MILANO. A quarant’anni dalla conclusione del Festival del proletariato giovanile nel Parco Lambro di Milano, nella galleria di Forma Meravigli, vengono presentate per la prima volta al pubblico (e in versione integrale) le fotografie del reporter Dino Fracchia.
Le foto, scattate durante le ultime due edizioni del festival (1975 e 1976) fanno parte di 13 rullini inediti per un totale di quasi 250 immagini il cui risultato è un continuum fotografico che permette di immergersi con la curiosità, l’eccitazione, lo spaesamento e la meraviglia delle centinaia di migliaia di giovani che parteciparono al festival.
La presentazione delle immagini in un flusso ininterrotto bypassa la mediazione rappresentata dall’editing e dalla scelta autoriale e toglie enfasi agli aspetti puramente compositivi dell’immagine: il progetto opera così una rilettura del reportage tradizionale alla luce delle più attuali modalità di fruizione e condivisione dell’immagine digitale, dai social media alla webcam.
Il Festival del proletariato giovanile fu la più importante manifestazione musicale e contro culturale italiana dell’epoca. Insieme ai grandi nomi del rock italiano – tra i quali Area, Stormy Six, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Eugenio Finardi, Edoardo Bennato, Franco Battiato, Antonello Venditti, Giorgio Gaber – radunò dal 1974 al 1976 migliaia di giovani che rappresentavano una variopinta geografia umana composta da freak, militanti underground, cani sciolti, femministe, semplici curiosi e appassionati di musica. Una riappropriazione dello spazio pubblico per un happening pacifico e danzante, manifestazione spensierata, nel clima di tensione degli anni del terrorismo che di lì a poco raggiungeranno il loro, tragico, culmine. Non a caso il Festival si concluse per sempre con l’edizione del 1976, caratterizzata da gravi problemi di ordine pubblico, già accennati l’anno precedente, in cui sono ormai evidenti e non conciliabili i germi della rivolta, l’intromissione della politica, la violenza degli anni di piombo. Sono esemplari a proposito le immagini dei polli espropriati e della cacciata dei cantautori che chiudono simbolicamente l’epoca della cultura beat-hippie ormai denudata e ne aprono un’altra, l’irriguardosa scena punk, in un orizzonte post-industriale che si intravede soltanto.
Dino Fracchia, che aveva frequentato senza macchina fotografica le precedenti edizioni del
1971, ’72 e ’74, è tornato poi nei due anni successivi a fotografare il paesaggio vivo di una adunata di oltre 100.000 giovani. Le sue fotografie raccontano il lento scorrere delle giornate con i relativi accadimenti, descrivono l’appropriazione degli spazi urbani come significato rivoluzionario, l’accelerazione della rivolta o della danza.
Le immagini in mostra evocano l’utopia di una società parallela, del tempo liberato con i suoi simboli, i suoi svaghi e le sue libertà. Svelandone, al contempo, le profonde contraddizioni. Ri-attraversare oggi la folla sconfinata di Parco Lambro rappresenta l’occasione per rivivere un momento importante e imprescindibile nella storia e nell’immaginario collettivo della città di Milano.+
*tutte le fotografie di Dino Fracchia sono state fornite dall’ufficio stampa per la pubblicazione web della mostra.
I giorni del Parco Lambro. Continuous daysDove: Forma Meravigli, via Meravigli 5, MilanoQuando: dal 24 giugno all’8 settembre 2016Orari: Mercoledì, venerdì, sabato e domenica 11.00–18.00. Giovedì 12.00–21.00. Lunedì e martedì chiuso.Ingresso: gratuitoInfo: www.formafoto.it