MILANO. La difesa di uno degli ultimi ambienti naturali non ancora sfruttati dall’uomo, il pericolo imminente del riscaldamento globale, la sensibilizzazione verso i temi della sostenibilità ambientale e del cambiamento climatico, la dialettica tra natura e civiltà. Sono questi gli argomenti attorno cui ruota la mostra ‘Artico, Ultima Frontiera’.
La mostra, alla Triennale di Milano (dall’8 febbraio al 25 marzo) presenta oltre sessanta fotografie di paesaggi e abitanti di Groenlandia, Islanda e Siberia, scattate da tre maestri della fotografia di reportage, quali Ragnar Axelsson (Islanda, 1958), Carsten Egevang (Danimarca, 1969) e Paolo Solari Bozzi (Roma, 1957).
L’esposizione, curata da Denis Curti e Marina Aliverti, è un’indagine approfondita, attraverso tre angolazioni diverse, su un’ampia regione del Pianeta, che comprende la Groenlandia, la Siberia e l’Islanda, e sulla vita della popolazione Inuit, di soli 150.000 individui, costretti ad affrontare nella loro esistenza quotidiana le difficoltà di un ambiente ostile.
Accanto alle potenti immagini di una natura infranta e al contempo affascinante, tre documentari arricchiscono la narrazione delle regioni del Nord: SILA and the Gatekeepers of the Arctic, realizzato dalla regista e fotografa svizzera Corina Gamma; Chasing Ice, diretto dal fotografo e film-maker americano James Balog; The Last Ice Hunters, un documentario dei registi sloveni Jure Breceljnik e Rožle Bregar.
Una giornata dedicata al cambiamento climatico arricchisce il tema della mostra: il 27 febbraio si svolge in Triennale il Summit on Climate Change, durante il quale scienziati, politici ed imprenditori italiani ed internazionali presentano i loro ultimi risultati sul tema del cambiamento climatico. Dovrebbe trattarsi, per Milano, di una delle rare occasioni di dibattito su questi temi così attuali.