“Fotografare, letteralmente” è il titolo del nuovo saggio di Simona Guerra, un progetto Piktart.
Scrittrice, esperta archivista, Guerra la conosciamo bene per i suoi progetti di curatela di eventi e mostre fotografiche di carattere storico-culturale che realizza nelle Marche, sue regione d’origine.
Fotografare, letteralmente: cosa contiene il libro di Simona Guerra
Il proposito della scrittrice, in questa nuova opera letteraria fresca di stampa, è comprendere come la fotografia possa essere consolidata nella sua capacità comunicativa e linguistica con l’ausilio delle parole. L’autrice, attenta divulgatrice ed educatrice nel campo visivo, vuole condividere con tutti coloro interessati ad approfondire l’argomento, il risultato delle sue più recenti indagini e degli ultimi otto anni di situazioni didattiche sulla attinenza tra fotografia e scrittura.
Un libro, dunque, in cui la fotografia va a lezione della scrittura. Due arti che fin dagli albori e ancora oggi, viaggiano di pari passo nell’originare pensieri, racconti e ragionamenti utili per comprendere la visione del mondo estetico e artistico.
“Cosa c’entra Gianni Rodari con le immagini? E perché scrittori come George Perec, Dante Alighieri o Salvatore Quasimodo occupano intere pagine di un saggio sul linguaggio e la struttura della fotografia?”. Ecco, dunque svelati parte delle correlazioni argomentative contenute nel saggio.
Nell’opera letteraria vengono, inoltre, presi in considerazione profili del “sistema fotografia” trascurati e inediti che, chi che utilizza attivamente l’apparecchio fotografico, dovrebbe essere in grado di conoscere parallelamente alla tecnica, alla composizione e alla Storia della fotografia.
Parole e fotografia: la coesistenza è possibile
Un saggio che indaga la relazione tra il significato visivo e quella testuale e che vuole, oltre ciò, suggerire come fare, nella pratica, a utilizzare l’arte delle parole per sviluppare o perfezionare la propria produzione fotografica o anche per per farla convivere con la immagini volendo ottenere un risultato ponderato e soddisfacente.
Un testo che l’autrice non consiglia a chi afferma che “…se devo spiegare le mie fotografie con le parole vuol dire che non funzionano!” o a chi crede che il linguaggio della scrittura non abbia tanto da trasmettere ai fotografi.
“Fotografare, letteralmente” vuole dimostrare come la fotografia e la scrittura possano coesistere l’una con l’altra e diventare fedeli compagne, migliorando una comunicazione, pur conservando le caratteristiche uniche di ognuna.
Infine, è presente un capitolo destinato al fotografo costretto all’utilizzo delle parole. Un libro che funge da metodologia, comprensivo di indicazioni per chi ha la necessità di orientarsi tra titoli, didascalie, testi introduttivi, paralleli, curatoriali ed altre tipologie di paratesti.
Per acquistare il libro: www.pikta.it/piktart