50 scatti in bianco e nero di Letizia Battaglia in mostra a Livorno

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Palermo, 1992. Rosaria Costa, vedova dell'agente di scorta di Giovanni Falcone, Vito Schifani. © Letizia Battaglia

Saranno 50 gli scatti in bianco e nero di Letizia Battaglia in mostra, dal 19 gennaio al 15 marzo 2019, ai Granai di Villa Mimbelli, a Livorno.

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Letizia Battaglia, Ricevimento per la nobiltà a Palazzo Ganci, Palermo 1976 Courtesy dell’artista

La personale, dal titolo ‘Letizia Battaglia’, è promossa dalla Fondazione Carlo Laviosa e si colloca nel più ampio progetto ‘Fotografia e Mondo del Lavoro’ che la Fondazione Laviosa sta portando avanti in condivisione con il Comune di Livorno.

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Letizia Battaglia, Ricevimento in giardino con aristocratica signora e volpe morta, Palermo 1987 Courtesy dell’artista


Articolato in momenti espostivi, produttivi e didattici, il progetto non poteva non concedere lo spazio dovuto anche al lavoro del fotografo in quanto giornalista. Da qui la scelta su Letizia Battaglia e sui suoi straordinari scatti.

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Letizia Battaglia, Il Ballo, Festa di Capodanno a Villa Airoldi, 1985. © letizia battaglia


Su indicazione di Letizia Battaglia, il percorso della mostra livornese sarà costituito da cinquanta scatti in bianco e nero articolati, non tanto seguendo un ordine cronologico o tematico, ma piuttosto un filo conduttore tra l’atroce ed il bello come tracce degli archetipi che generano le azioni umane.

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Letizia Battaglia, Lettone, Palermo 1978 Courtesy dell’artista


Il lavoro di Letizia è stato spesso associato come una vivida testimonianza sugli omicidi di mafia ma ciò è decisamente riduttivo.

La Battaglia è stata sì una fotografa di trincea (nomen omen), attiva in prima linea nei luoghi in cui si assiste all’orrore e si può percepire l’odore di chi un attimo prima era ancora vivo, ma ci ha illuminati ed arricchiti anche con la sua incessante ricerca della bellezza e della dignità: le sue foto restituiscono il pathos delle tragedie greche, il dolore ed il sublime.

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Letizia Battaglia, Vicino la Chiesa di Santa Chiara, il gioco del killer, Palermo 1982 Courtesy dell’artista





La mostra avrà anche un suo catalogo che si troverà nel bookshop del museo il cui ricavato sarà interamente utilizzato per il progetto ‘Fotografia e Mondo del Lavoro‘.

La Fondazione Carlo Laviosa, infatti, da sempre reputa il mondo del lavoro un campo di analisi di fondamentale importanza per la comprensione delle dinamiche sociali e delle disparità di condizione tra paese e paese.

Per parlarne la Fondazione ha scelto un linguaggio che da circa 150 anni è testimone ed archivio delle azioni dell’uomo e delle trasformazioni del pianeta: la fotografia.