SAVIGNANO SUL RUBICONE. E’ una delle mostre più attese al SI Fest 2015, A Period of Juvenile Prosperity / Tones of Dirt and Bone e che permetterà al fotografo statunitense Mike Brodie di approdare per la prima volta in Europa. L’esposizione, a cura di Admira, inserita all’interno del festival di Savignano, sarà aperta nel week end inaugurale dell’11-12 e 13 settembre con apertura delle esposizioni fino al 27 settembre.

 


 

di Enrica Viganò

[pull_quote_center]Le foto? Voglio che la gente le veda, esattamente come voglio raccontare a qualcuno una buona storia. A nessuno piace la noia.[/pull_quote_center]

Tutto qui. Ha iniziato per caso con una macchina Polaroid. Inevitabile per un teenager postarle sui social network.

[pull_quote_center]Sono diventato famoso su internet. Ho cancellato il mio sito e smesso di fare foto[/pull_quote_center]

 

[rev_slider brodie]

 

Mike Brodie è nato in Arizona nel 1985. Suo padre gli disse che aveva sposato sua madre solo perchè era strafatto. Suo padre ha passato più tempo in prigione che fuori. Sua madre lavorava duro come badante e donna delle pulizie, improvvisamente diventa credente e smette di bere. Fa battezzare anche Mike. Sua nonna guidava i camion ed era alcolizzata. Suo nonno amava le corse delle macchine e lo ha molestato da piccolo.

Brodie ha 17 anni quando decide di fuggire da tutto questo e inizia a “saltare” sui treni per attraversare gli Stati Uniti in lungo e in largo. Lascia una specie di famiglia e trova una specie di tribù. La tribù è particolarmente fotogenica, lui ha un talento naturale. Dal 2004 al 2006 scatta Polaroid e si firma “the Polaroid Kidd”. Quando l’azienda interrompe la produzione, Brodie si compra una Nikon F3 per 150 dollari. Ha viaggiato 50.000 miglia sui treni e ha scattato 7.000 fotografie. Molte di queste fotografie le ha regalate ai soggetti che in esse sono ritratti, soprattutto le istantanee, opere uniche, donate sui treni agli amici.

Due splendidi libri (impeccabili secondo molti esperti) pubblicati da Twin Palms nel 2012 e nel 2014 lo fanno conoscere a critici e collezionisti. Libri asciutti, immagini senza titolo, poche parole scritte dall’autore stesso con stile sincopato che si concludono con un dubbio assoluto “Non sono sicuro di volere che qualcuno legga tutto questo”. Racconta flash della sua vita, quei dettagli che lo hanno fatto diventare quello che è.

[pull_quote_center]Ho trovato un lavoro, riempire le borse della spesa per i clienti di un negozio. Ho vinto un concorso di disegno alle superiori e una gara di bici BMX. Non mi piacevano le ragazze fino a quando ho incontrato Savannah. Lei era una punk. Prese la mia verginità. Avevo 17 anni. Savannah mi ha insegnato a guidare e mi ha portato al mio primo concerto punk. Poi ho perso il mio lavoro, mi hanno cacciato da scuola, ho smesso di credere in Dio. Mi hanno arrestato perché facevo graffiti.[/pull_quote_center]

Le sue immagini sono perfette nei toni, nelle inquadrature, nei colori, nei contenuti, nello spirito, nella forma. Tutto all’insegna della massima autenticità. Solo così possiamo scoprire come vivono questi outsider, fantasisti della libertà, lo scopriamo grazie all’obiettivo che scruta dal di dentro con la complicità della condivisione estrema. Come aveva fatto Nan Goldin negli anni ’80 con la “Ballad of Sexual Dependency”. Molti anni sono passati ma la trasgressione svela la stessa geografia umana. Storie al limite, vite spericolate, esistenze vagabonde, notti senza dimora. In nome della libertà si rischia tutto, dai pasti alla vita, fino alla libertà stessa. L’arte di arrangiarsi necessita di una rete di sicurezza, quella che solo i tuoi compagni di strada possono garantirti, quella che ti salva nel vivere quotidiano. Mike Brodie li fotografa tutti i suoi compagni di viaggio, con rispetto, intimità e compiuta resilienza. Creature incredibilmente fotogeniche, con il loro look ribelle, con i colori della ruggine che si confondono con il ferro dei treni, con le loro ferite e le conquiste, con l’incoscienza e la stravaganza che ci seducono per l’eccessivo sconsiderato fascino.

L’emotività, controllata nelle poche parole che Mike Brodie ci ha trasmesso, trova invece la sua strada nelle fotografie di quell’esperienza che giorno dopo giorno si racconta e si svela. Immagini di una bellezza disarmante che ci fanno respirare quella libertà complessa e visionaria.

Un racconto fatto di piccole cose e di atmosfere cariche di fatica, rischi, conquiste e illusioni.