Gianni Berengo Gardin inaugura il festival “Nel baule” al Maxxi di Roma

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ROMA. Giovedì 10 luglio Gianni Berengo Gardin sarà a Roma al Maxxi. Museo nazionale delle arti del XXI secolo per inaugurare il festival Nel baule. Ricordi e autobiografie, curato e ideato da Roberto Ippolito. L’appuntamento è alle 19 nella piazza, lo spazio aperto del Museo (in via Guido Reni 4a) con l’installazione YAP.

Berengo Gardin sarà protagonista della prima serata del festival con il suo volume appena pubblicato da Contrasto: Il libro dei libri. Seguendo la suggestione di Nel baule, per il fotografo l’incontro sarà l’occasione per raccontare al pubblico – stimolato dalle domande di Ippolito – i suoi ricordi personali legati alla carriera ma anche alla vita privata.

 

Gianni Berengo Gardin, Il Libro dei libri
Gianni Berengo Gardin, Il Libro dei libri

 

Il libro dei libri, curato da Bruno Carbone con un testo di Peter Galassi, presenta un’ampia scelta della produzione editoriale del maestro della fotografia italiana Gianni Berengo Gardin. Oltre 250 volumi in oltre 50 anni di carriera: un patrimonio unico di immagini, voci, sguardi, visioni. I libri che Gianni Berengo Gardin ha realizzato, dal primo, Biagio Rossetti Architetto ferrarese (1960), fino all’ultimo, Storie di un fotografo (2013), testimoniano la passione dell’autore per la fotografia e il suo amore per i libri, questi strani oggetti in grado di racchiudere storie, suscitare dibattiti, indicare strade da percorrere.

Bruno Carbone ha curato la selezione dei libri di Berengo Gardin con passione e puntualità, registrando uno dopo l’altro, il fiore della produzione editoriale del grande maestro della fotografia. Ogni titolo ha una scheda tecnica, spesso doppie pagine per mostrare le immagini scelte e l’impaginazione e, quando possibile, una citazione d’autore o un commento per contestualizzare la pubblicazione, ricordarne l’uscita, riportarne alla mente il significato. Sfogliare Il libro dei libri equivale allora a seguire Gianni Berengo Gardin nella sua avventura prediletta, quella di realizzare fotografie che possano finire in un libro e a scoprire, titolo dopo titolo, quanto questi volumi siano la testimonianza più viva della nostra storia recente, del nostro modo di pensare a noi stessi e alla fotografia.

I tanti volumi fotografici realizzati da Berengo Gardin raccontano anche il nostro tempo, il gusto editoriale che cambia e si evolve, il design che trova nuove strade; raccontano gli incontri, tanti e importanti, che Gianni ha avuto con intellettuali e scrittori che hanno scritto per lui e di lui, (Mario Soldati, Cesare Zavattini, Federico Zeri, Renzo Piano, Giorgio Bassani e molti altri) e gli incontri con colleghi fotografi con cui, spesso, ha condiviso l’avventura di un libro fotografico da realizzare come una nave da ormeggiare in porto dopo una lunga traversata in pieno oceano. Il libro dei libri contiene questo prezioso patrimonio di titoli, copertine, immagini, voci.

 

 “Non conosco altre figure altrettanto significative nel mondo della fotografia della seconda metà del Novecento il cui lavoro sia così profondamente radicato nei libri fotografici o che ne abbiano realizzati un simile numero.”

Peter Galassi

 

“Berengo Gardin è riconosciuto come uno dei più importanti fotografi del nostro tempo e crediamo di conoscere la sua opera anche se l’archivio è costituito da più di un milione e cinquecentomila negativi. Ha saputo inoltre conferire all’immagine dell’Italia una dimensione universale. È questo racconto, puntuale e lirico insieme, a conferirgli di fatto una dimensione di ‘monumento’ della fotografia. I suoi libri hanno realizzato, mattone dopo mattone, questo monumento, ancora in costruzione, accessibile a un largo pubblico. Riunire tutti questi libri insieme costituisce un tentativo per restituirne la dimensione intera. Quindi, l’ultimo titolo che questo nostro volume dovrebbe contenere, forse il più compiuto da un punto di vista bibliografico, è lo stesso libro su cui stiamo scrivendo, Il libro dei libri.”

Bruno Carbone

 

Gianni Berengo Gardin è nato a Santa Margherita Ligure nel 1930. Nel 1963 vince il World  Press Photo. Dopo essersi trasferito a Milano si è dedicato principalmente alla fotografia di reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura e alla descrizione ambientale. Nel 1979 ha iniziato la collaborazione con Renzo Piano, per il quale documenta le fasi di realizzazione dei progetti architettonici. Nel 1995 ha vinto il Leica Oskar Barnack Award. È molto impegnato nella pubblicazione di libri (oltre 200) e nel settore delle mostre (oltre 200 individuali).

 

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IL FESTIVAL. I ricordi personali messi in piazza. I protagonisti della cultura confidano cosa c’è “Nel baule”. E’ questo il nome dell’evento creato e curato dallo scrittore e giornalista Roberto Ippolito che da giovedì 10 luglio attraversa tutta l’estate 2014, fino al 9 ottobre, al Maxxi, il museo nazionale delle arti del XXI secolo, in va Guido Reni 4a a Roma. I ricordi sono quelli scritti nei libri pubblicati dai partecipanti alla rassegna: nell’ordine Gianni Berengo Gardin, Dacia Maraini, Lina Wertmuller, Chiara Valerio, Ferdinando Scianna, Pupi Avati, Filippo La Porta, Gianrico e Francesco Carofiglio. Gli appuntamenti sono sempre alle 19.00 e a ingresso libero. La piazza è lo spazio aperto esterno del Maxxi arricchito dall’installazione “8 ”, il muro di luci alto otto metri e mezzo rivestito di sfere di plastica riciclata dei contenitori di birra artigianale, opera del collettivo Orizzontale, vincitore della gara internazionale Yap, Young architects program, riservata ad under 35. La parete è il palcoscenico delle conversazioni il cui sottotitolo è “Ricordi e autobiografie”. Osserva Ippolito: “Al Maxxi, luogo principe dell’avanguardia internazionale, ci fermiamo prendendo nel baule pagine che raccontano vicende private e il cammino compiuto da figure di spicco della cultura. Può apparire paradossale lo sguardo rivolto all’indietro proprio qui, ma in realtà vengono svelate le radici dei risultati di ognuno e quindi anche dei prossimi passi”. I libri irrompono pertanto al Maxxi che, afferma il presidente Giovanna Melandri, “è una piattaforma aperta a tutti i linguaggi della contemporaneità: dal 10 luglio la lettura anima la piazza del museo offerta alla cultura”.Gli otto appuntamenti della rassegna “Nel baule” hanno un’atmosfera familiare, pur svolgendosi in pubblico. I protagonisti pescano nel proprio passato conversando con Ippolito. Il dialogo sul filo della memoria si snoda su due poltrone che rappresentano un intimo salotto domestico e che sono collocate dentro l’installazione Yap utilizzata come teatro. Da un baule vengono tirate fuori delle pagine ricavate dai libri e che vengono lette dagli stessi autori o da attori. Tutti gli incontri sono previsti il giovedì (10, 17, 24 e 31 luglio, 18 e 25 settembre, 9 ottobre) tranne uno il mercoledì (8 ottobre). L’originalità dell’evento è rappresentato anche dai libri scelti da Ippolito, in base alla particolarità del loro contenuto e alle emozioni in grado di evocare e suscitare. Per questo alcuni sono nuovi di zecca, altri molto recenti ed è probabilmente senza precedenti che uno abbia visto la luce addirittura ventuno anni fa: la prima edizione di “Bagheria” (pubblicato da Rizzoli) di Dacia Maraini è infatti del gennaio 1993.In un caso, “Il libro dei libri” (Contrasto) di Gianni Berengo Gardin, ci sono parole scritte da altri e non dall’autore che parla tramite la fotografia. I luoghi dove i protagonisti sono cresciuti o con i quali hanno legami forti hanno una parte rilevante: Sasso Marconi e Bologna per “La grande invenzione. Un’autobiografia” (Rizzoli) di Pupi Avati, Scauri per “Spiaggia libera tutti” (Laterza) di Chiara Valerio, la città eterna per “Roma è una bugia” (Laterza) di Filippo La Porta. Ci sono le relazioni tra fratelli, come accade con “La casa nel bosco” (Rizzoli) di Gianrico e Francesco Carofiglio, ma anche i ritratti derivanti dagli incontri avuti come in “Visti e scritti” (Contrasto) di Ferdinando Scianna. Insomma “Tutto a posto e niente in ordine” (Mondadori) come recita il titolo di Lina Wertmuller. Roberto Ippolito, scrittore e giornalista, ha conosciuto un nuovo successo con “Ignoranti”, pubblicato da Chiarelettere, dopo i bestseller “Evasori” e “Il Bel Paese maltrattato”, entrambi editi da Bompiani. Organizzatore di eventi culturali, è il direttore editoriale del festival letterario di Ragusa “A tutto volume” e di “Libri al centro”, il primo evento di una settimana mai realizzato in un centro commerciale, Cinecittàdue a Roma. Ha curato a lungo l’economia per il quotidiano ” La Stampa “. E’ stato direttore della comunicazione della Confindustria e delle relazioni esterne della Luiss, dove ha insegnato alla Scuola superiore di giornalismo.

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