ROMA. Fino al 27 ottobre al museo delle arti Maxxi (Via Guido Reni, Roma) saranno in mostra oltre 300 scatti, soprattutto vintage prints, per raccontare un maestro indiscusso della fotografia in Italia. E’ la mostra “Luigi Ghirri. Pensare per immagini”, personale per immagini curata da Francesca Fabiani, Laura Gasparini e Giuliano Sergio e organizzata dal Maxxi Architettura (diretto da Margherita Guccione).
La mostra è nata dalla collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e la Biblioteca Panizzi, che custodisce molti dei documenti originali del suo archivio (fotografie, menabò, libri, cataloghi e negativi), la mostra racconta i diversi profili di questa complessa e poliedrica figura di artista.
“Il Maxxi è un hub per la cultura, aperto a ogni forma di linguaggio: design, fotografia, moda, cinema, danza. Dice Giovanna Melandri presidente Fondazione Maxxi. Con questa mostra, di cui sono particolarmente soddisfatta, rendiamo omaggio a uno dei più grandi e complessi autori italiani celebrato in tutto il mondo. Per questo progetto il Maxxi ha lavorato con la Biblioteca Panizzi e con il Comune di Reggio Emilia, ha collaborato con l’Archivio degli Eredi Ghirri e ottenuto prestigiosi prestiti dallo Csac di Parma, l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma e altri collezionisti privati. Questa rete culturale è uno dei punti fermi della missione del museo”.
“Con l’esposizione dedicata a Luigi Ghirri il Museo consolida ed esplicita la propria vocazione a riconoscere e intercettare le forme più dense e originali dell’espressione artistica, dalla metà del secolo scorso al presente – dice Margherita Guccione, direttore Maxxi Architettura- In questo senso Ghirri è a tutti gli effetti un innovatore, uno sperimentatore che ha inventato un modo nuovo di intendere la fotografia e di guardare il paesaggio contemporaneo”.
“Luigi Ghirri. Pensare per immagini” è un percorso nell’opera del fotografo emiliano (1943-1992) attraverso i suoi inconfondibili scatti ma anche menabò di cataloghi, libri della sua biblioteca privata, riviste, recensioni, collezioni di fotografie anonime, cartoline e dischi, per raccontare la sua collaborazione con gli artisti concettuali degli anni Settanta, i suoi riferimenti culturali e artistici, il suo interesse per la musica e i suoi rapporti con musicisti come i CCCP e Lucio Dalla. Un Ghirri non solo fotografo, ma anche editore, curatore, teorico e animatore culturale, in costante dialogo con architetti, musicisti, scrittori e artisti.
La mostra è organizzata in tre sezioni tematiche – Icone, Paesaggi, Architetture – e invita a ripercorrere la fasi della ricerca artistica di Ghirri: le icone di quotidiano, i paesaggi come luoghi di attenzione e di affezione e le architetture, da quelle anonime a quelle d’autore. I vintage prints, conservati presso la Fototeca Panizzi, il Maxxi, lo Csac di Parma, l’Istituto nazionale per la Grafica di Roma, presso l’Archivio degli Eredi Ghirri e altri collezionisti privati, costituiscono il nucleo centrale della mostra. Ad essi si affianca una ristretta selezione di new prints (tratte dai negativi della Fototeca Panizzi) che offre un ulteriore strumento per lo studio e la comprensione della sua opera. Il percorso di mostra sarà accompagnato da citazioni da testi di Ghirri, scelte per rivelare la qualità della sua scrittura e guidare il pubblico a comprendere le ricerche dell’autore attraverso le sue stesse parole.
“La scelta di procedere per temi e non secondo un criterio cronologico riprende una modalità tipicamente ghirriana: la fotografia intesa come oggetto non concluso, come un gigantesco work in progress in costante elaborazione” dicono i curatori Francesca Fabiani, Laura Gasparini e Giuliano Sergio.
Le pubblicazioni e le mostre che Ghirri realizzò nel corso della sua vita contenevano spesso un numero sterminato di fotografie; il fotografo organizzò queste immagini per “serie”, ripensandole spesso, modificando le sequenze, utilizzando fotografie nate all’interno di un progetto per riposizionarle in nuovi contesti, a distanza di anni. Il percorso tematico intende dunque far comprendere la logica del lavoro di Ghirri, mettendo in evidenza non soltanto la sua particolare tecnica fotografica ma anche il modo in cui guardava, sceglieva, sistemava e ordinava le fotografie, alla ricerca di un inedito approccio critico al pensare l’immagine, al pensare per immagini.
Luigi Ghirri è una figura fondamentale per la fotografia del secondo Novecento. Ha influenzato profondamente sulla cultura visiva internazionale soprattutto grazie alla sua capacità di immaginare l’esercizio della fotografia come accesso al mondo e alle sue rappresentazioni. La sua ricerca si nutre di diversi apporti che lo conducono ad esplorare soggetti e direzioni inedite: la fotografia amatoriale, i montaggi che miscelano realtà e rappresentazione, il quotidiano, i paesaggi, le architetture d’autore e quelle ordinarie. Il mondo, per Ghirri, è uno spettacolo che il fotografo ha il compito di decifrare, interpretare e tradurre. Le sue fotografie ci ricordano oggi che la sua importanza supera di gran lunga la sua fama.
Dopo il Maxxi la mostra sarà ospitata in altre sedi museali tra cui, nel maggio 2014, presso la prestigiosa sede dei Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia, durante il Festival Fotografia Europea.
Luigi Ghirri. Pensare per immagini
Orari: 11.00 – 19.00 (martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, domenica) 11.00 – 22.00 (sabato)
Info: 06.39967350;
www.fondazionemaxxi.it