MILANO. Per la prima volta a Milano, al Centro Culturale, la mostra “Lewis Hine. Costruire una nazione, geografia umana e ideale”, una mostra che presenta 60 vintage print del padre della fotografia sociale moderna.
L’esposizione riunisce per la prima volta opere originali provenienti dalla Collezione Rosenblum di New York, il più consistente fondo archivistico di stampe vintage di Hine in mani private, che propongono i suoi cicli più conosciuti, dai famosi operai dell’Empire State Building agli immigrati di Ellis Island, dal reportage di Pittsburgh, al lavoro minorile in Pennsylvania, North Carolina e Virginia. Si potranno ammirare la maestria e l’umanità del padre della “fotografia sociale”, permettendo di collegare alla sua esperienza alcuni dei valori più alti della generazione successiva rappresentata per esempio dalla Photo League.
Lewis Hine, nato a Oshkosh nel 1874 nelle campagne del Wisconsin, porta dentro di sé un senso di stupore e di rispetto per la grandezza della natura umana: un’umanità che ha dimostrato di saper sfidare le leggi della fisica, superare i limiti dello spazio, del tempo e della ragione, anche a costo di rinunce, fatica e sofferenza. Hine, insegnante e sociologo della Columbia University, abbracciò così la macchina fotografica per meglio rappresentare la grandezza umana dentro le condizioni sociali: la sua fotografia costruì una nazione. Le sue immagini divennero gli strumenti coi quali l’America moderna promosse le riforme sociali del lavoro. Nel 1932, venne pubblicato il suo primo volume dal titolo Men at Work, ebbe subito un successo straordinario, Egli stesso definiva le sue immagini delle ‘foto-interpretazioni’ e le pubblicava come dei documenti umani.
L’esposizione si inserisce nel percorso che il CMC e Admira portano avanti da 7 anni come approfondimento del linguaggio fotografico applicato a tematiche universali, appassionanti e controverse e dà il via alla terza trilogia che affronta l’argomento de “L’uomo e il fare”.
Info: Centro Culturale