BOLOGNA. Martedì 29 ottobre alle 19 allo Spazio Labò inaugura la mostra “Iconografie del desiderio tra performatività e intimità” con scatti di Goodyn Green. La mostra è curata da Roberto Alfano, Antonia Ciavarella, Laura De Marco e Melissa Ianhen Ianniello e fa parte della settima edizione di “Soggettiva”, festival organizzato da ArciLesbica Bologna in collaborazione con Gender Bender, che si svolgerà dal 26 ottobre al 2 novembre 2013.
La rappresentazione del desiderio, dell’amore tra donne, filo conduttore della settima edizione di Soggettiva, ritrova nel lavoro della giovane fotografa Goodyn Green, danese di origine e berlinese d’adozione, fotografa di punta del magazine berlinese Bend Over, una delle sue maggiori e stimolanti interpreti. È a Berlino che Green trova terreno fertile per sviluppare i suoi progetti fotografici; i suoi lavori nascono infatti dal contatto con la scena queer berlinese: è in questa Berlino che Goodyn ha trovato ispirazione, in questa Berlino che ha incontrato la maggior parte delle sue modelle che ritrae in una ricerca performativa e intimistica del desiderio e della sessualità femminile. Il suo percorso artistico sarà presentato in una mostra antologica con particolare riferimento ai suoi due lavori The Logbook (già Mixed feelings) e The Catalog che, in maniera esemplare, offrono interessanti spunti di riflessione sul rapporto tra manifestazione pubblica e manifestazione privata dell’erotismo lesbico. Sono scatti di giovani donne, dei loro corpi desideranti e inequivocabilmente ammalianti e seduttivi, a creare la composizione di The Logbook: uno sguardo intimo, quasi pudico, di Green sulle donne che ritrae nell’ambiente chiuso della stanza dove anche i singoli oggetti acquistano una dimensione nostalgica ed intensamente erotica. Non si tratta di semplici scatti-in-posa, ma di un lavoro di ricerca autentico della sfera intima e personale delle donne ritratte, indagine resa possibile anche da una pratica di relazione e di conoscenza che Green stabilisce con le sue “modelle”. L’atmosfera degli interni particolarmente evocatica e suggestiva è la cornice ideale nella quale vivere emozioni che Green definisce mixed, appunto, contrastanti. Nel secondo lavoro la fotografa intraprende una nuova traiettoria discorsiva sull’erotismo femminile, ma lo sguardo con cui lo indaga e ritrae è ancora una volta pofondamente suggestivo. In The Catalog, Goodyn svolge un’interessante ricerca, al contempo di decostruzione e auto-rappresentazione, di una scena erotica lesbo-queer che trae ispirazione dalle ‘pose gay’ dei magazine queer e pornografici. Sono scatti sensibilmente centrati su una messa a fuoco di quella che potremmo definire “performatività pubblica dell’erotismo tra donne”: Goodyn fa uscire dalla camera da letto le sue amanti e le situa in un “fuori” che, solo apparentemente, può sembrare mimetico, sia per il contesto che per gli atteggiamenti, della scena gay. La presenza di Goodyn Green a Bologna, e per la prima volta in Italia, per l’inaugurazione della mostra a lei dedicata, sarà occasione per un dialogo e un approfondimento del suo lavoro politico-artistico in continua evoluzione.
Goodyn Green è una fotografa queer femminista danese trapiantata dal 2007 a Berlino. Qui diventa fotografa di punta del magazine Bend Over sin dai suoi esordi nel 2009 e due anni pubblica poprio sulla rivista berlinese la sua prima raccolta di fotografe, The Catalog, immagini erotiche di donne queer androgine in pose ispirate alle classiche riviste porno gay. L’intento di Goodyn è quello di scuotere il senso comune creando nuova consapevolezza della sessualità femminile: un ritratto volutamente aggressivo e provocatorio, proprio in risposta all’aggressività solitamente riservata al mondo maschile, agli stereotipi sessuali e ai pregiudizi di genere. In un lavoro sempre a contatto con il mondo femminile e i suoi mille volti, Goodyn alterna la provocazione ad uno stile intimista, vicino alle opere della celebre Nan Goldin: come dimostra la sua serie Mixed Feelings, immagini di donne ritratte in momenti intimi, viste attraverso gli occhi di Green in un rapporto di vicinanza, quasi fosse la loro amante o compagna.
In occasione dell’inaugurazione della mostra, Goodyn Green parlerà al pubblico del suo lavoro in un incontro in cui interverranno Silvia Campidelli, del gruppo Soggettiva, e Federica Muzzarelli, docente di fotografia e cultura visuale all’Università di Bologna.