Chi non ricorda la ragazza afghana ritratta da Steve McCurry, un simbolo riconoscibile dell’Afghanistan, simbolo della tragedia ma anche della dignità con cui il suo popolo ha affrontato la guerra e l’esilio.
La ragazza dagli occhi verdi è stata il volto di molte campagne di solidarietà, promosse, ad esempio, da Amnesty International. Un’instantanea che il fotografo ha realizzato in Pakistan, vicino Peshawar, precisamente dentro un campo profughi, pubblicando lo scatto nel giugno del 1985.
Un’immagine catturata in uno dei luoghi più inospitali della terra, ovvero uno spazio per i rifugiati. Rappresentando questo luogo di dolore, McCurry ha inteso sensibilizzare i lettori nei confronti delle atrocità che vi si commettono e delle condizioni precarie in cui versa una parte dell’umanità.
Dopo la pubblicazione della foto sulla copertina del National Geographic, McCurry racconta di come successe il finimondo in redazione. “Sono stati sommersi dalle lettere. Tutti volevano sapere chi era, aiutarla, mandare soldi, adottarla, uno la voleva persino sposare.”
La ragazza, di nome Sharbat Gula, rimase sconosciuta per oltre 15 anni dalla pubblicazione dello scatto sulla rivista, finché il fotografo non riuscì a ritrovarla.
Ora la ragazza, ormai adulta, è arrivata in Italia per il programma di evacuazione dei cittadini afghani.
A darne l’annuncio, sui social, proprio il fotografo che scrive “Mia sorella, Bonnie, ed io siamo lieti di annunciare che, insieme all’ente benefico anglo-americano Future Brilliance e alla sua fondatrice, Sophia Swire, il sostegno del governo italiano e Metagood, piattaforma NFT for Social Good, siamo stati in grado di portare in salvo il simbolo dei rifugiati afghani, Sharbat Gula. Siamo grati per questo gesto umanitario del governo italiano”.