Sarà ospitata a Bologna, a Palazzo Pallavicini, la prima retrospettiva italiana dedicata ad una delle fotografe più importanti del Novecento: Lee Miller.
La mostra, curata da Ono arte contemporanea, presenta 101 fotografie che ripercorrono l’intera carriera artistica della fotografa, attraverso quelli che sono i suoi scatti più famosi ed iconici.
Tra questi anche la sessione realizzata negli appartamenti di Hitler, raramente esposte anche a livello internazionale e mai diffuse a mezzo stampa per l’uso improprio fattone negli anni da gruppi neonazisti.
Da modella a fotografa
Lanciata da Condé Nast, sulla copertina di Vogue nel 1927, Lee Miller fin da subito diventa una delle modelle più apprezzate e richieste dalle riviste di moda. Molti sono i fotografi che la ritraggono – Edward Steichen, George Hoyningen-Huene o Arnold Genthe – e innumerevoli i servizi fotografici di cui è stata protagonista. Questo fino a quando la Miller non decide di passare dall’altra parte dell’obiettivo.
Donna caparbia e intraprendente, rimane colpita profondamente dalle immagini di Man Ray, che riesce ad incontrare diventandone modella e musa ispiratrice. Ma, cosa più importante, instaura con lui un duraturo sodalizio artistico e professionale che assieme li porterà a sviluppare la tecnica della solarizzazione.
Le opere surrealiste
Amica di Picasso, di Ernst, Cocteau, Mirò e di tutta la cerchia dei surrealisti, la Miller apre a Parigi il suo primo studio diventando nota come ritrattista e fotografa di moda, anche se il nucleo più importante di opere in questo periodo è certamente rappresentato dalle immagini surrealiste, molte delle quali erroneamente attribuite a Man Ray.
A questo corpus appartengono le celebri Nude bent forward, Condome Tanja Ramm under a bell jar, opere presenti in mostra, accanto ad altri celebri scatti che mostrano appieno come il percorso artistico di Lee Miller sia stato, non solo autonomo, ma tecnicamente maturo e concettualmente sofisticato.
Il trasferimento a New York e i viaggi
Dopo questa prima parentesi formativa, nel 1932 Miller decide di tornare a New York per aprire un nuovo studio fotografico che, nonostante il successo, chiude due anni più tardi quando per seguire il marito – il ricco uomo d’affari egiziano Aziz Eloui Bey – si trasferisce al Cairo.
Intraprende lunghi viaggi nel deserto e fotografa villaggi e rovine, iniziando a confrontarsi con la fotografia di reportage, un genere che Lee Miller porta avanti anche negli anni successivi quando, insieme a Roland Penrose – l’artista surrealista che sarebbe diventato il suo secondo marito – viaggia sia nel sud che nell’est europeo.
In guerra
Poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1939, lascia l’Egitto per trasferirsi a Londra, ed ignorando gli ordini dall’ambasciata americana di tornare in patria, inizia a lavorare come fotografa freelance per Vogue. Documenta gli incessanti bombardamenti su Londra ma il suo contributo più importante arriverà nel 1944 quando è corrispondente accreditata al seguito delle truppe americane e collaboratrice del fotografo David E. Scherman per le riviste “Life” e “Time”.
Fu lei l’unica fotografa donna a seguire gli alleati durante il D-Day, a documentare le attività al fronte a durante la liberazione. Le sue fotografie ci testimoniano in modo vivido e mai didascalico l’assedio di St. Malo, la Liberazione di Parigi, i combattimenti in Lussemburgo e in Alsazia e, inoltre, la liberazione dei campi di concentramento di Dachau e Buchenwald.
È proprio in questi giorni febbrili che viene fatta la scoperta degli appartamenti di Hitler a Monaco di Baviera ed è qui che scatta quella che probabilmente è la sua fotografia più celebre: l’autoritratto nella vasca da bagno del Führer.
Gli scatti per Vogue e il ritiro
Dopo la guerra Lee Miller ha continuato a scattare per Vogue per altri due anni, occupandosi di moda e celebrità, ma lo stress post traumatico riportato in seguito alla permanenza al fronte contribuì al suo lento ritirarsi dalla scena artistica, anche se il suo apporto alle biografie scritte da Penrose su Picasso, Mirò, Man Ray e Tapiesfu fondamentale, sia come apparato fotografico che aneddotico.
Surrealist Lee Miller | |
Dove | Palazzo Pallavicini, via San Felice, Bologna |
Quando | dal 14 marzo al 9 giugno 2019 |
Orari | da giovedì a domenica 11-20 (ore 19 ultimo ingresso). Chiuso il lunedì, martedì e mercoledì. Aperture straordinarie: 22 e 25 aprile 11-20 (ore 19 ultimo ingresso) 1 maggio 11-20 (ore 19 ultimo ingresso) 2 giugno 11-20 (ore 19 ultimo ingresso) |
Ingresso | 14 euro intero; 12 euro ridotto |
Info | www.palazzopallavicini.com www.leemiller.co.uk |