MILANO. Il 18 febbraio alle 18.30 Rizzoli Galleria ospiterà la presentazione di “Obiettivo ambiguo“, l’ultimo libro di Ferdinando Scianna pubblicato da Contrasto per la collana In Parole. Insieme all’autore interverrà Rocco Moliterni.
Il libro, ormai fuori catalogo da tempo, è presentato ora in una nuova edizione riveduta e aggiornata con nuovi testi e arricchita da fotografie. Si tratta del terzo volume firmato dal grande fotografo e narratore, dopo il successo di “Ti mangio con gli occhi” e “Visti&Scritti”, con cui si è concluso il suo personale “ciclo della memoria” e con cui Scianna ha mostrato al grande pubblico le sue doti narrative.
Il titolo, come si avrà modo di spiegare durante la presentazione, si riferisce alle rubriche giornalistiche che il fotografo ha curato nel corso degli anni su «L’Europeo», «Photo», «Quinzaine littérarie», «Per Lui, Lei» e in «La Domenica del Sole 24 ore» e da molti altri interventi da cui sono stati selezionati i testi. In questi scritti, raccolti per la prima volta in volume nel 2001, ricorrono “tematiche e piccole ossessioni” di Ferdinando Scianna. Una maniera di pensare la fotografia come riflessione sulla vita, sulla storia, le estetiche, le idee. Nel tempo, Obiettivo ambiguo è diventato a suo modo un classico, un raro esempio di osservazione attiva nei confronti di autori, progetti editoriali, mostre, consuetudini e teorie nel campo della fotografia.
“Faccio fotografie da quarant’anni. Non si esercita un mestiere vissuto come passione senza riflettere sul senso di quello che si fa, senza confrontarsi con sé stesso e con i propri maestri, senza vivere ed esprimere i propri entusiasmi e le proprie idiosincrasie. Così, da quasi altrettanti anni, scrivo, anche, di fotografia e sulla fotografia, sui fotografi soprattutto.” In questo modo l’autore motiva la sua scelta della scrittura e della riflessione intorno al proprio lavoro. Proprio l’ambiguità che emerge fin dal titolo è parsa a Scianna il filo d’Arianna da porgere a chi si sarebbe inoltrato nel dedalo delle considerazioni sul mestiere del fotografo. Il calembour giocato sulla parola “obiettivo”, che racchiude non solo lo strumento, ma anche lo scopo nascosto dietro lo scatto, e persino la sempre meno presunta imparzialità del messaggio in fotografia, non fa che ribadire il concetto.