sua arte, ed essere comunque fraintesi”.
Robin e Aryan Chappell sono i fondatori dell’Estate of Walter Chappell, istituzione nata nel 2011 e deputata alla conservazione e alla valorizzazione dell’opera dell’artista. La creazione di una fondazione dedicata all’opera di Chappell è stata un passaggio fondamentale per la riscoperta di questo autore, di cui finora non era mai stato possibile ricostruire correttamente il percorso artistico. Come scrive il curatore della mostra, Filippo Maggia, nell’introduzione al catalogo, la famiglia di Walter Chappell, costituita da tre mogli, altrettante importanti compagne e sei figli più una acquisita, era sparsa dall’Atlantico al Pacifico: “Le opere erano in gran parte depositate presso di loro ma non inventariate e, in alcuni casi, non erano ancora state ancora attribuite quanto a proprietà. Ad Aryan e Robin Chappell va oggi il mio sentito ringraziamento per la preziosa e fondamentale collaborazione a questa esposizione, la prima retrospettiva dedicata a un autore del secolo scorso pressoché sconosciuto al pubblico europeo e, di fatto, poco conosciuto anche a quello americano”.
Robin Chappell, inoltre, è l’autore dell’intervista Walter Chappell 1925-1953, che sta per essere pubblicata in esclusiva per l’Italia presso Skira.