ROMA. 40 maestri della fotografia, italiani e internazionali; 150 immagini che raccontano l’Italia nelle sue molteplici, a volte contraddittorie, sfaccettature. E’ questa “Extraordinary Visions. L’Italia ci guarda” in mostra al Maxxi fino al 23 ottobre 2016.
Curata da Margherita Guccione, direttore del Maxxi Architettura, con un gruppo di ricerca composto da Simona Antonacci, Ilenia D’Ascoli, Laura Felci, Monia Trombetta, l’esposizione presenta immagini di paesaggi sublimi e compromessi dal degrado, città ideali e periferie abusate, architetture d’autore e spazi urbani ai margini, comportamenti e costumi, protagonisti dell’arte e del mondo del lavoro, contraddizioni e pluralità che connotano l’identità del Bel Paese, immortalati dagli obiettivi, tra gli altri, di Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Letizia Battaglia, Gianni Berengo Gardin, Franco Fontana, Giovanni Gastel, Luigi Ghirri, Mimmo Jodice, Armin Linke, Ugo Mulas, Ferdinando Scianna, Hiroshi Sugimoto, Massimo Vitali.
In mostra anche il progetto Corpi di Reato di Tommaso Bonaventura, Alessandro Imbriaco e Fabio Severo: 35 fotografie di piccolo formato e la grande stampa Fascicoli del Maxi Processo 1986-1987, Palermo che raccontano le mafie invisibili e diffuse e che entreranno a far parte della collezione del Maxxi Architettura.
LA MOSTRA. Il percorso di mostra si articola in 4 sezioni (Arte, architettura, cultura; Res publica; Paesaggi contemporanei; Città, comunità, lavoro), arricchite da video e photoscreening e dal progetto speciale “Inside Out” di JR, caleidoscopio di ritratti “multietnici” di grande espressività, frutto di un workshop con la scuola Guido Alessi, installati sulla facciata esterna della “Palazzina D”, l’ex caserma nella piazza del Museo.
La mostra si apre con le rappresentazioni del mondo dell’arte, dell’architettura, della cultura, della moda, che costituiscono la radice identitaria del nostro Paese. I ritratti degli artisti della Biennale di Venezia di Ugo Mulas e le fotografie di Massimo Piersanti dell’archivio Graziella Lonardi Buontempo dialogano con le eccellenze dell’architettura riprese da grandi autori, come Gabriele Basilico che ritrae la GIL di Luigi Moretti, a Roma. Le costruzioni del Foro Italico fanno da sfondo ai ritratti di moda di Giovanni Gastel che hanno saputo celebrare il made in Italy, così come le immagini di Ferdinando Scianna, realizzate per la prima campagna pubblicitaria di Dolce & Gabbana, hanno integrato l’indagine antropologica con la fotografia di moda.
Si prosegue con la sezione “Res pubblica” con il lavoro di Armin Linke, Il Corpo dello Stato, dove l’artista indaga le stanze “segrete” del potere, i luoghi fisici nei quali viene esercitato il potere decisionale. In questa riflessione sullo spazio pubblico e il suo utilizzo, la Sicilia si offre come specchio delle contraddizioni che attraversano tutto lo stivale: le fotografie di denuncia ecologica di Letizia Battaglia si confrontano con le nuove forme di una mafia che fa sistema, insinuandosi negli spazi comuni, come testimonia il progetto Corpi di reato di Alessandro Imbriaco, Tommaso Buonaventura e Fabio Severo, documentazione fotografica sui luoghi di residenza di membri di organizzazioni mafiose, diffusi in tutta Italia.
Il viaggio prosegue con i “Paesaggi contemporanei” dove la Sicilia e l’Italia tutta esprimono anche una fisicità sublime, connotata, pacifica. Certamente un’immagine sedimentata nell’immaginario collettivo, sovente stereotipata. Sul rapporto tra questa immagine e il panorama postmoderno che ha ridisegnato le periferie delle nostre città, si è posato lo sguardo della storica generazione di fotografi che, soprattutto a partire dagli anni Ottanta, si sono dedicati a riscrivere l’immagine dell’Italia: Luigi Ghirri, Mario Cresci, Guido Guidi. Un’altra interpretazione, altrettanto intensa, è quella di Franco Fontana, che di quei paesaggi offre una visione straniante ed estatica.
Infine, in “Città, comunità, lavoro” si torna all’uomo, elemento centrale e di attivatore di forze, energie intellettuali e produttive. Nell’ultima sezione in mostra, il mondo del lavoro è raccontato dalle storiche testimonianze di Tano D’Amico e Paola Agosti (gli scioperi, le occupazioni, il lavoro femminile), dalle immagini di raffinerie di Paolo Pellegrin fino a quelle più recenti dei concorsi pubblici documentati da Michele Borzoni.
In ogni sezione, un focus è dedicato ai nuovi orizzonti, alle ricerche cioè che contaminano i linguaggi del video e della fotografia. Ne fanno parte l’installazione di Petra Noordkamp dedicata a Gibellina, in cui la ripresa video è trattata come l’immagine statica della fotografia; l’installazione di Alterazioni video dedicata alle architetture incompiute in Sicilia; la “velocizzazione” cui Olivo Barbieri sottopone le quasi 8.000 immagini de La città perfetta; il video sul tema dell’immigrazione del reporter Francesco Zizola.
Extraordinary Visions
Dove: MAXXI. Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Quando: dal 2 giugno al 23 ottobre 2016
Orari: 11.00-19.00 (mart, merc, giov, ven, dom) | 11.00–22.00 (sabato) | chiuso il lunedì
Info: www.fondazionemaxxi.it