«Stefano Cerio da anni ha concentrato la sua ricerca sulla raffigurazione di un’Italia di plastica, luccicante e priva di peso, uguale ovunque, al sud come al nord, attraverso serie di immagini che presentano l’imitazione, il falso, l’artificio come tratti caratteristici del nostro paesaggio contemporaneo». Cristiana Perrella
Un libro, diviso in tre sezioni, che presenta 45 scatti di tre progetti fotografici di Stefano Cerio: Night Ski, Winter Aquapark e Navi da crociera. Lo sguardo del fotografo offre una panoramica del tutto inedita di luoghi conosciutissimi del turismo di massa. E allora piste da sci di notte, parchi acquatici d’inverno, navi da crociera vuote vengono lette sotto una nuova ottica.
Stefano Cerio lavora sull’assenza e il silenzio nella rappresentazione artistica di spazi insolitamente vuoti che rivelano così la loro essenza surreale e straniante. Gli impianti sciistichi, gli scivoli dei parchi acquatici e gli interni delle mastodontiche navi da crciera, immortalati senza persone mostrano la propria essenza, diventantando l’oggetto in sé.
Il libro, edito da Contrasto, è un cartonato da 120 pagine e contiene 45 fotografie.
“La cosa strana è che quasi tutte queste fotografie sono vuote. Vuota la Porte d’Arcueil vicino alle mura ottocentesche, vuoti gli scaloni d’onore, vuoti i cortili, vuote le terrazze dei caffè, vuota, come deve essere, la Place du Tertre. Non che siano luoghi solitari, solo senz’animazione”.
Vuote le piste da sci, vuoti i parchi divertimenti, vuota la nave da crociera: l’elemento dell’assenza della figura umana è talmente centrale in queste tre serie di Stefano Cerio da indurre immediatamente alla citazione di un brano famoso della Piccola storia della fotografia. Peraltro, è pur vero che Benjamin legge tale caratteristica delle fotografie di Atget come un’anticipazione dell’estraniamento surrealista, e anche in questo caso l’evidenza delle immagini dice di una posizione condivisa dallo stesso autore italiano, seppure con una sostanziale differenza: una realtà siffatta non solo è straniante, ma lo è in modo duplice.Walter Guadagnini