GENOVA. La mostra “Gianni Berengo Gardin. Storie di un fotografo” approda a Palazzo Ducale e dal 14 febbraio all’8 giugno rimarrà nella sua veste rinnovata e arricchita con un intero capitolo dedicato a Genova, un vero e proprio omaggio alla città. Un racconto nostalgico dove il porto, spesso fotografato su invito di Renzo Piano, diventa un crocevia di storie parallele dei lavoratori, delle vedute, delle navi. Poi le strade, le architetture, le botteghe di un tempo. Nella Genova di Berengo Gardin c’è una città che assomiglia alle sue idee, ai suoi ricordi.
La rassegna antologica, a cura di Denis Curti, conta circa 200 fotografie che ripercorrono la carriera del grande maestro italiano dagli anni cinquanta a oggi. Conosciuto in Italia e all’estero come il poeta della fotografia, Gianni Berengo Gardin ha saputo restituire e rinnovare il linguaggio visivo del nostro paese: Venezia, Milano, i manicomi e la legge Basaglia, la Liguria, l’entusiasmante esperienza con Renzo Piano, il grande reportage “dentro le case”, la Biennale d’arte di Venezia, ma anche New York, Vienna, la Gran Bretagna e la straordinaria esperienza con il Touring Club, fino alle fotografie finora rimaste inedite e qui presentate per la prima volta. In ognuna di queste foto, ciascuno di noi ritrova un po’ di se stesso, della sua storia, dei suoi ricordi.
Instancabile testimone del nostro tempo, nei suoi scatti in bianco e nero traspare la capacità di raccontare le storie senza pregiudizi e una ricchezza di sentimenti che si scioglie in narrazione sempre lineare e coerente. Il suo occhio è sempre vigile, attento a cogliere le svolte della storia così come i passaggi minimi, più discreti del reale. Gianni Berengo Gardin ha narrato – e continua a farlo, basti pensare al suo lavoro su L’Aquila, prima e dopo la devastazione inflitta dal terremoto – avvenimenti che hanno marcato in profondità la storia del nostro paese, sotto molteplici punti di vista, oltre ai momenti di vita quotidiana nelle strade, agli incontri casuali con le persone, ai gesti spontanei. Le sue immagini – ormai riconosciute come patrimonio visivo degli italiani – sono uno spaccato della vita politica, sociale, economica e culturale dell’Italia dagli anni del boom a oggi, sia nei suoi risvolti felici, sia nelle sue pieghe drammatiche e a volte tragiche, ponendo sempre al centro dell’attenzione l’uomo e la sua dignità.
La mostra è promossa da Genova Palazzo Ducale Fondazione per la cultura con la collaborazione di Tre Oci, Civita Tre Venezie e Fondazione Forma ed è organizzata da Civita Cultura. Il catalogo è pubblicato da Marsilio editori.