LUCCA. Alla fine degli anni Settanta, Henri Cartier-Bresson scelse 133 scatti per il volume Henri Cartier-Bresson. Photographe che sarebbe stato pubblicato nel 1979. Non sappiamo con esattezza quali presupposti siano stati adottati per selezionare quegli scatti, ma la cosa certa è che ne è scaturita una mostra antologica completa ed esaustiva che racconta la storia dei “momenti decisivi” che hanno contraddistinto la vita artistica di un personaggio nato per rubare le immagini al tempo e cresciuto per testimoniare, in modo assolutamente personale, alcuni degli istanti che sarebbero diventati storici, mitologici e memorabili.
Intraprendenza, istinto, presagio e quel pizzico di fortuna che aiuta gli audaci: Henri Cartier-Bresson era certo che i pochi scatti dedicati all’evento preso in considerazione sarebbero stati sufficienti per farne comprendere l’importanza attraverso l’essenza, per mezzo di frammenti fondamentali diversamente documentari. L’artista francese riesce a percepire l’energia di un luogo, l’atipicità di un momento, l’eloquenza di una postura, ma soprattutto ha nel suo dna la capacità di presagire, un po’ come gli animali con il proprio istinto percettivo, quando è il momento di aspettare la grande scossa visiva e come archiviarla per sempre nella memoria della sua inseparabile Leica.
“Fotografare è trattenere il respiro quando tutte le nostre facoltà di percezione convergono davanti alla realtà che fugge: in quell’istante, la cattura dell’immagine si rivela un grande piacere fisico e intellettuale”. Henri Cartier-Bresson
La mostra Henri Cartier-Bresson. Photographer, che si terrà fino al 3 novembre al Lu.C.C.A., realizzata in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson e con la Magnum Photos di Parigi, documenta la lucida imprevedibilità di un artista che non ha mai permesso alla ragione di disciplinare l’istinto e di lenire la forza delle coscienti illusioni che, con la sua pazienza e maestria, si sono trasformate negli scatti immortali e infiniti di attimi in divenire.
I campi di deportazione di Dessau, gli ultimi giorni del Kuomintang in Cina, il funerale di Gandhi, il funerale di un attore di Kabuky in Giappone, ritratti di personaggi come Jean Paul Sartre, Truman Capote, Ezra Pound ed Henri Matisse, alcuni dei paesi e delle città più particolari del mondo (tra cui Istanbul, Mosca, Berlino, Parigi, Firenze, Siena, Boston, Londra, Messico, Siberia, Arizona) uniti a una galleria di dettagli umani, a una raccolta di espressioni e di emozioni legate alla spensieratezza e alla meravigliosa incoscienza dei bambini, ai sogni degli innamorati, al precario riposo di personaggi inseriti in una quotidianità fermata nell’essenza della sua realtà.
Sono questi alcuni dei temi di fotografie che compongono un’antologica irripetibile proprio perché selezionata dallo stesso artista nell’intento di evidenziare l’importanza dell’istante: “Il tuo occhio deve cogliere la composizione o l’espressione che la vita ti offre in quel momento, e devi sapere quando fare click. È in quel preciso istante che il fotografo diventa creativo… il momento. Una volta che lo hai perso, se n’è andato per sempre”.
Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art
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