Un evento unico che terrà incollati sul pc non solo professionati ma anche appassionati di fotografia e astrologia. Per la prima volta oggi, infatti, potremo vedere le fotografie di un buco nero.
Un buco nero, per definizione, è un oggetto denso e compatto la cui attrazione gravitazionale è così forte che – a una certa distanza da essa – nulla gli può sfuggire, nemmeno la luce.
Un oggetto che, Come riportato sul sito della Nasa, “non ha una superficie ma una regione, o un limite, nello spazio attorno a un buco nero oltre il quale non possiamo vedere. Questo limite è chiamato “orizzonte degli eventi”. Tutto ciò che rientra nell’orizzonte degli eventi di un buco nero verrebbe consumato a causa della gravità“.
Ecco dunque che vederlo per la prima volta in foto permettà di capire molto di più su questo ‘oggetto’ che tanti, dal cinema alla letteratura, hanno cercato di descrivere o proporre. Sarà come ce lo siamo sempre immaginati?
L’unica soluzione è seguire la conferenza stampa dell’Eso – European Southern Observatory – che verrà diffusa contemporaneamente – dalle 15 del 10 aprile – in sei differenti luoghi: Belgio, Cile, Shanghai, Tokyo, Taipei e, ovviamente, in USA.
In questa conferenza verranno presentati i risultati del progetto Event Horizon Telescope, e presentata per la prima volta la fotografia del buco nero, realizzata grazie all’osservazione simultanea di otto radiotelescopi.
Qui sotto potrete seguire la conferenza stampa di presentazione.
Ma com’è dunque un buco nero? Ecco qui la foto più attesa.
L’immagine, come dicevamo sopra, è stata ottenuta grazie alla collaborazione di Event Horizon Telescope, un progetto che combina i dati raccolti da otto telescopi che hanno permesso di creare un telescopio virtuale che ha prodotto un’immagine del buco nero situato al centro della galassia M87 (detto anche Virgo A), che si trova a circa 53 milioni di anni luce dalla Terra.
Questo importante risultato scientifico segna un cambio di paradigma nella nostra comprensione dei buchi neri, conferma le previsioni della teoria della relatività generale di Albert Einstein e apre nuove linee di ricerca nel nostro universo.
Il commissario Carlos Moedas, responsabile per la ricerca, la scienza e l’innovazione, ha dichiarato: “La finzione ispira spesso la scienza, e i buchi neri hanno da tempo alimentato i nostri sogni e la nostra curiosità. Oggi, grazie al contributo degli scienziati europei, l’esistenza di buchi neri non è più solo un concetto teorico“.