Contrasto pubblica l’edizione rivista e aggiornata di una pietra miliare nell’editoria fotografica: Magnum Magnum.
La prima edizione aveva riscosso un enorme successo e questo libro prezioso celebra la visione, l’immaginazione e il talento di Magnum Photos, la leggendaria agenzia cooperativa creata nel 1947 dagli stessi fotografi o piuttosto, come affermava Henri Cartier-Bresson, da un “gruppo di avventurieri che erano mossi da un’etica”.
Ogni fotografo di Magnum ha selezionato le sei migliori e più significative immagini di un altro “compagno di agenzia”, commentando la sua scelta con un breve testo. Alcuni tra loro sono i maestri riconosciuti della fotografia del XX secolo – Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, Eugene Smith, Eve Arnold, Marc Riboud, Werner Bischof, Martin Parr – altri sono talenti moderni come Olivia Arthur, Matt Black, Cristina de Middel, Susan Meiselas, Trent Parke, Alec Soth, Paolo Pellegrin, Donovan Wylie.
Il risultato è questo libro. Un omaggio a uno straordinario collettivo artistico, un’analisi, attraverso l’occhio critico dei fotografi, di ciò che rende indimenticabile una fotografia, e un archivio di 533 immagini-simbolo, accompagnate da aneddoti di vita, ricordi affettuosi e brandelli di storia raccontati dagli stessi protagonisti, i fotografi di Magnum Photos.
Nessun libro come Magnum Magnum riesce a svelare i segreti della grande fotografia, mettere a fuoco i suoi protagonisti e raccogliere in un’unica opera le foto più forti e incisive del nostro tempo. Come ebbe modo di scrivere Stuart Franklin in occasione della prima edizione: “Ciò che traspare in quest’opera, nelle foto come nei testi, è il carattere, l’anima che difficilmente troverete in altri volumi”.
“Perché siamo a Magnum?
Perché ci conviene e pensiamo di poter diventare ricchi? […]
È un passatempo? È un’abitudine? Perché come gruppo possiamo
ottenere più che come individui nella giungla della fotografia?
[…] Perché rappresentiamo una determinata
qualità, umana e fotografica, e insieme possiamo imporla meglio?
È per tutte queste ragioni, solo per alcune o per nessuna di queste?”.
Elliott Erwitt, 26 maggio 1961