REGGIO EMILIA. Venerdì 6 marzo il fotografo spagnolo Joan Fontcuberta, sarà protagonista di un incontro alle 19 nel Palazzo dei Musei. Fontcuberta da una trentina d’anni scompiglia il mondo della fotografia con una serie di progetti che giocano con il potere, il fascino e il rischio contenuto in ogni immagine e nell’incontro reggiano e racconterà i suoi progetti e la sua visione della fotografia insieme al curatore Elio Grazioli.
L’artista spagnolo si trova in questi giorni a Reggio Emilia per completare Gastropoda, progetto che sarà esposto nel Palazzo dei Musei nel corso della nuova edizione di Fotografia Europea. Il lavoro, realizzato su invito del Comune di Reggio Emilia, nasce da un curioso particolare della vita del fotografo. “Ogni volta che mi capita di rientrare dopo alcuni giorni di assenza – spiega Fontcuberta – trovo lumache della famiglia delle gastrapoda intente a mangiare la carta della mia cassetta della posta, attaccandone le immagini. Da qui ho pensato che anche le immagini, come tutti gli organismi viventi, nascono, si sviluppano, fanno il loro corso per poi decadere e morire. E Gastropoda fa esattamente questo”.
Gastropoda è un progetto che sonda i temi del decadimento e dell’irreversibilità esplorando anche l’estetica dell’orrore e della distruzione, in un percorso di continuità con le tematiche cardine del lavoro dell’artista: la messa in discussione del concetto di autorialità e autenticità dell’arte, la riflessione sul mito della verità fotografica, l’interesse al sovvertimento dei codici del linguaggio iconografico. Graffiante, pirotecnico e instancabile Fontcuberta ha messo alla berlina le convenzioni culturali che condizionano davanti a una fotografia per educazione, storia e forza dei media.
Joan Fontcuberta nasce a Barcellona del 1955 e inizia il suo percorso nel mondo dell’arte lavorando nel campo della pubblicità e del giornalismo. È il 1974 quando inizia a dedicarsi alla pratica delle arti visive, sviluppando un suo personale percorso creativo che si accompagna ad attività parallele di critico d’arte, teorico, curatore di mostre e oratore. L’attività artistica e teorica di Fontcuberta si concentra su temi quali la rappresentazione, la conoscenza, la memoria, la scienza, la veridicità e l’ambiguità, indagando gli aspetti documentaristici e narrativi delle immagini fotografiche e dei mezzi di comunicazione correlati. E’ autore e curatore di decine di saggi su molteplici temi che riguardano la storia, l’estetica e la pedagogia della fotografia. Tra le pubblicazioni dei suoi lavori, numerose sono quelle insignite di riconoscimenti internazionali, ad esempio Erbario (1985), Fauna (1988) e Sputnik (1997). Negli anni più recenti le sue pubblicazione esplorano invece le interazioni tra fotografia e digital imaging, come “Paesaggi senza memoria”(2005) e “Googlegrammi”(2005). Gli vengono dedicate personali nei più importanti musei del mondo quali il MoMA di New York e l’Art Institute di Chicago, e le sue opere sono presenti nelle collezioni di numerosi musei tra cui il Metropolitan Museum of Art, il San Francisco MoMA, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, il Musée National d’Art Contemporain – Centre Georges Pompidou di Parigi e molti altri.