MILANO. Un week end immerso nella fotografia con Anders Petersen. Succederà a Milano, nella sede di Micamera, dove sabato 15 e domenica 16 marzo, il fotografo condurrà il workshop “A private documentary”. Due giornate piene, dove il fotografo parlerà del suo lavoro e delle sue ispirazioni leggendo i portfolio dei corsisti, interagendo con loro in modo approfondito.
Anders Petersen è celebre per le sue immagini intime, una fotografia documentaria molto personale, rigorosamente in bianco e nero. La fotografia, nella sua accezione migliore, sfugge ogni classificazione, è personale e originale, intensa. Allo stesso modo, Petersen è al di là di ogni classificazione e non rivela le sue intenzioni. Qual è il suo obiettivo? Raccontare storie? Documentare la realtà? Oppure semplicemente lasciare che le persone facciano esperienza della loro vita, forse per realizzare sé stesso? Fin dagli anni ’70 Anders Petersen non ha mai smesso di usare la macchina fotografica per raccogliere istanti di vita. Il linguaggio dei corpi, dei volti, di azioni semplici o estreme, punteggiato dai paesaggi, diversi luoghi, una routine apparentemente poco rilevante.
Non credo nella realtà, è un bluff. Credo però in una realtà che esiste in virtù dei desideri, dei sogni, dei segreti, degli incubi, ma soprattutto dei desideri. Senza desiderio non esiste nemmeno l’immagine. Proprio per questo, puoi usare ciò di cui hai paura come un trampolino, per trasformare la tua energia in creatività
Anders Petersen (da un’intervista con Jim Casper nel 2006)
Anders Petersen è nato nel 1944 a Stoccolma, in Svezia. Nel 1961 soggiorna per qualche tempo ad Amburgo, in Germania, per imparare il tedesco e provare a dipingere e scrivere. In questo periodo non scatta nessuna immagine. Cinque anni dopo incontraChrister Strömholm ed è suo studente presso la scuola di fotografia di Stoccolma. Strömholm non è per lui solo un insegnante ma diventa un carissimo amico e il legame tra loro è fondamentale per Petersen. Nel 1967 inizia a fotografare un bar di Amburgo che si chiama Café Lehmitz. Fotografa il bar per quasi tre anni e proprio qui tiene la sua prima mostra personale, nel 1970, con 350 stampe appese con i chiodi alla parete. Il libro omonimo, considerato seminale per la storia della fotografia Europea, compare solo nel 1978. Nel frattempo, nel 1973 pubblica il suo primo libro, Gröna Lund, ambientato in un luna park di Stoccolma. Nel 1974 si diploma presso la Swedish Filmschool, Dramatiska Institutet di Stoccolma.
Nel 1984 esce il primo volume della trilogia sugli istituti di reclusione, che comprende una prigione, un ricovero per anziani, un ospedale psichiatrico. Dopo aver lavorato per tre anni in ospedale psichiatrico, decide di non voler più lavorare in spazi limitati e di adottare un approccio più libero, uno stile diaristico e soggettivo. Nel 2003/2004 diventa docente di fotografia presso la scuola di fotografia e cinema di Göteborg, in Svezia. Dagli anni settanta ad oggi ha ricevuto numerosi premi e borse di studio; insegna ed espone frequentemente in Europa, Asia e negli Stati Uniti.
Il suo lavoro è attualmente in mostra presso la Bibliothèque Nationale de France (fino al 2 febbraio 2014), dove è allestita una grande retrospettiva che include 330 fotografie che ripercorrono tutta la sua carriera, da Café Lehmitz a City Diary.
Nel 2003 viene eletto ‘Fotografo dell’anno’ dal Festival Internazionale di Arles. Nel 2006 è tra i quattro finalisti del ‘Deutsche Börse Photography Prize’. Nel 2007 riceve il premio speciale della giuria per la mostra ”Exaltation of Humanity” in occasione della terza edizione del Photofestival di Lianzhou, in Cina. Nel 2008 riceve in Germania il premio ”Dr. Erich Salomon”. Nel 2009, di nuovo al Festival di Arles, vince l’ambito premio per il miglior libro contemporaneo con From Back Home, edito da Max Ström e realizzato a quattro mani insieme a JH Engström. Lo stesso libro è tra i finalisti del premio svedese The Best Photographic Book in Sweden e vince il Leone di bronzo per il design a Cannes. Nel 2010 è tra i giurati del premio BMW di Paris Photo. Nel 2012 SOHO è tra i finalisti del premio per il miglior fotolibro svedese e City Diary vince il prestigioso premio come miglior fotolibro assegnato a Paris Photo in collaborazione con la fondazione Aperture. La sua camera oscura si trova a Stoccolma, in Svezia.
Info : www.micamera.it