‘Cartacei’ è il titolo del libro d’artista di Roberto Kusterle. Un titolo non scelto a caso perché il termine ‘cartacei’ ci rimanda al significato di quell’aggettivo che dichiara di che materiale è fatto qualcosa. Le immagini della serie, infatti, derivano ed esistono grazie alla carta, incluse le figure umane in esse rappresentate.
Cartacei, le visioni di Kusterle
I ‘Cartacei’ del titolo possono essere pensati come delle vere e proprie creature immaginarie della narrativa dell’artista. Questo con un chiaro riferimento alla classificazione delle specie.
La loro ‘realtà’ non cerca similitudine con il mondo animale o vegetale come in precedenti e ben note metamorfosi dell’artista, ma è sancita di per sé, come se queste figure potessero davvero essere generate dalla carta.
Con questa serie, dunque, Kusterle esprime le sue visioni, ma racconta e svela anche il percorso concreto, pragmatico, che egli ha compiuto per realizzare ogni singola immagine.
Un lavoro, insomma, che ripristina un certo equilibrio tra l’informatico e il digitale – avendo Kusterle selezionato e manipolato le fotografie delle figure recuperandole dal suo archivio di scatti – e il cartaceo – essendoci alla base di tutte le immagini un’accurata sovrapposizione di scansioni di carte.
Carte che derivano da una lunga e appassionata ricerca e collezione dell’artista di libri antichi, carte di documenti e di archivi, carte di laboratorio di restauro, carte di recupero,… tutte caratterizzate dalla non purezza, dalla mancata o non corretta conservazione, dalla presenza di numerosi e complessi segni del tempo, come aloni e ingiallimenti, strappi, macchie, lacerazioni.
Alla ricerca di un equilibrio tra figura e sfondo
In ‘Cartacei’ per la prima volta c’è un equilibrio anche tra la figura e il suo sfondo. Entrambi sono il soggetto delle fotografie, sono fatti della stessa materia prima e presentano le stesse imperfezioni. Con questa operazione, in particolare, ci sembra di poter affermare che l’artista voglia conferire alle figure una nota di ‘umanità’.
Il libro è concepito come una cartella contenente le immagini in singoli fogli. Questo come a ricordare un cassetto o una scatola di ricordi, vecchie fotografie o altri tipi di documenti.
Ogni libro è diverso e unico
Ogni fotografia di ogni cartella è trattata da Kusterle manualmente utilizzando diverse tecniche di invecchiamento della carta. Questo processo fa sì che non esiste non solo un libro uguale ad un altro, neppure in ogni sua singola pagina.
In ogni cartella tutte le immagini sono poi avvolte in un pezzo di carta di recupero, la stessa che l’artista ha utilizzato per creare lo sfondo delle fotografie della serie. Infine, ogni cartella, e ogni immagine, sono caratterizzate dall’uso di timbri per la titolazione e la numerazione, richiamando il mondo degli archivi della carta da cui la ricerca ha preso ispirazione.
Un’idea unica, insomma, e una serie limitata disponibile su richiesta.
Per info: studiofaganel.com