Le fotografie di Paolo Pellegrin saranno in mostra, al Maxxi di Roma, fino al 10 marzo 2019.
Si tratta di un’esposizione che nasce da un intenso lavoro di due anni sull’archivio del fotografo e ripercorre attraverso oltre 150 immagini, tra cui numerosi inediti e alcuni contributi video, vent’anni del suo lavoro, dal 1998 al 2017.
La mostra rappresenta un’occasione preziosa per conoscere il
suo percorso creativo e documentario e per approfondire i temi che animano il suo lavoro, dove la visione del reporter e l’intensità visiva dell’artista si intrecciano e diventano un tutt’uno.
Dal buio alla luce
La parte iniziale è buia. Domina il colore nero, popolato dal racconto di un’umanità sofferente: la guerra, le tensioni, la distruzione, ma anche l’intima bellezza dell’essere umano nell’espressione delle sue emozioni
più profonde.
La seconda parte è caratterizzata invece da uno spazio luminoso in cui prevalgono immagini di una natura che, nella sua maestosità e lontananza, sembra ricordarci la fragilità della condizione umana.
La sensibilità di quegli scatti
All’ingresso, una grande parete dedicata alla battaglia di Mosul del 2016, scelta da Pellegrin come metafora del conflitto, esplode come una Guernica contemporanea.
Qui troviamo anche una serie di immagini, scattate negli Stati Uniti, che parlano di violenza, razza, povertà, crimine.
E ancora uomini, donne, bambini, soldati, profughi, rifugiati, migranti, da Gaza a Beirut, da El Paso a Tokyo, da Roma a Lesbo.
Esseri che pregano, che piangono, che scappano, che combattono: ogni immagine coglie e sublima con sensibilità i conflitti, i contrasti, i drammi di questo nostro tempo così tormentato e complesso.
Come, in primo piano, il volto sofferente di un rifugiato a Lesbo in attesa di essere registrato, stremato dal caldo e dalla sete, quasi una Pietà contemporanea, o le gigantografie di tre prigionieri dell’Isis in attesa di
essere processati, che Pellegrin ha ritratto nel Kurdistan iracheno nel 2015.
In fondo alla galleria, figure evanescenti, ritratti “transitori” colti in momenti di passaggio, affiorano appena dal buio come fantasmi
(“Ghost” nella definizione di Pellegrin).
A questo racconto dell’essere umano, calato nel buio, fa da contraltare l’immersione in un ambiente improvvisamente luminoso, di una luce evanescente dove il dato reale sembra sublimarsi nel candore del
ghiaccio dell’Antartide.
Il dietro le quinte delle fotografie di Pellegrin in mostra a Roma
Le due parti del percorso sono collegate da un passaggio che proietta il visitatore dietro le quinte della ricerca visiva di Pellegrin: disegni, taccuini, appunti, piccole fotografie, danno conto della complessità di un
processo creativo che si fonda su ricerca, conoscenza e preparazione.
Pellegrin considera la fotografia come una lingua fatta allo stesso tempo di regole e di istinto.
Trova le sue radici in anni di studio intorno all’immagine, alla visione, allo sguardo: tutti aspetti che il fotografo ha allenato fin dall’inizio del suo lavoro attraverso l’interesse per la letteratura, la storia dell’arte, l’architettura, il cinema e, naturalmente, il lavoro di grandi fotografi.
Paolo Pellegrin : il libro
In occasione della mostra uscirà il volume di Germano Celant, Paolo Pellegrin, pubblicato da Silvana Editoriale in tiratura limitata con copie numerate (lo trovi qui).
Frutto di un lungo lavoro nell’archivio del fotografo, il libro
raccoglie oltre millecinquecento immagini, scandite cronologicamente, in modo da ripercorrere il percorso creativo e documentario di Pellegrin, offrendosi come una summa dell’intera opera del fotografo.
Paolo Pellegrin al Maxxi Museo di Roma
orario di apertura: 11.00 – 19.00 (mart, merc,gio, ven, dom) |11.00
Biglietto intero €12,00 | Biglietto ridotto € 9,00