Approda alla Casa dei Tre Oci “La mia Etiopia. Appunti disordinati di un volontario“, mostra curata da Alberto Bregani, che occupa le storiche stanze del 900′ di De Maria, per la prima volta aperte al pubblico e ai visitatori. Uno spazio inedito all’interno della casa veneziana che continua ad accogliere centinaia e centinaia di visitatori grazie al successo della mostra in corso: “Sguardo di donna da Diane Arbus a Letizia Battaglia a passione e il coraggio” (prorogata fino al 10 gennaio).
Il volontario è Andrea Gris, giornalista e documentarista che dopo Cortina, porta a Venezia l’intensa testimonianza del suo impegno a fianco della Comunità salesiana di Bosco Children ad Addis Abeba in Etiopia e del missionario don Angelo Regazzo che opera da anni nel paese africano. Un progetto solidale che avrà il suo momento benefico il 12 dicembre quando alle 18 si svolgerà un’asta di quindici fotografie scelte da Denis Curti tra le quaranta esposte.
«La particolarità di questa mostra -spiega Gris- è che quasi tutte le foto sono state scattate con uno smartphone. Niente teleobiettivi o grandi apparati. Non c’era tempo e laggiù non c’è sicurezza. Si rischia ogni giorno». Insicurezza e incertezza nel futuro che traspare anche dagli sguardi di Yonas e degli altri bambini. Ma proprio grazie alla speranza offerta dalla Comunità Bosco Children diventano aspirazione e fiducia nel futuro in un contorno locale di perenne precarietà.
Lo smartphone strumento di comunicazione e informazione, non è una novità, ma nel caso de “La mia Etiopia” il messaggio diventa struggente e dirompente. «Queste foto, questi volti -dice Gris- arrivano alla testa e al cuore». Anche proprio per la loro semplicità e immediatezza, rimandando alle parole dell’ex Segretario generale dell’Onu, Kofi Annan: «Non c’è responsabilità più sacra di quella che il mondo ha verso i bambini».
Per info: http://www.treoci.org