MODENA. “Per produrre queste immagini non c’è bisogno di una macchina fotografica: è sufficiente la fine sensibilità della mente umana”. Così Walter Chappell commentava il suo Metaflora Portfolio, un lavoro realizzato nei primi anni Settanta, quando, mosso da una vivace curiosità e da una spinta volta all’avanguardia, cominciò a sperimentare l’elettrofotografia.
Le 23 immagini – in mostra all’ex ospedale Sant’Agostino di Modena fino al 2 febbraio, nell’ambito della grande retrospettiva dedicata al fotografo americano – restituiscono, in un impeccabile bianco e nero, oggetti naturali brillanti di luce: rami di felce, ali di farfalla, grandi foglie cuoriformi e petali di fiori immortalati nel buio totale della camera oscura come creature surreali, provenienti dal profondo degli abissi o dallo spazio. A conferire il caratteristico bagliore a queste immagini è l’effetto Kirlian, scoperto nel 1939 da un tecnico di ospedale russo appassionato agli esperimenti di Tesla e ottenuto applicando una tensione elettrica di alto voltaggio a oggetti collocati su una pellicola fotografica.
Walter Chappell era affascinato dall’idea che la fotografia di Metaflora riuscisse a catturare la vita pulsante delle piante e a rivelarne l’aura, attraverso la rappresentazione visuale dell’energia vitale che fluisce in tutte le creature naturali. L’aspetto scientifico e quello spirituale connessi a questa tecnica possono apparire in contrasto fra loro, ma Chappell fu in grado di combinarli in un unico processo creativo, istituendo un mirabile parallelo tra fotosintesi e fotografia.
La mostra Walter Chappell. Eternal Impermanence , promossa da Fondazione Fotografia e Fondazione Cassa di risparmio di Modena , con il contributo di UniCredit, è a cura di Filippo Maggia e rimarrà allestita negli spazi dell’ex ospedale Sant’Agostino di Modena fino al 2 febbraio 2014. É accompagnata da un catalogo edito da Skira.
Per informazioni: www.fondazionefotografia.org